Relatore/Relatrice


Marco Bertelli

Direttore scientifico CREA - Centro Ricerca E Ambulatori, Fondazione San Sebastiano, Firenze e Presidente SIDiN - Società Italiana per i Disturbi del Neurosviluppo

BIOGRAFIA

BIOGRAFIA

Psichiatra e psicoterapeuta. Direttore scientifico del CREA (Firenze) e consulente clinico o supervisore per numerosi fornitori di servizi riabilitativi dell’intero territorio nazionale. Presidente SIDiN (Società Italiana per i Disturbi del Neurosviluppo), Presidente del WPA-WG ASD (Gruppo di Lavoro sul Disturbo dello Spettro Autistico dell’Organizzazione Mondiale di Psichiatria), Past President della WPA-SPID (Sezione Psichiatria della Disabilità Intellettiva dell’Organizzazione Mondiale di Psichiatria) e della EAMHID (Associazione Europea per la Salute Mentale nelle Disabilità Intellettive).
Autore di circa 350 comunicazioni o letture congressuali e di circa 200 pubblicazioni, in forma di articoli scientifici, capitoli di libri o interi libri, la maggior parte delle quali riferita alla psicopatologia, alla qualità di vita e alla nosologia dei disturbi dello spettro autistico e dello sviluppo intellettivo.
Ha svolto e svolge numerose attività di docenza presso Università e altri enti formativi nazionali e internazionali. È referee delle principali riviste del settore.
Nel 2011 è stato insignito della Honorary Membership a Vita dell'Associazione Mondiale di Psichiatria (WPA), per l'eccellenza nell'attività svolta e nel 2021 ha ricevuto il premio Leon Eisenberg dell’Università di Harvard per l’eccezionale attività di coordinamento e di leadership internazionale nel settore dei disturbi del neurosviluppo.

 

Attività


Prevalenza del disturbo dello spettro dell'autismo: un'analisi critica dei dati

Relatori: Marco Bertelli

Marco

Bertelli

S2. Diagnosi differenziale e comorbidità nei disturbi dello spettro autistico

 

Criteri di diagnosi differenziale e comorbidità nei disturbi dello spettro autistico e nella disabilità intellettiva - Marco Bertelli
Una prima diagnosi di disturbo dello spettro autistico (ASD) in età adulta può essere difficile, poiché è spesso caratterizzata da una sintomatologia sfumata e da aree di funzionamento psicosociale conservate. Le difficoltà nel definire i confini diagnostici tra ASD, altri disturbi del neurosviluppo e co-occorrenze psicopatologiche possono essere ancora più marcate, soprattutto nelle persone con maggiori difficoltà cognitive e di comunicazione. L’integrazione di un approccio dimensionale a quello categoriale può essere di grande aiuto. L’intervento affronterà le più recenti evoluzioni della ricerca sull’argomento.

Traiettorie di sviluppo nei primi anni di vita: differenze dimensionali o categoriali? - Massimo Molteni
I primi anni di vita sono cruciali per lo sviluppo: la necessità di una identificazione sempre più precoce di indicatori di anomalie per poter intervenire precocemente; la difficoltà di identificare segni e sintomi che nelle prime fasi di sviluppo si sovrappongono tra loro; lo sviluppo di indicatori neurofisiologici in grado di predire la successiva presenza di fenomeni clinici e sintomatici. Verso un futuro di una ulteriore parcellizzazione categoriale o aprire ad una diversa concettualizzazione evolutiva, clinica e prognostica?

 

Relatori: Marco Bertelli , Antonio Persico , Massimo Molteni

Marco

Bertelli

Antonio

Persico

Massimo

Molteni

S16. Buone prassi terapeutiche ed educative: servizi residenziali e Qualità della vita

 

Tutti a casa? L’abitare delle persone con disabilità, tra diritti e Qualità della Vita - Roberto Franchini
Durante e dopo la pandemia il dibattito sulle forme dell’abitare delle persone con disabilità è stato oggetto di una forte accelerazione, che rischia di condurre la discussione nelle strette di un dibattito ideologico, tra chi difende i servizi e chi, nel nome dei diritti, li attacca anche in modo radicale. La normativa internazionale (cfr. Convenzione ONU) e Nazionale (cfr. legge Quadro sulla disabilità) offre alcuni spunti, nel segno della cosiddetta de-istituzionalizzazione. D’altra parte, il mondo della ricerca, sulla base del principio dell’evidence-based, individua nel costrutto di Qualità della Vita l’indicatore (o per meglio dire la batteria di indicatori) utili a stabilire quale forma dell’abitare è più appropriata per ciascuna persona con disabilità, sposando l’ottica della personalizzazione e del Progetto di Vita, ed evitando il rischio di identificare una soluzione valida per tutti. Il contributo entra nel merito di questa dialettica, cercando di trarre il meglio dai diversi punti di vista, uscendo dallo sterile dualismo attacco-difesa. Al contempo, la riflessione conduce a individuare significato più autentico del termine “istituzionalizzazione”, inteso più come “dinamica” (che può avvenire dappertutto) che come “luogo” specifico. Tutti a casa, dunque? Sì, con la chiarezza, tuttavia, che “casa” si dice in molti modi, e che solo con una diversificazione delle soluzioni residenziali è possibile perseguire davvero il principio della Qualità della Vita e dell’Autodeterminazione.

Dal trattamento delle emergenze comportamentali allo sviluppo del potenziale umano Serafino Corti
L’incremento del tasso di prevalenza della popolazione con autismo, associato ad un contesto sociale e culturale sempre più complesso e stressante per tutti, sta facendo crescere, con maggior forza, il fenomeno delle emergenze comportamentali con un impatto decisamente negativo sulla qualità della vita della persona con autismo e dei suoi contesti. I comportamenti problematici e le psicopatologie associate alla condizione di autismo sono infatti fenomeni che non solo riducono la qualità del benessere fisico ed emotivo della persona con autismo ma che sono anche di grave ostacolo sia per le opportunità di inclusone sociale che per la costruzione di relazioni interpersonali rilevanti per la persona. Spesso, infatti, la presenza di questi due fenomeni sono la principale causa di dimissione della persona con autismo dai servizi diurni e residenziali o di richiesta di inserimento presso servizi per l’abitare ad alta intensità di sostegni. Durante l’intervento, partendo da queste considerazioni, verrà presentato un modello trattamento integrato delle emergenze comportamentali che si muove su tre diversi direttrici: la riduzione dei comportamenti disadattivi, il sostegno attraverso la formazione e la supervisione, dei contesti prossimi alla persona con autismo, il sostegno al potenziale di sviluppo della persona con autismo per garantire il suo massimo livello di autodeterminazione e realizzazione personale.

Correlare la misurazione della qualità di vita all'esperienza vissuta da individui e famiglie - Marco Bertelli
Spesso le persone con disabilità del neurosviluppo valutano la qualità della propria vita in modo diverso da come fanno le persone della popolazione generale: attribuiscono importanza ai vari ambiti della vita e provano soddisfazione negli stessi attraverso la lente delle proprie peculiarità e della propria esperienza vissuta. Per valutare in modo davvero utile l’efficacia degli interventi a loro rivolti, inclusi quelli per l’abitare, i dati raccolti con i vari strumenti e processi devono includere il maggior numero possibile dei fattori inerenti all’individualità. Anche la valutazione della qualità di vita della famiglia deve essere tenuta in considerazione, sempre attraverso l'esperienza vissuta dalla famiglia stessa.

Relatori: Marco Bertelli , Serafino Corti , Roberto Franchini

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