Relatore/Relatrice


Flavia Caretto

Presidente CulturAutismo ONLUS, Roma

BIOGRAFIA

Psicologa e psicoterapeuta, all’inizio degli anni ’90 ha indirizzato l’esperienza formativa e lavorativa alla valutazione e all’intervento psicoeducativo per persone con autismo, prima come allieva e poi come collaboratrice di Theo Peeters, Direttore dell’Opleidingscentrum Autism di Anversa.

Nel 1994 le è stata affidata la responsabilità del Centro Sperimentale per l’Autismo di Roma. Dal 2003 al 2008 ha lavorato presso l’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico di Roma Tor Vergata, impegnata nel Servizio per i disturbi dello sviluppo. Nel 2011 e nel 2012 ha collaborato con il Centro di Riferimento Regionale per l’Autismo del Policlinico di l’Aquila. Ha collaborato con la cattedra di Psicologia Clinica dell’Università di Roma La Sapienza, insegnando poi per alcuni corsi di Laurea dell’Università di Roma Tor Vergata; è stata docente per i corsi per insegnanti di sostegno; ha insegnato per Master universitari sull’Autismo attivati presso le università di Roma La Sapienza, Modena e Reggio Emilia, Torino Rebaudengo. Insegna, in qualità di docente AIAMC, per diverse Scuole di psicoterapia ad orientamento cognitivo e comportamentale, accreditate dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca. Svolge consulenze per diversi enti, pubblici e privati, che si occupano di Autismo.

Effettua attività clinica, dal 2012 presso lo Studio Caretto e Associati che è una associazione di professionisti con specifica esperienza con persone dello spettro dell’Autismo. È socio fondatore e presidente dell’Associazione CulturAutismo Onlus che ha, come mission principale, la diffusione di una corretta percezione sociale dell’Autismo.

Autrice di diverse pubblicazioni sulla disabilità in generale e sull’autismo, ha partecipato a numerosi convegni come relatrice. Fa parte del Comitato scientifico della rivista “Autismo e disturbi dello sviluppo” delle Edizioni Centro Studi Erickson. Ha pubblicato, sempre per le Edizioni Centro Studi Erickson, il testo “Autismo e autonomie personali” e curato il libro su “Sessualità e Autismo” della stessa casa editrice. 

Attività


S4. Aspetti etici e culturali dell’autismo: riflessioni e prospettive di cambiamento a confronto


AMBITO CULTURALE-SOCIALE

Introduce e coordina:
Flavia Caretto (Presidente Culturautismo Onlus, Roma)

La condizione autistica e il cambiamento di cultura e conoscenze
Michele Zappella
(Neuropsichiatra infantile, Università di Siena)
L’aumento di prevalenza dell’autismo, strepitoso in certe aree del mondo, molto minore in altre, e correlato ai criteri diagnostici usati, è la cartina di tornasole tra continuità e cambiamento nei riguardi dell’autismo che rimane come un «disturbo» nel primo caso e diventa una «condizione» nel secondo. Le conoscenze, poi, sono aumentate sia relativamente alla tematica autistica – si pensi alla frequenza delle comorbidità – sia nei disturbi del neurosviluppo con l’evidenza in alcuni di essi di sintomi uguali a quelli autistici.

Autismo e isolamento sociale per le famiglie: come uscirne?
Benedetta Demartis
(Presidente Nazionale Angsa Onlus)
La condizione di isolamento sociale, che riguarda ancora oggi molte persone con autismo e i loro familiari, è un problema culturale oppure è strettamente legata ai servizi sanitari e territoriali ancora troppo inadeguati e spesso inefficienti? Le Linee d'indirizzo sono irrealizzabili? Cosa si può fare per migliorare realmente la partecipazione e il benessere delle persone autistiche e dei loro famigliari?

L’importanza della dimensione etica nell’autismo
Pietro Cirrincione
(Consigliere Autism-Europe e Gruppo Asperger Onlus, Roma)
L'importanza dell'etica nell'autismo è un elemento incredibilmente sottovalutato nell’ambito della ricerca scientifica, delle pratiche educative, delle politiche e persino nelle attività del Terzo Settore. Le esigenze particolari e le diverse espressioni dello spettro autistico richiedono infatti punti di vista diversi, ma spesso manca questa consapevolezza quando si sperimentano farmaci, si scelgono priorità di ricerca, si propongono interventi clinici e anche tra coloro che dovrebbero cooperare per realizzare l'inclusione sociale. Promuovere una vera inclusione passa infatti anche attraverso l’uso di un linguaggio non stigmatizzante, non concentrato solo sugli aspetti medici e considerato accettabile sia dalle famiglie sia dalla comunità autistica.
 

Relatori: Benedetta Demartis , Pietro Cirrincione , Flavia Caretto , Michele Zappella

Benedetta

Demartis

Pietro

Cirrincione

Flavia

Caretto

Michele

Zappella

S9. Comportamenti problema a scuola: dalla prevenzione all'intervento


AMBITO EDUCATIVO-DIDATTICO

Introduce e coordina:
Flavia Caretto (Presidente Culturautismo Onlus, Roma)

Prevenire i comportamenti problema nella scuola adattando l’ambiente fisico e relazionale
Flavia Caretto (Presidente Culturautismo Onlus, Roma)
Sebbene l’integrazione scolastica sia culturalmente consolidata nel nostro paese, non si può dire che esistano prassi condivise e attuate per l’accoglienza degli alunni nello spettro dell’autismo. L’assenza di un piano per l’effettiva accoglienza degli alunni nello spettro comprende la mancanza di un ambiente fisico e sociale adeguato, ad esempio: l’assenza di segnalazione degli ambienti e il costante bombardamento sensoriale. Un ambiente così stressante, sottopone gli alunni autistici a continui sforzi di adattamento, che causano a loro volta gran parte di quelli che vengono definiti “comportamenti problema”, che si frappongono al legittimo diritto allo studio e all’apprendimento. La Linea Guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità, benché ad oggi quasi superata, fornisce le indicazioni fondamentali nella giusta direzione: una rilettura di tali indicazioni può migliorare la qualità della vita scolastica di bambini ed educatori, e sarà oggetto di riflessione durante l’intervento.

Il comportamento problema: interventi proattivi e basati sull'evidenza nel contesto scolastico ed educativo
Luca Urbinati (Analista del Comportamento BCBA, Associazione Pane e Cioccolata, Bologna)
L’intervento comportamentale può essere efficace per ridurre problemi di comportamento come le crisi comportamentali, l’autolesionismo e l’aggressione, in quei casi in cui viene condotto un assessment funzionale allo scopo di identificare il motivo per cui si verifica il comportamento problema. Un buon processo di analisi funzionale rende chiara la funzione del comportamento problema, e quindi possibile un intervento function based, importante in quanto basato su evidenze scientifiche. Sviluppare strategie di intervento proattive, basate sulla funzione del comportamento problema, ne riduce la probabilità di emissione e limita gli interventi reattivi per ridurre il comportamento stesso.

La punizione come fallimento educativo
Giovanni Magoni (Culturautismo Onlus, Roma)
Ogni comportamento problema ha una forma e una funzione. Cercare di gestire la forma punendo l'alunno, non preoccupandosi della funzione, non solo non ha alcun effetto positivo, in quanto non agisce sul reale motivo per cui viene messo in atto il comportamento problema, ma porta con sé una serie di conseguenze nocive per la persona punita, oltre a minare le basi di fiducia e di comprensione che sono il fondamento di una relazione educativa efficace. È necessario considerare i motivi che devono portare gli insegnanti a non utilizzare modalità di intervento punitive e, in generale, a valutare attentamente gli effetti delle risposte avversive sulla gestione della classe e degli alunni con autismo: un buon insegnante deve conoscere e praticare strategie di prevenzione dei comportamenti problema e mettere in atto alternative non avversive.
 

Relatori: Flavia Caretto , Giovanni Magoni , Luca Urbinati

Flavia

Caretto

Giovanni

Magoni

Luca

Urbinati