Relatore/Relatrice


Massimo Molteni

Associazione La Nostra Famiglia, IRCCS Eugenio Medea, Bosisio Parini, Lecco

Specialista in Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, master al Cergas Università Bocconi con abilitazione al ruolo di Direttore Sanitario e Direttore Generale delle aziende sanitarie, è inoltre Responsabile del Dipartimento di Psicopatologia dell'Età evolutiva dell'IRCCS Eugenio Medea e Direttore Sanitario dell'Associazione La Nostra Famiglia, ente senza scopo di lucro con 27 centri di riabilitazione per l'età evolutiva diffusi in tutta Italia. E' docente presso la scuola di specializzazione dell'Università Statale NPIA di Milano.

Autore e coautore di oltre 208 pubblicazioni su riviste peer rewied (H index 38 citazioni 4527) e capitoli di libri anche su problematiche bioetiche, responsabile di numerosi progetti di ricerca scientifica in ambito clinico. Membro di commissioni pubbliche in materia di autismo e disturbi del neurosviluppo nelle regioni Lombardia ed Emilia Romagna, membro del panel di esperti che sta rielaborando le Linee guida nazionali sull'autismo, membro del comitato etico IRCCS Eugenio Medea e del CD SINPIA fino a novembre 2021.

Attività


S10. Diagnosi differenziale e comorbidità nei disturbi dello spettro autistico


AMBITO CLINICO

 

L'intervento psicologico-educativo in presenza di comorbidità
Marco de Caris
(Presidente Cooperativa E.C.A.P. e Nuovi Orizzonti Scientifici, Roma)
Nelle persone con autismo l’espressione dei disturbi dell’umore, dell’ansia, dell’iperattività e dell’ossessione e compulsione, tende a essere spesso atipica e non sempre facilmente identificabile. Difficile è quindi non solo l'individuazione di aspetti che sono associati ma non peculiari dello spettro autistico, ma anche la messa in atto di strategie di intervento efficaci. La relazione prenderà in esame alcune delle principali strategie d'intervento psicoeducative che, associate a un intervento farmacologico mirato che tiene conto delle caratteristiche specifiche della persona nello spettro autistico, possono supportare un cambiamento a lungo termine e avere quindi una reale ricaduta sulla qualità della vita della persona stessa.

Disturbi dello spettro, comorbidità e dintorni: lo strano caso dell’ADHD
Massimo Molteni
(Direttore sanitario Associazione La Nostra Famiglia, IRCCS Medea, Bosisio Parini, Lecco)
Il concetto di spettro include criteri politetici, all’interno di una gradazione dimensionale, fondati sull’osservazione di «segni» condivisi con una molteplicità di disturbi e strutturati in sintomi discreti. Segni e sintomi che rimandano a funzioni e a probabili endofenotipi e che assumono connotazioni differenti sotto la pressione ambientale durante lo sviluppo: è complesso quindi definire, scomporre e riaggregare in cluster sintomatici differenti i comportamenti osservati, così da descrivere compiutamente la diagnosi principale e le condizioni di comorbidità che la attorniano. È indubitabile che una condizione iperattiva e di labilità attentiva, che si aggiunge alla inflessibilità cognitiva, alla povertà di comunicazione sociale e a interessi limitati e rigidi, condizioni moltissimo il fluire dell’apprendere e ne limiti la possibilità di «recovery».
Si può parlare quindi di due entità distinte con origini e storie separate che si intersecano complicandosi, oppure di un unico problema che si manifesta con gradazioni differenti di coinvolgimento delle diverse funzioni nel corso dello sviluppo? E ancora: ADHD gravi che, nel corso dello sviluppo, si complicano fino a diventare in comorbidità con disturbi dello spettro autistico, oppure sintomi autistici sempre presenti ma mascherati dal grave quadro di ADHD e che si manifestano pienamente solo con l’aumentare della complessità nella comunicazione sociale? Clinica, psicopatologia e patogenesi, neurobiologia: un intreccio complesso e ancora poco conosciuto che rende ragione della sostanziale povertà di terapie e di interventi efficaci. Tutto questo sarà oggetto di discussione e riflessione durante la relazione.

La nuova frontiera delle comorbidità: la dipendenza da smartphone, tablet e computer
Antonio Persico (Università di Messina e Programma Interdipartimentale «Autismo 0-90», A.O.U. Policlinico «G. Martino», Messina)
L’addiction da smartphone, tablet e computer nelle sue diverse forme è, soprattutto in età pediatrica, un fenomeno pandemico misconosciuto, proprio perché vissuto come «normale» dai genitori e dagli specialisti. Nel bambino autistico causa disforia astinenziale, tipicamente confusa con i «comportamenti problema», ritardo nello sviluppo del linguaggio, deficit degli apprendimenti e disturbi del sonno. Durante la relazione si delineeranno interventi e strategie terapeutiche e preventive.

 

Relatori: Marco de Caris , Antonio Persico , Massimo Molteni

Marco

de Caris

Antonio

Persico

Massimo

Molteni