AMBITO CLINICO
L'intervento psicologico-educativo in presenza di comorbidità
Marco de Caris (Presidente Cooperativa E.C.A.P. e Nuovi Orizzonti Scientifici, Roma)
Nelle persone con autismo l’espressione dei disturbi dell’umore, dell’ansia, dell’iperattività e dell’ossessione e compulsione, tende a essere spesso atipica e non sempre facilmente identificabile. Difficile è quindi non solo l'individuazione di aspetti che sono associati ma non peculiari dello spettro autistico, ma anche la messa in atto di strategie di intervento efficaci. La relazione prenderà in esame alcune delle principali strategie d'intervento psicoeducative che, associate a un intervento farmacologico mirato che tiene conto delle caratteristiche specifiche della persona nello spettro autistico, possono supportare un cambiamento a lungo termine e avere quindi una reale ricaduta sulla qualità della vita della persona stessa.
Disturbi dello spettro, comorbidità e dintorni: lo strano caso dell’ADHD
Massimo Molteni (Direttore sanitario Associazione La Nostra Famiglia, IRCCS Medea, Bosisio Parini, Lecco)
Il concetto di spettro include criteri politetici, all’interno di una gradazione dimensionale, fondati sull’osservazione di «segni» condivisi con una molteplicità di disturbi e strutturati in sintomi discreti. Segni e sintomi che rimandano a funzioni e a probabili endofenotipi e che assumono connotazioni differenti sotto la pressione ambientale durante lo sviluppo: è complesso quindi definire, scomporre e riaggregare in cluster sintomatici differenti i comportamenti osservati, così da descrivere compiutamente la diagnosi principale e le condizioni di comorbidità che la attorniano. È indubitabile che una condizione iperattiva e di labilità attentiva, che si aggiunge alla inflessibilità cognitiva, alla povertà di comunicazione sociale e a interessi limitati e rigidi, condizioni moltissimo il fluire dell’apprendere e ne limiti la possibilità di «recovery».
Si può parlare quindi di due entità distinte con origini e storie separate che si intersecano complicandosi, oppure di un unico problema che si manifesta con gradazioni differenti di coinvolgimento delle diverse funzioni nel corso dello sviluppo? E ancora: ADHD gravi che, nel corso dello sviluppo, si complicano fino a diventare in comorbidità con disturbi dello spettro autistico, oppure sintomi autistici sempre presenti ma mascherati dal grave quadro di ADHD e che si manifestano pienamente solo con l’aumentare della complessità nella comunicazione sociale? Clinica, psicopatologia e patogenesi, neurobiologia: un intreccio complesso e ancora poco conosciuto che rende ragione della sostanziale povertà di terapie e di interventi efficaci. Tutto questo sarà oggetto di discussione e riflessione durante la relazione.
La nuova frontiera delle comorbidità: la dipendenza da smartphone, tablet e computer
Antonio Persico (Università di Messina e Programma Interdipartimentale «Autismo 0-90», A.O.U. Policlinico «G. Martino», Messina)
L’addiction da smartphone, tablet e computer nelle sue diverse forme è, soprattutto in età pediatrica, un fenomeno pandemico misconosciuto, proprio perché vissuto come «normale» dai genitori e dagli specialisti. Nel bambino autistico causa disforia astinenziale, tipicamente confusa con i «comportamenti problema», ritardo nello sviluppo del linguaggio, deficit degli apprendimenti e disturbi del sonno. Durante la relazione si delineeranno interventi e strategie terapeutiche e preventive.