Relatore/Relatrice


Antonio Persico

Università di Modena e Reggio Emilia

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1986 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove ha ottenuto anche la specializzazione in Psichiatria nel 1990. Ha lavorato come Visiting Foreign Fellow presso il Natl. Inst. on Drug Abuse (Baltimora, MD) dal 1991 al 1994, esplorando tra i primi la genetica delle tossicodipendenze e gli effetti plastici degli psicostimolanti sul sistema nervoso. Ha lavorato successivamente presso l’Università “Campus Bio-Medico” di Roma dal 1995 al 2015, dove dal 2009 ha avviato l’attività clinica della U.O.S. di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza. 

Dal 2021 è Professore Universitario di I fascia in Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, dove dirige il Programma di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza della A.O.U. di Modena.

 

Attività


S10. Diagnosi differenziale e comorbidità nei disturbi dello spettro autistico


AMBITO CLINICO

 

L'intervento psicologico-educativo in presenza di comorbidità
Marco de Caris
(Presidente Cooperativa E.C.A.P. e Nuovi Orizzonti Scientifici, Roma)
Nelle persone con autismo l’espressione dei disturbi dell’umore, dell’ansia, dell’iperattività e dell’ossessione e compulsione, tende a essere spesso atipica e non sempre facilmente identificabile. Difficile è quindi non solo l'individuazione di aspetti che sono associati ma non peculiari dello spettro autistico, ma anche la messa in atto di strategie di intervento efficaci. La relazione prenderà in esame alcune delle principali strategie d'intervento psicoeducative che, associate a un intervento farmacologico mirato che tiene conto delle caratteristiche specifiche della persona nello spettro autistico, possono supportare un cambiamento a lungo termine e avere quindi una reale ricaduta sulla qualità della vita della persona stessa.

Disturbi dello spettro, comorbidità e dintorni: lo strano caso dell’ADHD
Massimo Molteni
(Direttore sanitario Associazione La Nostra Famiglia, IRCCS Medea, Bosisio Parini, Lecco)
Il concetto di spettro include criteri politetici, all’interno di una gradazione dimensionale, fondati sull’osservazione di «segni» condivisi con una molteplicità di disturbi e strutturati in sintomi discreti. Segni e sintomi che rimandano a funzioni e a probabili endofenotipi e che assumono connotazioni differenti sotto la pressione ambientale durante lo sviluppo: è complesso quindi definire, scomporre e riaggregare in cluster sintomatici differenti i comportamenti osservati, così da descrivere compiutamente la diagnosi principale e le condizioni di comorbidità che la attorniano. È indubitabile che una condizione iperattiva e di labilità attentiva, che si aggiunge alla inflessibilità cognitiva, alla povertà di comunicazione sociale e a interessi limitati e rigidi, condizioni moltissimo il fluire dell’apprendere e ne limiti la possibilità di «recovery».
Si può parlare quindi di due entità distinte con origini e storie separate che si intersecano complicandosi, oppure di un unico problema che si manifesta con gradazioni differenti di coinvolgimento delle diverse funzioni nel corso dello sviluppo? E ancora: ADHD gravi che, nel corso dello sviluppo, si complicano fino a diventare in comorbidità con disturbi dello spettro autistico, oppure sintomi autistici sempre presenti ma mascherati dal grave quadro di ADHD e che si manifestano pienamente solo con l’aumentare della complessità nella comunicazione sociale? Clinica, psicopatologia e patogenesi, neurobiologia: un intreccio complesso e ancora poco conosciuto che rende ragione della sostanziale povertà di terapie e di interventi efficaci. Tutto questo sarà oggetto di discussione e riflessione durante la relazione.

La nuova frontiera delle comorbidità: la dipendenza da smartphone, tablet e computer
Antonio Persico (Università di Messina e Programma Interdipartimentale «Autismo 0-90», A.O.U. Policlinico «G. Martino», Messina)
L’addiction da smartphone, tablet e computer nelle sue diverse forme è, soprattutto in età pediatrica, un fenomeno pandemico misconosciuto, proprio perché vissuto come «normale» dai genitori e dagli specialisti. Nel bambino autistico causa disforia astinenziale, tipicamente confusa con i «comportamenti problema», ritardo nello sviluppo del linguaggio, deficit degli apprendimenti e disturbi del sonno. Durante la relazione si delineeranno interventi e strategie terapeutiche e preventive.

 

Relatori: Marco de Caris , Antonio Persico , Massimo Molteni

Marco

de Caris

Antonio

Persico

Massimo

Molteni

S15. Psicopatologia e psicofarmacologia nei disturbi dello spettro autistico


AMBITO CLINICO

Introduce e coordina:
Marco Bertelli (Direttore Scientifico CREA - Centro Ricerca E Ambulatori, Fondazione San Sebastiano, Firenze e Presidente SIDiN - Società Italiana per i Disturbi del Neurosviluppo)

Comorbidità psichiatriche nel disturbo dello spettro autistico: diagnosi e trattamento
Stefano Vicari (IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e Istituto Rete, Roma)
Il 70% dei giovani con un disturbo dello spettro autistico ha almeno un disturbo psichiatrico in comorbidità, la cui diagnosi risulta complicata dalla difficoltà di riconoscerli. Il disturbo d’ansia sociale risulta il più frequente. Pochi studi guidano la prescrizione di farmaci nella popolazione con disturbi dello spettro autistico. Riconoscere e trattare precocemente le comorbidità psichiatriche è quindi un’esigenza sempre più avvertita sia dai clinici che dai caregivers.

Diagnosi psicopatologica negli adulti con disturbi del neurosviluppo con gravi difficoltà di insight e di comunicazione: implicazioni psicofarmacologiche
Marco Bertelli (Direttore Scientifico CREA - Centro Ricerca E Ambulatori, Fondazione San Sebastiano, Firenze e Presidente SIDiN - Società Italiana per i Disturbi del Neurosviluppo)
La disabilità intellettiva a basso livello adattativo e il disturbo dello spettro autistico a basso funzionamento rappresentano i disturbi del neurosviluppo col maggior grado di disabilità nell’ambito della comunicazione e della concettualizzazione. Valutare e diagnosticare un disturbo psichiatrico in queste persone è ancor più complesso di quanto lo sia in quelle con disabilità meno marcate, con la necessità di riferirsi a una semeiologia comportamentale e di superare difficoltà rilevanti di differenziazione. Un buon inquadramento clinico è un presupposto fondamentale all'abbandono di interventi farmacologici inappropriati, spesso basati su principi attivi con effetto neurolettico aspecifico.

I nuovi farmaci per l'autismo
Antonio Persico (Università di Messina e Programma Interdipartimentale «Autismo 0-90», A.O.U. Policlinico «G. Martino», Messina)
La mancanza di farmaci in grado di agire sui sintomi “core” del disturbo di spettro autistico è grandemente avvertita tra gli specialisti che se ne occupano. Questo disturbo è stato pertanto oggetto di un’intensa attività di ricerca farmaceutica nell’ultimo decennio. Tre nuovi farmaci appaiono particolarmente vicini a entrare nella pratica clinica: l’ossitocina intranasale, il balovaptan (antagonista del rec. V1A per la vasopressina) e la bumetanide (diuretico del cloro). Durante la relazione verranno brevemente trattati anche altri farmaci con evidenze più limitate di efficacia, come i farmaci glutamatergici (memantina e d-cicloserina), il sulforafano, l’agonista GABA-B arbaclofene ed altri.

 

Relatori: Antonio Persico , Stefano Vicari , Marco Bertelli

Antonio

Persico

Stefano

Vicari

Marco

Bertelli