Relatore/Relatrice


Amanda Sharkey

Department of Computer Science, University of Sheffield, UK

BIOGRAFIA

È Senior Lecturer presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Sheffield, membro della Sheffield Robotics e del Consiglio d’amministrazione della Foundation for Responsible Robotics. Il suo background è interdisciplinare: dopo aver conseguito una prima laurea in Psicologia, ha ricoperto una varietà di posizioni di ricerca all’Università di Exeter, all’MRC, Cognitive Development Unit, a Yale e infine a Stanford (USA). Ha conseguito il dottorato in Psicolinguistica nel 1989 all’Università dell’Essex. Ha lavorato sull’apprendimento delle macchine all’Università di Exeter, prima di trasferirsi all’Università di Sheffield.

I suoi principali interessi di ricerca riguardano l’etica nell’utilizzo dei robot come cura e l’interazione uomo-macchina. Amanda Sharkey ha all’attivo più di 90 pubblicazioni. È stata membro del comitato scientifico per una serie di workshop internazionali sui sistemi di classificazione multipla (Multiple Classifier Systems), editor per la rivista scientifica “Connection Science” e membro dell’Institution of Engineering and Technology.

Attività


11. Anziani e robot: alla ricerca di un equilibrio tra sviluppo tecnologico e rischio dell'inganno

Companion robot: con questo termine ci si riferisce a dei dispositivi progettati per assistere le persone nei loro contesti di vita, svolgendo differenti funzioni. Gli anziani bisognosi di assistenza possono certamente farne uso, ma è necessario che si sentano a proprio agio quando trascorrono del tempo con questi robot. Ciò ha portato gli ingegneri a progettare dei dispositivi sempre più antropomorfi. Il rischio correlato a questo, però, è che gli anziani siano indotti a considerare i robot come degli esseri viventi.

Se da un lato chi ne fa uso può essere fuorviato da questa tecnologia, dall’altro l’ingegneria è arrivata a considerare la capacità di inganno come criterio per testare l’intelligenza del robot. Tale inganno porta a delle conseguenze rilevanti e preoccupanti in riferimento alla relazione che la persona anziana può instaurare con il dispositivo tecnologico. Per questo motivo ci troviamo di fronte a differenti interrogativi: la capacità del robot di ingannare può essere utilizzata come criterio per qualificarlo “intelligente”, “autonomo” e “vivente”? Se sì, con quale scopo? In riferimento alla relazione anziano-robot, a quali conseguenze e rischi andiamo incontro? È necessario prevenirli? Cosa può fare la tecnologia per ridurli? 

Relatori: Amanda Sharkey , Andrea Bertolini

Amanda

Sharkey

Andrea

Bertolini

Assistenza mediata dai robot: quali implicazioni etiche?

Relatori: Amanda Sharkey

Amanda

Sharkey