Relatore/Relatrice


Veruska Menghini

Assistente Sociale Specialista

Assistente Sociale Specialista, ha conseguito una Laurea di I Livello in Scienze e Tecniche Psicologiche delle relazioni e delle organizzazioni sociali e un Master di II livello in Management delle RSA. Nella sua esperienza ha lavorato come Assistente sociale in area geriatrica e psichiatrica, responsabile di Centro Diurno Integrato, Consultorio Familiare e direttore di RSA.
Dal 2018 collabora con il Network Non Autosufficienza (NNA) nella Redazione de I Luoghi della cura online. Collabora con l'Università Cattolica del Sacro Cuore all'interno del Corso di Laurea in Scienze del Servizio Sociale e con la Fondazione Nazionale Assistenti Sociali (FNAS).

Attività


S1. Social work e non autosufficienza: lavorare nella complessità


Coordinamento: 
Marco Noli (Università Cattolica di Milano)

Il social work con le persone non autosufficienti: quali spazi di lavoro oltre le prestazioni standardizzate? Cosa è rimasto e cosa è cambiato in seguito all’emergenza sanitaria
Francesca Corradini (Centro di ricerca Relational Social Work, Università Cattolica di Milano) - Intervento in presenza
Il lavoro degli assistenti sociali che si occupano di non autosufficienza è caratterizzato da un'elevata standardizzazione delle prestazioni. Questo potrebbe fare ritenere che l'impegno dei professionisti si esaurisca nell'attivazione di procedure che richiedono un basso livello di discrezionalità professionale, a differenza del lavoro in altre aree ritenute maggiormente complesse e, al contempo, qualificanti. Tuttavia, le ricerche e le testimonianze dei professionisti ci mostrano un mondo molto più complesso, in cui l'attivazione di servizi e prestazioni si inserisce all'interno di percorsi più ampi e le competenze di diversi professionisti si intrecciano con le risorse che mettono in campo le famiglie. Gli assistenti sociali si muovono all'interno di questa complessità, tessendo le fila delle relazioni tra il mondo dei servizi e le famiglie, ascoltando le esigenze dei cittadini e valorizzando le reti informali. È un lavoro delicato e spesso nascosto, che tuttavia risulta cruciale per poter costruire percorsi efficaci, che tengano conto da un lato della libertà di scelta delle persone, dall'altro della necessità di ottimizzare le scarse risorse disponibili. L’emergenza sanitaria ha portato ulteriore complessità e l’apertura di scenari completamente nuovi, di fronte ai quali l’organizzazione dei servizi non era preparata, dal momento che le situazioni emergenziali incontrate finora, nel nostro Paese o anche all’estero, erano di natura differente. Il lavoro con le persone non autosufficienti, sia a domicilio che in struttura, ha richiesto una necessaria ridefinizione, soprattutto per continuare a garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone anziane e dei loro caregiver.

Riconoscere i maltrattamenti e ripensare le relazioni ai tempi del Covid-19
Luisa Lomazzi (Professoressa SUPSI, Lugano) - Intervento in presenza
Quali sono i principali elementi alla radice dei maltrattamenti e quali invece volti alla promozione di una cultura comune che metta al centro il rispetto incondizionato della persona anziana e della sua volontà, soprattutto di questi tempi? Verrà proposta una riflessione a partire dai risultati di una ricerca-azione condotta in diverse case per anziani ticinesi finalizzata alla prevenzione dei maltrattamenti nei servizi rivolti a persone anziane.

Integrazione sociosanitaria nella non autosufficienza: modelli innovativi di intervento
Carla Moretti (Centro di Ricerca e Servizio sull’Integrazione Socio-Sanitaria, Università Politecnica delle Marche) - Intervento a distanza
Le nuove concezioni di salute hanno determinato la necessità di un nuovo paradigma assistenziale, in cui lo sviluppo della salute viene raggiunto attraverso servizi di prossimità e di accompagnamento. A partire da questo approccio verrà presentata l’esperienza, realizzata nella Regione Marche, relativa all’integrazione dell’assistente sociale negli studi dei medici di medicina generale, volta ad attuare un modello integrato di assistenza sociosanitaria che pone centralità alla persona, alla famiglia e ai loro contesti di vita.

Anziani non autosufficienti e assistenza domiciliare: l'impatto del Covid-19. Un sistema debole da riformare
Veruska Menghini (I Luoghi della cura online, Istituto San Giuseppe di Villa D'Adda, Bergamo) - Intervento in presenza
Indipendentemente dai modelli organizzativi regionali, l'assistenza domiciliare in Italia si dimostra una risposta ancora residuale e, l’emergenza sanitaria Covid-19, ne ha mostrato le più profonde debolezze strutturali e progettuali. Oggi più di prima è fondamentale ripensare con decisione a riformare i sistemi di assistenza domiciliare affinché essi diventino una soluzione, sostenibile ed efficace, per le famiglie chiamate ad affrontare i bisogni complessi degli anziani non autosufficienti. Aumento delle risorse legato a nuove progettualità, integrazione e fermo coordinamento tra interventi diversi, flessibilità nei processi di risposta, tempestività…questi sono alcuni degli elementi critici del settore domiciliare, già presenti nell’era pre Covid-19, che devono, oggi, diventare i punti di partenza per una riforma del settore domiciliare.

Anziani non autosufficienti e assistenza residenziale: l'impatto del Covid-19, tra sicurezza e qualità della vita
Massimo Giordani (Direttore Upipa sc e Presidente di Qualità & Benessere srl) - Intervento in presenza
Quali misure di sicurezza sono state adottate per tutelare le strutture residenziali per anziani, in base alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e delle diverse regioni e province autonome? In questo intervento ci si soffermerà in particolare su quelle relative alla separazione tra strutture e territorio circostante, quelle riguardanti la compartimentazione delle strutture in aree più piccole e quelle relative al distanziamento fisico interpersonale.
Si cercherà di evidenziare come tali misure impattano sulla qualità della vita delle persone residenti all’interno di tali strutture, anche in relazione ai modelli di valutazione della qualità della vita basati su approcci bio-psico-sociali e non esclusivamente sanitari, con attenzione alla libertà, alle relazioni sociali e all’autorealizzazione delle persone dipendenti dagli altri per la vita quotidiana. Verranno inoltre presentate, partendo da alcuni esempi creativi ed innovativi portati avanti da singoli enti, alcune prospettive di conciliazione possibile tra sicurezza dal contagio e qualità della vita. 

 

Relatori: Francesca Corradini , Luisa Lomazzi , Veruska Menghini , Carla Moretti

Francesca

Corradini

Luisa

Lomazzi

Veruska

Menghini

Carla

Moretti