Relatore/Relatrice


Attività


The importance of an ethical approach on autism. L’importanza di un approccio etico nell’autismo

Relatori: Hilde De Clercq

Hilde

De Clercq

L’apprendimento nell’autismo: insegnare ad imparare

Relatori: Erica Salomone

Erica

Salomone

Autismi, Contestualismo e prospettive Life Span: verso una qualità della vita sostenibile

Relatori: Serafino Corti

Serafino

Corti

Diagnosi e riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico

AMBITO CLINICO

Introduce e coordina: Giovanni Valeri (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma)

 

  • Quali sono le strategie che si possono mettere in atto per il riconoscimento precoce dei bambini con disturbi dello spettro autistico?

Maria Luisa Scattoni (Ricercatore, Servizio di Coordinamento e supporto alla Ricerca, Istituto Superiore di Sanità, Roma)

  • È possibile individuare dei segnali predittivi (red flags) di un disturbo dello spettro autistico già nel primo anno di vita? Quali sono le possibili red flags?

Fabio Apicella (Ricercatore e Dirigente Psicologo, Fondazione Stella Maris IRCCS di Pisa)

  • Che cosa possono fare i genitori nel percorso dalla diagnosi all’intervento?

Erica Salomone (Research Fellow, Dipartimento di Psicologia, Università di Torino)

 

Relatori: Erica Salomone , Giovanni Valeri , Fabio Apicella , Maria Luisa Scattoni

Erica

Salomone

Giovanni

Valeri

Fabio

Apicella

Maria Luisa

Scattoni

Com’è cambiato il concetto di autismo: da disturbo a esito inguaribile fino a sindrome comportamentale

AMBITO CLINICO

Introduce e coordina: Michele Zappella (Neuropsichiatra infantile, Siena)

 

  • Qual è l’epidemiologia dei disturbi dello spettro autistico? E quali sono i relativi profili di sviluppo?

Flavia Chiarotti (Dirigente di Ricerca presso l'Istituto Superiore di Sanità, Roma)

  • L’inguaribilità è un destino ineluttabile per l’autismo e la disabilità intellettiva? É un alibi per le politiche di emarginazione e l’abbandono istituzionale?

Franco Nardocci (Neuropsichiatra infantile, Psichiatra, Past President SINPIA - Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza) 

  • Qual è la storia del metodo ABA in Italia e quali gli effetti del trattamento?

Carlo Ricci (Presidente Istituto Walden, Roma)

 

Relatori: Franco Nardocci , Carlo Ricci , Flavia Chiarotti , Michele Zappella

Franco

Nardocci

Carlo

Ricci

Flavia

Chiarotti

Michele

Zappella

Autismo in classe: come cambiare le idee per cambiare i contesti

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

Introduce e coordina: Paola Venuti (Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, Università di Trento)

 

  • Perché la scuola italiana, così avanzata per certi aspetti, incontra ancora difficoltà nel modificarsi per includere realmente gli studenti con disturbi dello spettro autistico?

Lucio Cottini (Università di Udine)

  • Che cosa si può fare nella scuola secondaria per includere realmente gli adolescenti con disturbi dello spettro autistico?

Erik Gadotti (Dirigente Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti Grafiche, Trento)

  • In che modo i videogiochi possono aiutare gli studenti a “sopravvivere” a scuola?

Nicola Pierini (Studente, Trento)

 

Relatori: Lucio Cottini , Paola Venuti , Erik Gadotti , Nicola Pierini

Lucio

Cottini

Paola

Venuti

Erik

Gadotti

Nicola

Pierini

Che linguaggio utilizzare quando parliamo di autismo? Linguaggio accettabile e disability studies

AMBITO CULTURALE-SOCIALE

Introduce e coordina: Pietro Cirrincione (Vicepresidente Autism Europe e Gruppo Asperger Onlus, Roma)

 

  • Come parlare di autismo? Quale linguaggio, quali parole utilizzare e quali invece non utilizzare e perché?

Flavia Caretto (Presidente Culturautismo Onlus, Roma)

  • Qual è la produzione teorica attuale sui temi delle problematiche relazionali, i Critical Autism Studies, con particolare riferimento a neurodiversità e identità nel contesto socioculturale?

Enrico Valtellina (Ricercatore in Disability Studies, Bergamo)

  • Il linguaggio come problema: il cambio di paradigma anche per l'autismo con i disability studies?

Roberto Medeghini (Laboratorio di ricerca per lo sviluppo dell’Inclusione Scolastica e Sociale e dei Disability Studies, Scienze della Formazione, Università di Roma Tre)

 

Relatori: Roberto Medeghini , Pietro Cirrincione , Flavia Caretto , Enrico Valtellina

Roberto

Medeghini

Pietro

Cirrincione

Flavia

Caretto

Enrico

Valtellina

Autismi: tra falsi miti e notizie infondate

AMBITO CULTURALE-SOCIALE

Introduce e coordina: Stefano Vicari (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma)

 

  • Come avviene la comunicazione e la diffusione di fake news sulla questione vaccini e autismo? È cambiato qualcosa nel corso del tempo?

Alberto Eugenio Tozzi (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma)

  • Perché crediamo alle bufale? Siamo forse analfabeti funzionali e manchiamo di cultura scientifica?

Roberta Villa (Medico e giornalista scientifico)

  • Perché, nonostante le evidenze scientifiche, le linee guida e una legge nazionale, c'è ancora qualcuno che pensa esista una relazione di causa tra la famiglia e l’autismo?

Stefania Stellino (Presidente Angsa Lazio Onlus)

 

Relatori: Stefano Vicari , Stefania Stellino , Alberto Eugenio Tozzi , Roberta  Villa

Stefano

Vicari

Stefania

Stellino

Alberto Eugenio

Tozzi

Roberta

Villa

Regolazione, Interazione e Integrazione nello sviluppo della comunicazione e delle abilità sociali: l’intervento Musicoterapeutico e Neuropsicomotorio nel lavoro con i genitori

AMBITO CLINICO

Alcune delle difficoltà che coinvolgono le persone nello spettro autistico, riguardano lo stabilire relazioni intersoggettive nei primi anni di vita, con importanti effetti sulla comunicazione interpersonale e nell’adattamento all’ambiente.

L’intervento Musicoterapeutico, nel modello di trattamento dell’ODFLab dell’Università di Trento, prevede un processo di integrazione delle funzioni che inizia con la costruzione della sincronia nell’interazione con il bambino, attraverso la regolazione sensoriale ed emotiva verso lo sviluppo di nuove abilità sociali.

L’efficacia degli interventi è verificata con strumenti specifici della ricerca. L’intervento Neuropsicomotorio si focalizza invece sulla presa in carico precoce, sulle procedure valutative e di individuazione degli obiettivi terapeutici orientati a favorire la regolazione, l’integrazione e l’interazione al fine di sollecitare lo sviluppo comunicativo-sociale e le funzioni adattive. Attraverso la Scheda di Osservazione Neuropsicomotoria (SON) emergono i cambiamenti dei bambini, i punti di forza e l’individuazione delle aree da sollecitare in ambito familiare.

Ultimamente è frequente il ricorso ad approcci evolutivi che coinvolgono in modo intensivo i genitori ed hanno come obiettivo generale il miglioramento della comunicazione e dell’interazione sociale (Zwaigenbaum et al 2015 Pediatrics). Su questo aspetto le nostre équipe cooperano nell’individuazione di specifiche procedure che, in fase precoce, valorizzino nei genitori e negli insegnanti il senso di competenza e autoefficacia, sostenendoli durante le fasi del percorso di cura e rendendoli parte attiva del programma di attivazione e stimolazione dell’attenzione congiunta, dell’interazione e della comunicazione intenzionale.

 

Relatori: Andrea Bonifacio , Giovanna Gison , Stefano Cainelli

Andrea

Bonifacio

Giovanna

Gison

Stefano

Cainelli

Possibili interventi di CAA nell’autismo: tra utente e contesto, tra età evolutiva ed età adulta

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

Molti sono i modelli di intervento in comunicazione aumentativa, e le loro possibili declinazioni nell’autismo, a partire dall’età evolutiva e verso l’età adulta. All’interno del workshop, verranno presentate alcune possibili modalità per affrontare l’avvio dell’intervento, la sua estensione, il coinvolgimento dei contesti e la rimodulazione nel tempo. Si prenderà inoltre in esame il tema dell’identificazione delle aree prioritarie, della sostenibilità e della transizione all’età adulta. Verrà infine affrontato il tema del supporto precoce alla comprensione linguistica e il suo ruolo nella prevenzione dei disturbi del comportamento.

Relatori: Maria Antonella Costantino , Mara Marini , Carla Tagliani , Luca Errani

Maria Antonella

Costantino

Mara

Marini

Carla

Tagliani

Luca

Errani

Le eziologie nell'autismo

AMBITO CLINICO

 

Per un approccio coerente al tema

Franco Nardocci (Neuropsichiatra infantile e psichiatra, Past President SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza)

L’apparente discordanza semantica, riportata nel titolo del simposio, con l’uso del plurale “eziologie” e, di contro, del singolare “autismo”, vuole richiamare non solo il lungo confronto scientifico sull’evoluzione delle ipotesi sulle sue cause, ma soprattutto affrontare le conoscenze attuali che ci indirizzano verso una visione molto più articolata e complessa dei percorsi di sviluppo correlati ai disturbi dello spettro autistico.

 

Fattori di rischio ambientali per l’autismo

Aldina Venerosi (Centro di Riferimento per le Scienze comportamentali e la Salute mentale, Istituto Superiore di Sanità, Roma)

Molti studi sono stati compiuti per evidenziare fattori contingenti al concepimento, alla gravidanza e alla nascita che possano essere considerati fattori di rischio che concorrono, insieme a una specifica suscettibilità poligenetica, alla perturbazione dello neurosviluppo. Il loro studio rappresenta un contributo all’identificazione di elementi preventivi allo sviluppo dell’autismo che sarà oggetto della presente relazione.

 

Disturbi dello spettro autistico e neurodiversità: possibili Biomarkers clinici e neurobiologici

Paola Visconti (Responsabile Centro Disturbi del Neurosviluppo, IRCCS-ISNB Ospedale Bellaria, Bologna)

I disturbi dello spettro autistico hanno evidenziato, in questi ultimi cinque anni, un incremento massiccio della loro prevalenza ed incidenza. Clinici e ricercatori stanno lavorando sul riconoscimento di biomarcatori che possano precocemente segnalare la presenza di ASD e portare ad un intervento precoce. La presente relazione passerà in rassegna alcuni dei possibili segnali clinici e neurobiologici messi in luce dalle ricerche e che sono alla base dello sviluppo di connessioni cerebrali atipiche e del concetto di neurodiversità.

 

Patogenesi dell’autismo: link tra biomarcatori, meccanismi patogenetici e interventi terapeutici mirati

Antonio Persico (Responsabile Programma Interdipartimentale “Autismo 0-90”, A.O.U. Policlinico "Gaetano Martino” e Università di Messina)

Il disturbo dello spettro autistico riconosce una molteplicità di cause che tendenzialmente convergono su un numero relativamente limitato di meccanismi patogenetici. Identificare il meccanismo coinvolto nella patogenesi del singolo paziente è un requisito fondamentale per poter passare ad una fase terapeutica mirata e personalizzata. Questo richiede l’identificazione di biomarcatori validi e uno stretto legame tra biomarcatore e meccanismo disfunzionale. Durante l’intervento verrà fornita una panoramica della letteratura corrente rispetto al tema e saranno presentati alcuni dati relativi agli studi in corso presso il nostro Programma, tra cui quelli relativi al progetto collaborativo NIDA (Network italiano per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico) coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità.   

 

Relatori: Franco Nardocci , Antonio Persico , Paola Visconti , Aldina Venerosi

Franco

Nardocci

Antonio

Persico

Paola

Visconti

Aldina

Venerosi

Parent Training e percorsi di sostegno familiare nell’autismo

AMBITO CLINICO

Criteri e indicazioni di lavoro terapeutico con le famiglie

Cristina Menazza (U.O.C. di Neuropsicopatologia dello Sviluppo, AULSS 4 San Donà di Piave (VE) e Polo Blu - Servizi per l'Età Evolutiva e l'Autismo, Padova)

Il simposio illustrerà alcuni approcci di sostegno alle famiglie di persone con autismo. Si proporrà una riflessione sui criteri e sulle variabili da considerare per la scelta delle azioni terapeutiche più appropriate ed efficaci. Verranno inoltre mostrate alcune strategie ed esemplificazioni tratte dalla pratica clinica, in particolare applicate alla gestione dei comportamenti problema.

 

Cosa posso fare per aiutare mio figlio?

Cesarina Xaiz (Psicomotricista e terapista della famiglia, Laboratorio Psicoeducativo di La Valle Agordina -BL)

I genitori di bambini con ASD vivono con sconcerto e dolore la diagnosi e si pongono il problema di come intervenire il più precocemente possibile. L’approccio di lavoro che verrà presentato, pone al centro del trattamento il ruolo delle famiglie per favorirne il benessere, perseguendo mete realistiche. L’obiettivo è quello di aiutare i genitori ad insegnare ai loro bambini ciò che possono imparare anche nelle aree più compromesse come l’interazione sociale e la comunicazione.

 

Il Parent Training per genitori di persone con Sindrome di Asperger

Ljanka Dal Col (PhD, Psicologa e Psicoterapeuta, Laboratorio Psicoeducativo di La Valle Agordina -BL)

Oggi abbiamo gli strumenti necessari per fare una diagnosi precoce di Sindrome di Asperger. Ciò permette di impostare una modalità di lavoro con i genitori finalizzata alla comprensione di come intervenire con i propri figli. Il parent training mantiene la sua rilevanza durante tutto il percorso di crescita del bambino, nel diventare ragazzo e poi adulto, e risulta cruciale specialmente nelle situazioni in cui la diagnosi viene effettuata tardi. Durante l’intervento, verranno evidenziate le modalità e i temi ricorrenti del Parent Training, sottolineando l’importanza della partecipazione dei genitori anche quando i figli sono già grandi.

 

Sostenere la famiglia per potenziare i sostegni

Serafino Corti (Direttore Dipartimento delle Disabilità, Fondazione Sospiro ONLUS, Università Cattolica di Brescia) e Laura Alzani (Responsabile Ambulatorio abilitativo per l’età evolutiva, Fondazione Sospiro Onlus, Cremona)

È ormai ampiamente dimostrato come il miglioramento dei percorsi abilitativi delle persone con autismo è strettamente connesso alla “capacità e opportunità” di coinvolgere i famigliari nei trattamenti terapeutici. Per questo motivo, ciascun programma abilitativo prevede diverse procedure di sostegno alla famiglia: attività individuali, di piccolo gruppo e gruppo allargato, ciascuna delle quali è finalizzata al potenziamento abilitativo del minore e al miglioramento della Qualità della Vita della famiglia.

 

Relatori: Serafino Corti , Ljanka  Dal Col , Cristina Menazza , Cesarina Xaiz , Laura Alzani

Serafino

Corti

Ljanka

Dal Col

Cristina

Menazza

Cesarina

Xaiz

Laura

Alzani

Imparare ad imparare con l’aiuto dei pari. Il Peer tutoring come sfida per la scuola e le altre comunità educanti

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

Peer tutoring a scuola. Norme, regole e strumenti per promuovere l’aiuto educativo e didattico tra/per i pari

Claudia Munaro (Referente Inclusione e coordinatrice Sportello Autismo e Servizio Disturbi Comportamento, USR Veneto – Ufficio VIII Ambito Territoriale di Vicenza)

Nell’intervento saranno condivisi i principali riferimenti legislativi e orientamenti pedagogici e alcuni strumenti operativi utili a promuovere ambienti inclusivi dove tutti gli alunni possano sperimentare attivamente esperienze di aiuto reciproco con l’obiettivo di acquisire competenze di cittadinanza attiva. I docenti, gli alunni tutor e tutee, all’interno di un setting strutturato e condiviso con le famiglie, si ascoltano, accordano e agiscono, ognuno con la propria specificità, nell’ottica di promuovere il benessere del loro contesto di insegnamento-apprendimento.

 

Il coinvolgimento dei pari a scuola nell’aiuto del compagno con autismo. Valenze e valori emersi dalla ricerca internazionale

Lucio Cottini (Professore ordinario di Didattica e Pedagogia speciale, Università di Udine)

Avere a fianco un compagno che, a scuola, ci aiuti a capire come fare, cosa dire può rendere il percorso di apprendimento più comprensibile, motivante e coinvolgente. Ma a partire da quale età dello sviluppo gli educatori e gli insegnanti possono proporre la tecnica del peer tutoring? Quali sono le valenze e i valori sottesi a questo approccio metodologico? Nell’intervento saranno condivisi gli indirizzi psico-pedagocici e i risultati di alcune ricerche internazionali che consentiranno di capire quando e come promuovere il coinvolgimento attivo del gruppo dei pari al fine di favorire l’educa-zione e l’apprendimento d un coetaneo fragile e/o con bisogni educativi complessi, come ad esempio nel caso dei Disturbi dello Spettro Autistico.

 

Guarda cosa dico. Una proposta di formazione alla sezione/classe inclusiva rivolta ai bambini dai 3 ai 6 anni che accolgono un compagno con disturbi nello spettro dell’autismo

Chiara Dalla Vecchia (Insegnante specializzata, scuola dell’infanzia “S.S. Trinità”, Schio -VI)

Una scuola inclusiva dovrebbe permettere ad ognuno di trovare lo spazio di espressione e di apprendimento, in un contesto accogliente perché pensato e progettato per tutti. Nella prospettiva del peer to peer, la proposta veicolata attraverso sfondo integratore dello Gnomo Bartolomeo – un pupazzo parlante – si prefigge di valorizzare la presenza di ogni bambino all’interno della sezione e di affinare la capacità di interazione tra pari, esplorando l’uso di vari canali comunicativi e sperimentando strategie efficaci per mettersi in relazione con l’altro.

 

Continuità e orientamento con i compagni tutor. Insieme alla scoperta dei propri talenti e itinerari di vita

Marialuisa Tonietto (Docente specializzata, Istituto Comprensivo di Romano d’Ezzelino – VI)

Il passaggio di continuità ad un nuovo ambiente ad un nuovo ordine scolastico, la scelta di un nuovo percorso di studi che valorizzi e rassicuri ogni alunno sono elementi fondamentali nel processo educativo. Essi possono essere sostenuti ed arricchiti dalla presenza dei pari attraverso azioni progettate di collaborazione e peer tutoring, che facilitino il benessere e il successo formativo anche degli alunni con disturbi dello spettro dell’autismo.

 

La pratica educativa del modello COMPASS e dell’Intervento Mediato dai Pari. Programmi evidence-based per favorire l’inclusione scolastica e lavorativa di adolescenti nelle condizioni dello spettro autistico

Anna Rita Attanasio (Referente per l’autismo, I.P.S.E.O.A. “Vincenzo Gioberti”, Roma)

Il presente lavoro intende descrivere le buone prassi utilizzate presso l’I.P.S.E.O.A. “Vincenzo Gioberti” di Roma per l’inclusione scolastica e lavorativa di ragazzi con autismo, declinate secondo un programma di collaborazione scientifica con l’Università “La Sapienza” di Roma, tramite l’utilizzo del programma COMPASS e degli interventi mediati dai pari. Durante l’intervento saranno illustrate le diverse fasi della programmazione educativa di un ragazzo con disturbi dello spettro autistico.

 

Relatori: Lucio Cottini , Claudia Munaro , Chiara Dalla Vecchia , Marialuisa Tonietto , Anna Rita Attanasio

Lucio

Cottini

Claudia

Munaro

Chiara

Dalla Vecchia

Marialuisa

Tonietto

Anna Rita

Attanasio

Studenti universitari nello spettro autistico

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

Studi universitari: una possibilità come un’altra 

Laura Imbimbo (Gruppo Asperger ONLUS)

Per le persone con disabilità frequentare l’Università è un diritto sancito dalla legge 104/92, ma per l'autismo tutto è più complesso. Ciò è dovuto sia alla mancanza di consapevolezza e formazione del personale accademico sullo spettro autistico, sia alla presenza di tanti e falsi miti (es. “istruzione superiore”, “intelligenza autistica”) che non tengono conto degli aspetti pratici e realistici collegati a tale condizione. 

 

Tra il possibile e il reale 

Chiara Bazzan (Psicologa, Gruppo Asperger ONLUS)

La scelta del percorso universitario da intraprendere comporta una serie di considerazioni: mediare tra interessi specifici ed esigenze di mercato, fare compromessi tra desideri (infiniti) di approfondimento e richieste (le più varie) del corso di studi, distinguere tra le possibilità di supporto pubblico e quello privato. Il tutto è accompagnato da un sano senso di realtà nel cogliere la sfida posta, ovvero, che l’università sia un’esperienza di integrazione e crescita e non un lungo parcheggio all’apparenza “salvifico”.

 

Neurodiversità e Università 
Carolina Coco (ODFLab - Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione, Università di Trento)

L’Università di Trento ha avuto, fin dal 2009, una particolare attenzione per gli studenti con disturbo dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorders, ASD) ed è stato creato un modello di supporto fornito dal Servizio di Consulenza Psicologica che prevede una presa in carico individuale ed un intervento sull’ambiente accademico. É infatti necessario far conoscere la neurodiversità degli studenti con ASD sia ai compagni di corso che ai professori del corso di laurea. Un ulteriore supporto è rivolto alle famiglie che affrontano le richieste di autonomia del figlio con molti dubbi, paure e perplessità per l’evidenza, almeno iniziale, delle loro difficoltà. Sulla base di questa esperienza e delle criticità emerse, a gennaio 2018 prende l’avvio lo spazio “Università e Neurodiversità” che oltre a fornire i precedenti servizi vuole essere un’occasione di incontro e confronto per gli studenti con ASD, uno spazio per attivare rapporti, sviluppare interessi in comune e prepararsi al futuro professionale. L’obiettivo del lavoro sarà presentare i primi passi di questa nuova iniziativa.

 

La carriera scolastica di uno studente Asperger non certificato 
Samuel Segato (Dottore magistrale, Università Cà Foscari, Venezia)

Inevitabilmente, all’inizio della propria carriera universitaria grava il peso del percorso scolastico precedente. Le difficoltà pregresse, superate con fatica, lasciano comunque una traccia, costituendo un peso che, talvolta, è difficile da sostenere. Tuttavia, dato che la struttura dei percorsi di studio universitari richiede una minore interazione diretta e soprattutto una minore dipendenza dagli altri studenti e dagli stessi insegnanti, questa condizione favorisce la possibilità di lavorare con maggiore libertà e serenità. 

 

Relatori: Chiara Bazzan , Laura Imbimbo , Carolina Coco , Samuel Segato , Alessandra Spanò

Chiara

Bazzan

Laura

Imbimbo

Carolina

Coco

Samuel

Segato

Alessandra

Spanò

Crescere con l’autismo. Modelli di intervento ed esperienze nella prospettiva del “dopo di noi”

AMBITO CULTURALE-SOCIALE

Persone, non cose

Donata Pagetti Vivanti (Rappresentante FID – Forum Italiano sulla Disabilità e European Disability Forum)

La valutazione dell’età di sviluppo cognitivo e adattivo come base per l’intervento, induce a pensare alle persone con autismo come a eterni bambini che poi, con la crescita somatica, diventano “ragazzi” per sempre. Ma le persone con autismo non sono oggetti senza tempo e, crescendo come tutti, hanno esigenze e aspirazioni da uomini e donne. Il rispetto per la loro umanità intrinseca è la chiave per modificare approcci e prospettive.

 

Vita indipendente: come ti preparo?

Francesca Faggi (Fondazione Opera Santa Rita, Prato)

L'intervento ha come obiettivo quello di presentare due protocolli tecnici per la formazione e l'accompagnamento di persone con autismo alla vita indipendente. Il primo protocollo riguarda persone con autismo e grave disabilità intellettiva, all'interno di in un processo di deistituzionalizzazione. Il secondo protocollo riguarda, invece, soggetti con un buon funzionamento e disabilità intellettiva lieve. Entrambi i protocolli sono suddivisi per obiettivi, step, strategie tecniche e modalità operative che si propongono di essere un modello ripetibile in altri contesti. 

 

L’autismo sulle proprie gambe. L’esperienza di Casa “Sebastiano”

Giovanni Coletti (Presidente Fondazione Trentina per l’Autismo Onlus)

Camminare sulle proprie gambe, questo fanno i “grandi”, ma non sempre è possibile. Confrontarsi con l’autismo nelle persone adulte richiede l’apertura verso un orizzonte temporale che non ci comprende, ma che vedrà questi ragazzi sperimentare il mondo senza di noi. È allora imprescindibile creare progetti di vita di qualità e sostenibili, che assicurino le condizioni per un futuro stabile di benessere, inclusione sociale e lavorativa. Casa “Sebastiano” non è un punto di arrivo, ma di partenza.

 

Il ruolo della famiglia nel contesto normativo attuale: un’esperienza concreta

Giovanni Marino (Presidente Fondazione Marino per l'Autismo Onlus, Reggio Calabria)

La normativa vigente orienta la famiglia in ogni fase di vita del proprio figlio con autismo, specialmente quando, da adulto, sarà necessario progettare il suo futuro di vita indipendente. La legge 122 sul "dopo di noi " non fornisce gli strumenti di sostegno necessari per iniziative concrete e, ancora oggi, il dopo di noi rimane a carico delle famiglie. La Fondazione Marino per l'Autismo Onlus è una struttura residenziale di 10 posti letto accreditata dalla Regione Calabria e realizzata dall’iniziativa di una singola famiglia. I risultati dopo 10 anni di attività sono superiori alle attese, ma resta il limite derivante dalla responsabilità del dopo di noi su una singola famiglia. Si raccomandano perciò iniziative di famiglie associate per garantire la continuità gestionale.

 

Relatori: Donata Pagetti , Giovanni Coletti , Giovanni Marino , Francesca Faggi

Donata

Pagetti

Giovanni

Coletti

Giovanni

Marino

Francesca

Faggi

Tecnologie e autismi: ricerca, didattica, trattamento

AMBITO EDUCATIVO-DIDATTICO

Le nuove tecnologie applicate al campo dell’autismo sono ormai, già dalla fine del secolo scorso, al centro dell’interesse da parte di clinici, ricercatori ed educatori. Negli ultimi anni, la disponibilità di strumenti sempre più sofisticati e portabili (anche sul versante della realtà virtuale e aumentata) e il costante incremento di proposte e progetti ha sancito un ulteriore passo in avanti nella promozione di un miglioramento reale della qualità della vita delle persone con autismo. Il presente workshop intende fare il punto sullo stato dell’arte delle nuove tecnologie nel campo dei disturbi dello spettro autistico, sia sul versante educativo-abilitativo, sia su quello della ricerca e dell’innovazione.

Relatori: Giuseppe Maurizio Arduino , Franca Garzotto , Cristina Becchio , Massimo Molteni

Giuseppe Maurizio

Arduino

Franca

Garzotto

Cristina

Becchio

Massimo

Molteni

Autismi e linguaggi drammatico-espressivi nel teatro e nel cinema

AMBITO CULTURALE-SOCIALE

Negli ultimi anni, si sono moltiplicate le esperienze e i progetti che vedono coinvolti ragazzi e adolescenti nello spettro autistico in attività di teatro e cinema. I linguaggi espressivo-artistici, infatti, possono rappresentare una risorsa importante nel potenziare le abilità sociali dei ragazzi e nel favorire la costruzione di una rete tra famigliari, scuola e servizi. Durante il workshop saranno presentate e analizzate alcune importanti esperienze teatrali e cinematografiche, progettate con finalità terapeutiche e psicoeducative e realizzate nel contesto italiano.

Relatori: Simonetta Lumachi , Vincenzo Di Gemma , Rosa Mandia , Silvano Solari , Barbara Sbragi

Simonetta

Lumachi

Vincenzo

Di Gemma

Rosa

Mandia

Silvano

Solari

Barbara

Sbragi

La selettività alimentare nel disturbo dello spettro autistico: cause, manifestazioni e trattamento

AMBITO CLINICO

Selettività alimentare: definizione, stato dell'arte e specificità nel disturbo dello spettro autistico

Giulia Giovagnoli (Centro Scientifico di Neuropsichiatria AITA, Roma)

Spesso i bambini manifestano comportamenti disfunzionali durante il pasto. Tra questi, la selettività alimentare ne rappresenta uno dei più invalidanti a causa delle sue ripercussioni sulla qualità della vita del bambino e della famiglia e sugli aspetti di crescita e nutrizione. Nel caso del disturbo dello spettro autistico, numerose teorie contribuiscono a spiegare l’elevata frequenza della selettività alimentare, considerando aspetti neurofisiologici (come il coinvolgimento del microbiota intestinale) e comportamentali (quali l’alterata sensorialità o la rigidità cognitiva) al fine di proporre interventi specifici e mirati.

 

Il trattamento della selettività alimentare

Alessandra Bottino (Centro Scientifico di Neuropsichiatria AITA, Roma)

Il trattamento della selettività alimentare nei bambini con disturbo dello spettro autistico richiede un intervento multidisciplinare precoce che coinvolga il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il nutrizionista e i genitori. Il trattamento mira ad aumentare l’accettazione del cibo e ridurre i comportamenti problema legati al pasto (pianto, urla, sputi, atti auto o etero-aggressivi, aumento delle stereotipie). Un approccio cognitivo-comportamentale dovrebbe essere la prima scelta al fine di migliorare il benessere del bambino e la qualità di vita dei suoi familiari.

 

La selettività alimentare negli adolescenti e negli adulti con condizioni dello spettro autistico

David Vagni (Associazione Spazio Asperger Onlus, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università Ludwig Maximilian, Monaco)

Nei bambini con condizioni dello spettro autistico, la selettività alimentare è ampiamente indagata, mentre è molto meno diffusa la conoscenza e la consapevolezza della selettività alimentare negli adulti e negli adolescenti. Tratti di neofobia, abitudini ripetitive e difficoltà sensoriali relative agli alimenti tendono a persistere anche in età adulta. Diversi studi recenti hanno evidenziato come adolescenti e adulti con selettività alimentare affrontino maggiori difficoltà nella vita quotidiana e nella socializzazione. Riconoscere la presenza e l’impatto di tali comportamenti, e comprenderne l’origine e la funzione, può aiutare a suggerire tecniche di intervento efficaci e personalizzate rispetto all’età e alle caratteristiche cognitive della persona.

 

Collegamenti e differenze tra selettività alimentare e disturbi della condotta alimentare nello spettro autistico

Davide Moscone (Direttore clinico Centro CuoreMenteLab, Roma e Presidente Associazione Spazio Asperger Onlus)

La comunità scientifica supporta l’associazione tra condizioni dello spettro autistico e selettività alimentare, la quale include il rifiuto del cibo e un limitato repertorio di alimenti e quindi non è a prima vista direttamente collegabile ai disturbi della condotta alimentare. Tuttavia, si stanno accumulando evidenze scientifiche relative ad una maggiore incidenza di disturbi alimentari nella popolazione autistica, in particolare in quella con condizioni dello spettro autistico di grado lieve. L’inclusione del disturbo dell’alimentazione evitante/restrittivo (ARFID) nel DSM-5, caratterizzato da un limitato consumo di cibo a causa delle caratteristiche sensoriali o passate esperienze negative, ha condotto alla ricerca dell’ARFID nello spettro autistico e nell’anoressia nervosa. Studi recenti hanno evidenziato un possibile ponte tra queste condizioni. Durante la relazione verranno presentati i possibili collegamenti tra i disturbi della condotta alimentare e la condizione dello spettro autistico, fornendo suggerimenti utili per un intervento mirato. 

Relatori: Davide Moscone , David Vagni , Alessandra Bottino , Giulia Giovagnoli

Davide

Moscone

David

Vagni

Alessandra

Bottino

Giulia

Giovagnoli

Comportamenti stereotipati, autolesionismo e aggressività nei disturbi dello spettro autistico: decodificare il comportamento, misurare l'andamento e proporre risposte adeguate

AMBITO CLINICO

 

Potenzialità e limiti dell'intervento farmacologico nella gestione dei comportamenti aggressivi e disadattivi

Roberto Keller (Responsabile Centro Pilota regione Piemonte Disturbi spettro autistico in età adulta)

Il presentarsi di comportamenti aggressivi da parte di persone con disturbi dello spettro autistico, in particolare se associati a disabilità intellettiva, richiede in primis la decodifica del comportamento disadattivo; questi, infatti, possono esprimere diversi significati (es. espressione di disagio organico, o psicologico o difficoltà comunicativa, ecc.) a cui è necessario dare una lettura clinica adeguata, prima della somministrazione di un farmaco. Durante l’intervento, si analizzeranno le potenzialità e i limiti del trattamento farmacologico utilizzato per migliorare gli aspetti comportamentali (uso di antipsicotici, stabilizzatori, benzodiazepine, ecc.), con particolare attenzione agli effetti collaterali e alle risposte paradossali, partendo da una lettura clinica del fenomeno. 

 

L’analisi funzionale applicata alla riduzione comportamentale

Elena Clò (Analista del comportamento BCBA, Presidente Associazione Pane e Cioccolata, Bologna)

L’analisi funzionale è lo standard per l’impostazione di qualsiasi intervento di riduzione comportamentale basato sulla scienza dell’analisi comportamentale applicata (ABA). Durante la relazione verranno esaminati i più recenti sviluppi e modelli di analisi funzionale sperimentale con i loro campi di applicazione clinica alla luce delle indicazioni del codice etico degli analisti del comportamento e del sistema di credenziali nell’offerta di servizi analitico-comportamentali.

 

Il comportamento autolesionistico: aspetti eziologici e spunti per il trattamento

Roberto Cavagnola (Psicologo e psicoterapeuta, Fondazione Sospiro Onlus e AMICO-DI- Associazione Modello di Intervento Contestualistico sulle Disabilità Intellettive e dello Sviluppo Onlus)

Il disturbo autolesionistico rappresenta uno dei più drammatici e diffusi comportamenti problema nell’ambito delle disabilità intellettive e dell’autismo. Il Self Injuriuous Behavior (SIB) è una problematica trans-diagnostica e, specificatamente, non è patognomonica di alcun quadro specifico. Quasi certamente il termine SIB inscrive fenomeni eziologicamente tra loro molto diversi e la stessa classificazione e descrizione operata all’interno del DSM 5 e dell’ICD 10 è, per molti aspetti, insoddisfacente. Il contributo intende aprire ad un’interpretazione maggiormente funzionale del SIB in grado di gettare alcune luci sui possibili interventi all’interno di un quadro che, a tutt’oggi, si configura come un complicato puzzle scientifico a cui, certamente, mancano alcuni tasselli.

 

L’autolesionismo su base ansiosa

Francesco Ettore Fioriti (Dirigente psicoeducativo Dipartimento Disabili, Fondazione Sospiro Onlus e membro Consiglio Direttivo SIACSA - Società Italiana Analisti del Comportamento in campo Sperimentale e Applicato)

L’autolesionismo è un disturbo del comportamento trans-sindromico in quanto non specifico di alcun raggruppamento nosologico. Gli attuali sistemi di classificazione e diagnosi (DSM, ICD10), inquadrano tali comportamenti all’interno dei “disturbi da movimento stereotipato” producendo quindi accorpamenti che vedono il Self Injuriuous Behavior (SIB) giustapposto alle normali stereotipie. Un recente lavoro di classificazione su base funzionale del SIB (Hagopian 2015) individua, oltre ai SIB mediati socialmente, tre diversi tipi di SIB non mediati socialmente. Il SIB di terzo tipo della classificazione di Hagopian, un SIB che si accompagna stabilmente a forme di tipo autorestrittivo, rappresenta ad oggi un SIB a prognosi infausta e ad eziologia ancora parzialmente ignota. Il presente contributo si muoverà all’interno di questa tipologia di SIB cercando di indagare il ruolo assunto dall’ansia quale fattore antecedente covert e, nel contempo, si individueranno alcune ipotesi di trattamento in linea con gli studi effettuati sul tema da C. Oliver (2011) basati sul principio del transfer della funzione stimolo.

 

Relatori: Roberto Keller , Francesco Ettore Fioriti , Roberto Cavagnola , Elena Clò

Roberto

Keller

Francesco Ettore

Fioriti

Roberto

Cavagnola

Elena

Clò

Intervento educativo al nido e alla scuola dell'infanzia

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

La collaborazione tra scuola e servizi

Maurizio Arduino (Responsabile del Servizio di Psicologia e Psicopatologia dello sviluppo ASL CN1 e del Centro Autismo e Sindrome di Asperger ASL CN1, Ospedale Mondovì, Cuneo)

Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico è basato innanzitutto sugli interventi di tipo educativo. Vi è un ampio accordo sul fatto che l’educazione a casa, a scuola e nella comunità resta il trattamento primario per i bambini con autismo. É quindi fondamentale che gli attori coinvolti nel trattamento, famiglia, servizi e scuola, collaborino nella messa a punto e realizzazione di un progetto educativo individualizzato che sia condiviso.

 

Promuovere l’Inclusive Early Childhood Education (IECE) per bambini con disturbo dello spettro autistico: strategie e metodologie teorico-operative

Elena Malaguti (Università di Bologna)

Quali sono le principali sfide educative nei servizi per la prima infanzia? Come rispondere con competenza alle istanze e ai bisogni educativi specifici dei bambini con autismo e delle loro famiglie? In che modo i servizi educativi possono diventare luoghi per favorire nuove competenze e abilità, promovendo processi di resilienza e di cittadinanza? Durante l’intervento verranno fornite indicazioni teoriche e metodologiche per riuscire a rispondere in modo adeguato a tali quesiti.

 

Osservare per sostenere: l’utilizzo del QCSP (Questionario sulla Comunicazione Sociale Precoce) per l’osservazione dello sviluppo comunicativo nell’infanzia

Paola Molina (Università di Torino, Dipartimento di Psicologia)

La comunicazione con l’adulto nei primissimi anni di vita è un elemento fondamentale per lo sviluppo del bambino, sia nello sviluppo tipico, che nei bambini che presentano difficoltà comunicative. Il QCSP, derivato da una scala osservativa sviluppata negli Stati Uniti e in Francia, è uno strumento che permette non solo di monitorare lo sviluppo del bambino, ma anche di riflettere sulle proprie modalità di comunicare con lui.

 

Oltre le barriere dell’ignoranza: sfide culturali, proposte educative e sostegno alla genitorialità

Federica Falzarano (Educatrice e pedagogista, Ravenna)

In quale misura l’intervento educativo può migliorare la qualità di vita dei bambini con disturbo dello spettro autistico e delle loro famiglie? Quali metodologie e strumenti possono contribuire a migliorare i processi di comunicazione e le interazioni sociali? Come oltrepassare i muri e le barriere dell’ignoranza, i pregiudizi e le convinzioni che a volte impediscono di costruire interventi educativi efficaci, non solo per il bambino o la bambina, ma anche per la famiglia e la comunità che si abita? Una sfida ardua ma possibile, che verrà analizzata attraverso la presentazione di un'esperienza di lavoro concreta, condotta con un bambino con disturbo dello spettro autistico e la sua famiglia di origine migrante, in contesti educativi formali e informali.

Relatori: Giuseppe Maurizio Arduino , Elena Malaguti , Paola Molina , Federica Falzarano

Giuseppe Maurizio

Arduino

Elena

Malaguti

Paola

Molina

Federica

Falzarano

Autismo e scuola secondaria di primo e secondo grado: strumenti operativi per l'intervento

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

Strumenti operativi per studenti con autismo con buon funzionamento intellettivo e verbale nella scuola media e superiore

Ivan Murtas (Associazione CulturAutismo Onlus, Roma)

La scuola secondaria di primo e secondo grado è un ambiente fondamentale nella vita degli adolescenti. Risulta perciò essenziale che i docenti impegnati nelle classi che ospitano un allievo con autismo “senza compromissione intellettiva e verbale” (Sindrome di Asperger) - che sia presente o meno l’insegnante di sostegno - tengano conto di una valutazione individualizzata delle caratteristiche e delle motivazioni del ragazzo con autismo. In particolare, sono da considerare i suoi punti di forza e le sue peculiari modalità di accesso alla conoscenza scolastica, come pure le sue caratteristiche sociali e la presenza di eventuali disabilità di apprendimento. Durante l’intervento, si presenteranno modalità e strumenti per realizzare una buona valutazione delle caratteristiche del ragazzo che permetterà agli insegnanti di adottare adeguate strategie di studio e di gestione della classe.

 

Strumenti operativi per studenti con autismo e disabilità intellettiva e del linguaggio nella scuola media e superiore

Elena Bertoluzza e Verena Isaia (Associazione “Il Cerchio - Der Kreis” ONLUS, Bolzano)

Il passaggio dello studente con autismo e disabilità intellettiva attraverso la scuola secondaria di primo e secondo grado si pone come un percorso verso la costruzione e acquisizione dei prerequisiti necessari al raggiungimento del massimo grado di autonomia in età adulta. Partendo dalla valutazione funzionale, verranno illustrati alcuni principi operativi per realizzare un adattamento degli strumenti di lavoro nella scuola. Verranno illustrate alcune esperienze esemplificative volte alla realizzazione di un progetto di vita individualizzato.

 

Come preparare la scuola secondaria ad accogliere gli studenti con autismo

Silvana Maggi (Socio fondatore Associazione CulturAutismo Onlus, Roma) e Cristina Magrini (Associazione Gruppo Asperger Lazio Onlus)

Gli studenti con autismo hanno bisogni diversi dalla maggior parte dei propri compagni. Per preparare la scuola ad accoglierli, il primo passo consiste nella realizzazione di attività di sensibilizzazione con insegnanti e compagni di classe. Le sensibilizzazioni, infatti, rappresentano uno spazio per permettere a compagni e insegnanti di comprendere le percezioni del mondo e il punto di vista delle persone con autismo. Si ritiene inoltre fondamentale che la scuola, in quanto contesto sociale per eccellenza, possa assumere come obiettivo il lavoro sulla relazione fra studenti. Durante l’intervento, si approfondirà il tema dell’importanza della relazione tra pari e delle esperienze di scambio e condivisione con persone nello spettro autistico e i loro familiari.

Relatori: Flavia Caretto , Elena Bertoluzza , Verena Isaia , Ivan Murtas , Cristina Magrini , Silvana Maggi

Flavia

Caretto

Elena

Bertoluzza

Verena

Isaia

Ivan

Murtas

Cristina

Magrini

Silvana

Maggi

"Non al danaro non all'amore né al cielo". Asperger Self Advocacy

AMBITO CULTURALE-SOCIALE

Lo strumento della Self-Advocacy: un quadro introduttivo

Paolo Cornaglia Ferraris (Associazione Culturale ONLUS «Camici e Pigiami», Genova)

La Self-Advocacy è uno strumento importante per le persone nello spettro autistico. Le esigenze di una persona Asperger, infatti, sono simili a quelle di qualsiasi altra persona, ma alcune sono uniche e specifiche, dovute soprattutto ad ipersensorialità visiva, uditiva, tattile ecc. É importante insegnare tale specificità, dotando ciascun Asperger di strumenti efficaci di autodifesa da chi deride, senza capire. La self-advocacy richiede una formazione precoce di chi è nello spettro (deve imparare a difendersi) e di chi vive con lui (deve imparare il valore della diversità). Il simposio affronterà il tema della Self-Advocacy, quale strumento a garanzia di autonomia, diritto di scelta e valorizzazione della propria diversità, ribaltando i concetti di disabilità e pratiche assistenzialistiche. 

 

Dall’advocacy alla self-advocacy come strategia di cambiamento

Pietro Cirrincione (Vicepresidente Autism-Europe e consigliere Gruppo Asperger Onlus, Roma)

Il motto storico del movimento dei diritti civili delle persone con disabilità è: “Niente su di noi senza di noi!”. A differenza delle altre disabilità però, tale motto non è ancora applicato per lo spettro autistico perché i genitori hanno da sempre svolto il ruolo di rappresentanza (advocacy) al posto delle persone nello spettro. Come raccomandato dall’ONU, anche per le persone che necessitano di un supporto intensivo per esprimersi, il ruolo dei genitori deve progressivamente trasformarsi dalla rappresentanza al supporto dell’auto-rappresentanza, dando priorità alla volontà, alle preferenze e all’azione delle persone autistiche, fino al momento in cui le persone nello spettro possano rappresentarsi da sole, in prima persona (self-advocacy).

 

Ribaltare la prospettiva: dall’assistenzialismo al diritto di scelta

Giancarlo Onnis (Fondazione Daga, Cagliari)

La richiesta dei genitori di ottenere il certificato di invalidità civile, per averne in cambio il sostegno scolastico e l'indennità d'accompagnamento, trova giustificazione nel contributo in danaro che l'INPS assegna a supporto dei costi di professionisti privati (psicoterapeuti, logopedisti, psicomotricisti ecc). Un modello negativo, perché relega nella disabilità cognitiva persone che potrebbero dare alla società più di quanto siano in grado di fare oggi. Non è il denaro né la carriera che interessano l'Asperger, ma lo spazio mentale e organizzativo che permetta loro di analizzare i dettagli che sono capaci di approfondire meglio di chiunque altro.

 

L’esperienza di insider-researcher nel campo della disabilità

Enrico Valtellina (Ricercatore in Disability Studies, Bergamo)

Con una prospettiva filosofica e usando la forma del racconto, l’intervento esplorerà le dinamiche che intercorrono tra l'esperienza marginalizzante di essere un autistico e l'esperienza tipicamente privilegiata (ma a volte opprimente) d'essere un professionista della ricerca. Motivazioni e mentori, ostilità da servizi sociali e accademia, appartenenza, scivolosità del posizionamento intersezionale, cicli di feedback di opportunità, dicotomie di competenza e inadeguatezza, potere e resistenza saranno approfonditi attraverso la narrativa. Le esperienze descritte si riferiranno sia al lavoro di insider-researcher nell'ambito della disabilità, sia a idee sbagliate sull'auto-riflessione e capacità di raccontare storie da parte di individui nello spettro dell'autismo.

 

Relatori: Pietro Cirrincione , Enrico Valtellina , Giancarlo Onnis , Paolo Cornaglia Ferraris

Pietro

Cirrincione

Enrico

Valtellina

Giancarlo

Onnis

Paolo

Cornaglia Ferraris

Il video modeling per l’allievo con disturbo dello spettro autistico: stato dell’arte della ricerca e applicazioni didattiche

AMBITO CULTURALE-SOCIALE

Negli ultimi anni si sono registrate varie applicazioni del video modeling per favorire l’apprendimento di allievi con autismo.

Varie ricerche hanno documentato come tale strategia possa costituire uno strumento importante e significativo nel processo educativo di allievi con autismo e, anche nel nostro paese, si stanno sviluppando concrete applicazioni didattiche. 

Durante il workshop verrà presentato lo stato dell’arte della ricerca e alcuni possibili utilizzi nell’ambito della didattica speciale dell’inclusione.

 

Relatori: Lucio Cottini , Marco D'Agostini

Lucio

Cottini

Marco

D'Agostini

Intervento ABA e autonomia personale

AMBITO CLINICO

Gli adulti significativi dei bambini con disturbo dello spettro autistico manifestano spesso preoccupazione quando, immaginandoli adulti, si domandano se potranno essere davvero autonomi e autosufficienti. La domanda è ricca di implicazioni e la risposta è altrettanto complessa e differenziata. Una certezza però risiede nella necessità di pianificare gli interventi, fin da quelli più precoci, finalizzandoli a questo obiettivo. Occorre, infatti, che tutti gli interventi sulle autonomie personali siano in grado di promuovere efficacemente l’autodeterminazione. Divenire autonomi in modo autentico, non significa semplicemente «saper fare da soli» un insieme di attività legate alla cura personale, alla gestione del proprio ambiente di vita e alla partecipazione alla vita sociale, ma significa soprattutto essere in grado di compiere delle scelte in modo consapevole. Il presente workshop intende mettere a disposizione dei partecipanti esemplificazioni pratiche di programmi applicativi, supportati da filmati che illustreranno i principali metodi e tecniche dei programmi ABA-VB.

Relatori: Elisa Cellucci , Chiara Magaudda , Alberta Romeo

Elisa

Cellucci

Chiara

Magaudda

Alberta

Romeo

Autismo e comorbidità

AMBITO CLINICO

Per un approccio “longlife” alla comorbidità nei disturbi dello spettro autistico 

Franco Nardocci (Neuropsichiatra infantile, Psichiatra, Past President SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza)

Lo sviluppo degli interventi per i disturbi autistici in età infantile e la diffusione di quelli per i soggetti adulti, seppure ancora lenta e difficoltosa, pone l’esigenza di un approccio più competente alle varie e frequenti espressioni di comorbidità che i soggetti con autismo possono manifestare. Risulterà essenziale il coinvolgimento dei Dipartimenti di Salute Mentale e il loro raccordo con i Servizi di Neuropsichiatria infantile.

 

I rapporti tra psicosi e autismo: differenze e continuità

Roberto Keller (Responsabile Centro Pilota regione Piemonte Disturbi spettro autistico in età adulta)

Nella loro definizione del termine "autismo", Kanner e Asperger si richiamarono a quanto descritto da Bleuler in un contesto completamente diverso, ovvero, quello della schizofrenia. Anche se inizialmente schizofrenia infantile e autismo sono stati sovrapposti, e anche confusi, è poi intervenuta una chiara distinzione tra le due condizioni, quella dei disturbi dello spettro autistico da un lato, e quella delle psicosi dall'altro, con necessità di interventi specifici e differenti. Le possibili basi biologiche a ponte fra le due condizioni non devono infatti portare a presupporre che gli interventi siano sovrapponibili o intercambiabili. 

 

Affrontare le componenti di iperattività, ritualità, compulsività, esplosività, nell’intervento con persone nello spettro dell’autismo

Marco de Caris (Presidente Cooperativa E.C.A.P. e Nuovi Orizzonti Scientifici, Roma)

Le persone all'interno dello spettro dell'autismo presentano una serie di caratteristiche estremamente peculiari. Alcune di queste caratteristiche (memoria, competenze visuo-spaziali, precisione, ecc.) possono facilitare l’apprendimento, mentre altre (iperattività, rituali, variabilità dell’umore, difficoltà di empatia, ecc.) rischiano di ostacolare l'acquisizione di quelle competenze necessarie per il raggiungimento dell’autonomia e di una soddisfacente qualità della vita. L’intervento si propone di analizzare situazioni di difficoltà legate a comportamenti iperattivi, ritualistici, esplosivi, ecc., descrivendo alcune strategie psicologiche ed educative funzionali alla riduzione di tali comportamenti a vantaggio di un incremento dell’attenzione e della flessibilità.

 

“Il limite contiene infinite possibilità”: dall’errore terminologico alle opportunità di intervento in età adulta

Francesca Magnano (Responsabile Sanitario CTA "Centro San Paolo", Militello in Val di Catania)

Se è vero che utilizzare il termine “comorbidità” quando si parla di spettro autistico è confusivo, è altresì vero che il sospetto di tale cosiddetta “comorbidità” può costituire la ragione per la quale persone all’interno dello spettro autistico giungano all’osservazione degli esperti, per la prima volta, solo in età adulta. La conoscenza precisa del funzionamento autistico, pone il clinico nella condizione di diagnosticarlo correttamente e di pianificare interventi appropriati per l’individuo e per la sua famiglia. L’intervento clinico longitudinale fornisce gli strumenti tecnici utili al corretto inquadramento del soggetto al primo accesso ai servizi in età adulta, riducendo il rischio di “misdiagnosi” e di delineare le differenze delle manifestazioni psicopatologiche dei più comuni disturbi psichiatrici.

 

Relatori: Franco Nardocci , Roberto Keller , Francesca Magnano San Lio , Marco de Caris

Franco

Nardocci

Roberto

Keller

Francesca

Magnano San Lio

Marco

de Caris

Evoluzioni d’interesse interdisciplinare delle terapie psicofarmacologiche nelle persone con disturbi dello spettro autistico

AMBITO CLINICO

 

Interventi psicofarmacologici nelle persone con disturbo dello spettro autistico: problematiche e nuove acquisizioni d’interesse interdisciplinare

Marco Bertelli (Direttore Scientifico CREA -Centro Ricerca E Ambulatori, Fondazione San Sebastiano, Firenze)

Le persone con disturbo dello spettro autistico ricevono molti più farmaci psicoattivi della popolazione generale, soprattutto in adolescenza ed età adulta, con tassi che variano tra il 32 e l’89%. Questa sproporzione non riguarda solo il numero assoluto di farmaci prescritti, ma anche la dose media, l’associazione di più farmaci e la durata dei trattamenti. Le prescrizioni mirano spesso a gestire comportamenti problematici, senza adeguati accertamenti sulla loro natura psicopatologica e dunque si riferiscono a molecole con attività psicolettica aspecifica. I fattori alla base di queste criticità sono numerosi e di diversa natura, anche se spesso reciprocamente implicati. Fra i principali si ritrovano i pregiudizi sugli “psicofarmaci”, la mancanza di ricerca, la conseguente imprecisione delle indicazioni riportate nelle schede tecniche, la mancanza di formazione, l’insufficiente considerazione degli effetti indesiderati a medio e lungo termine, lo scarso approfondimento degli aspetti etici e la frammentazione degli interventi delle diverse professionalità. Il presente contributo descriverà alcuni dei nuovi farmaci e dei nuovi criteri prescrittivi che sembrano avere maggiori implicazioni interdisciplinari.

 

Psicofarmacologia in età evolutiva: i disturbi del neurosviluppo

Massimo Molteni (Direttore sanitario Associazione La Nostra Famiglia, IRCCS Medea, Bosisio Parini, Lecco)

La carenza di farmaci, sviluppati appositamente per i disturbi del bambino, rappresenta un problema spesso sottostimato dall’opinione pubblica e nel campo neuropsichico tale carenza risulta drammatica. Le poche molecole utilizzate, infatti, sono state sviluppate per i disturbi dell’adulto e spesso sono poco studiate nella realtà infantile. L’efficacia è incostante, il rapporto rischio-beneficio incerto, pochi sono gli studi condotti su tollerabilità e dosaggi adeguati al metabolismo infantile e i nuovi approcci farmacologici, legati a ipotesi patogenetiche innovative, sono tutt’ora preliminari. In questo contesto appare quindi necessaria una sistematica azione di farmaco-sorveglianza nel “real word”, che può avvenire solo se le autorità regolatorie favoriscano tali studi indipendenti. Durante l’intervento, saranno presentati alcuni dei dati preliminari provenienti da studi osservazionali che incoraggiano ad andare in questa direzione.

 

Terapie farmacologiche innovative e personalizzate: prospettive a breve e medio termine

Antonio Persico (Responsabile Programma Interdipartimentale “Autismo 0-90”, A.O.U. Policlinico "Gaetano Martino” e Università di Messina)

La terapia farmacologica del disturbo dello spettro autistico in età evolutiva è, ad oggi, una terapia mirata a contenere le co-morbidità, non-specifica rispetto al meccanismo d’azione e desunta primariamente da studi effettuati su pazienti adulti. Negli ultimi anni la ricerca si è mossa con decisione verso l’identificazione di agenti in grado di migliorare i sintomi nucleari dell’autismo e di personalizzare la terapia sulla base di biomarcatori in grado di caratterizzare il meccanismo patogenetico a livello del singolo paziente. Durante l’intervento verrà fornita una panoramica della letteratura corrente rispetto al tema e saranno presentati alcuni dati relativi agli studi in corso presso il nostro Programma.  

 

Relatori: Antonio Persico , Massimo Molteni , Alessandro Zuddas , Marco Bertelli

Antonio

Persico

Massimo

Molteni

Alessandro

Zuddas

Marco

Bertelli

Autismo e scuola primaria: strumenti per una reale inclusione

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

Autismo e scuola primaria: una panoramica introduttiva

Paola Venuti (Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, Università di Trento)

L’obiettivo principale del simposio è quello di approfondire attività, esperienze e percorsi didattici che possono essere realizzati, all’interno della scuola primaria, per includere realmente i bambini con disturbo dello spettro autistico. Nell’introduzione, saranno proposti alcuni modelli di intervento nella scuola primaria e saranno ribaditi alcuni tra i presupposti imprescindibili dell’inclusione. Saranno inoltre esplicitate alcune rappresentazioni mentali, di insegnanti ed educatori, che possono ostacolare tale processo inclusivo. Accompagneranno tutto il simposio, la presentazione di esperienze e attività realizzate in diversi contesti geografici italiani.

 

Una scuola per tutti

Stefania Vannucchi (Docente specializzata di scuola primaria, Istituto Comprensivo «Gandhi», Prato)

L’intervento presenterà l’esperienza “Progetto Integrato” dell’IC Gandhi Scuola Polo di Prato che si occupa, in condivisione con il Comune e la Asl, dell’inclusione scolastica di alunni con disturbo dello spettro autistico nella scuola dell’obbligo. Il titolo del progetto richiama la piena attuazione del riconoscimento e garanzia della libertà e dell’uguaglianza, nel rispetto delle differenze di tutti e dell’identità di ciascuno, traendo ispirazione dal concetto di «speciale normalità».

 

I disturbi dello spettro autistico nel contesto scolastico: educare la scuola per supportare lo studente

Chiara Cainelli (ODFLab - Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione, Università di Trento)

Per un intervento efficace, a favore di studenti con disturbo dello spettro autistico, è necessario che il contesto scolastico sia predisposto ad affrontarne le complessità e le sfide educative. La sensibilizzazione dell'istituzione scolastica, la formazione dei docenti e la supervisione degli assistenti educatori, sono gli elementi essenziali di un progetto che deve saper incarnare le competenze teoriche sul singolo caso, ai fini di includere lo studente in un ambiente sociale stimolante. Attraverso l'esemplificazione di un caso-studio, si illustreranno i passaggi fondamentali che consentono l’applicazione di principi teorici generali ad un livello pratico-operativo.

 

Immagini e storie inclusive

Fabio Filosofi (ODFLab - Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione, Università di Trento)

Durante l’intervento saranno presentati i risultati relativi alla prima fase di ricerca sugli atteggiamenti degli insegnanti nei confronti della rappresentazione degli individui con bisogni speciali, all'interno dei testi scolastici. I pensieri degli insegnanti sulla rappresentazione e le loro categorizzazioni mentali nei confronti della realtà dei bisogni speciali, saranno messe in evidenza per discutere la reale possibilità di una rappresentazione inclusiva attraverso le immagini e le storie contenute nei testi scolastici.

 

Presentazione Buona Prassi: Nuovi strumenti e prospettive formative per i docenti della scuola primaria. Il progetto europeo "Transform Autism Education” a cura di Roberta Sala (Psicopedagogista e docente di Pedagogia Speciale, Università Cattolica di Milano) e Simone Stabilini (Docente scuola secondaria di secondo grado, educatore, Autism Advocate)

L’intervento intende illustrare il kit di strumenti operativi sviluppati dal team di pedagogisti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (centro studi CeDisMa) durante il progetto europeo Erasmus + "Transform Autism Education”. L’obiettivo principale di tale progetto è migliorare la qualità dell’inclusione scolastica di alunni con autismo nella scuola primaria attraverso percorsi formativi specifici ed innovativi, integrando i contenuti teorici con attività pratiche e un kit di strumenti (linee guida e indicatori di qualità) costruiti ad hoc e ritenuti fondamentali per sostenere il lavoro dei docenti in classe e la progettazione della scuola stessa in un’ottica inclusiva

Relatori: Paola Venuti , Fabio Filosofi , Chiara Cainelli , Stefania Vannucchi

Paola

Venuti

Fabio

Filosofi

Chiara

Cainelli

Stefania

Vannucchi

Lavoro di rete e progettualità individuale per ragazzi con autismo: come porre le basi per una reale inclusione lavorativa

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

I progetti di alternanza scuola-lavoro per ragazzi con autismo nelle scuole secondarie di II grado: rischi e risorse

Fiorenzo Laghi (Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione, Università di Roma “La Sapienza”)

L’intervento mira a descrivere le diverse fasi di un progetto di alternanza scuola-lavoro che coinvolge in modo proattivo e collaborativo ragazzi con autismo, genitori, educatori, docenti, compagni di classe: fase di valutazione delle abilità e degli interessi; definizione degli obiettivi; condivisione degli obiettivi finalizzati all’acquisizione di abilità professionali con genitori e insegnanti; stesura del programma; monitoraggio e verifica dell’efficacia dell’intervento.

 

Esperienze di alternanza Scuola-Lavoro all'interno del Centro Diurno per I Disturbi dello Spettro Autistico dell'ASP di Catania
Renato Scifo (Direttore U.O.C. Ospedaliera e Servizi per l’autismo, ASP Catania)

Verranno descritti i progetti di Alternanza Scuola Lavoro svolti nel 2017, e in corso nel corrente anno, presso il Centro Diurno per Disturbi dello Spettro Autistico a gestione completamente pubblica da parte dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Catania (ASP). Un progetto svolto, e un altro in corso, riguardano rispettivamente il laboratorio teatrale presente nel Centro e il laboratorio di attività con Social Robots. Un nuovo progetto invece vede coinvolti il Centro e la scuola partner nell’avviamento alla pratica sportiva insieme al Comitato Italiano Paraolimpico e alla rete di società sportive. Verranno presentate metodologie, siti e progettualità future.

 

La cura della terra, la terra che cura. L’orto dei semplici: un esempio di buone prassi per l’inclusione lavorativa di persone con autismo

Maurizio Ferraro (Presidente Cooperativa Sociale Integrata Agricola «Giuseppe Garibaldi», Roma)

L’intervento descriverà le buone prassi utilizzate presso la Cooperativa Giuseppe Garibaldi di Roma per l’inserimento lavorativo di persone con autismo: la presenza di una rete di servizi di prossimità con la partecipazione di diversi attori istituzionali; programmazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro, avviamento e realizzazione di laboratori professionalizzanti negli ambiti dell’agricoltura, del giardinaggio, della vendita di prodotti ortofrutticoli e della ristorazione. 

 

L'agricoltura sociale per la promozione della inclusione sociale e lavorativa delle persone con autismo
Francesca Cirulli, Aldina Venerosi (Centro di Riferimento per le Scienze comportamentali e la Salute mentale, Istituto Superiore di Sanità, Roma)

L’Agricoltura Sociale è un fenomeno emergente in Italia che offre l'opportunità di sviluppare sistemi innovativi e sostenibili di welfare, spendibili anche per progetti di alternanza scuola-lavoro. La costruzione di reti di continuità incentrate sull'agricoltura possono rispondere alla necessità delle persone con autismo di costruirsi una vita adulta indipendente in presenza di sostegni adeguati. In questo intervento si affronterà il problema della validazione e della codifica delle pratiche di agricoltura sociale, tenendo conto delle priorità individuate a livello internazionale per la promozione dell’inclusione sociale e lavorativa delle persone con autismo. 

 

Relatori: Aldina Venerosi , Fiorenzo Laghi , Francesca Cirulli , Renato Silvio Scifo , Maurizio Ferraro

Aldina

Venerosi

Fiorenzo

Laghi

Francesca

Cirulli

Renato Silvio

Scifo

Maurizio

Ferraro

Autismo in famiglia: dare voce ai siblings

AMBITO CULTURALE-SOCIALE

Rafforzare il rapporto tra fratelli e sorelle, una sfida possibile?

Bert Pichal (Casa per l'Autismo, Candelo (BI) e Cooperativa Interactive e Fondazione TEDA, Torino)

Il rapporto tra siblings, in presenza di fratelli e sorelle con le caratteristiche della condizione dello spettro dell’autismo, può assumere sfaccettature diverse. È possibile sostenere la loro relazione affinché i siblings diventino una risorsa, l’uno per l’altro, e che questa convivenza contribuisca alla crescita di ognuno di loro? Durante l’intervento verranno forniti suggerimenti e consigli pratici per genitori, siblings e professionisti.

 

L'equilibrio stravolto

Benedetta Demartis (Presidente nazionale ANGSA Onlus)

Come si può coniugare l'esigenza di fratelli e sorelle, con bisogni tanto differenti, all'interno di una famiglia in cui vive una persona nello spettro dell’autismo? La grande lacerazione che accompagna quotidianamente i genitori che devono garantire il benessere a tutti i loro figli.

 

“Ecco… ci siamo anche noi!”: l’esperienza di un gruppo siblings

Francesca Pagetti (Associazione per l'autismo "Enrico Micheli" Onlus, Novara)

Il progetto per i fratelli dell’Associazione per l’autismo “Enrico Micheli” Onlus di Novara è attivo da circa sei anni con due gruppi di siblings suddivisi per fasce d’età (5-8 anni e 9-14 anni). Il percorso prende spunto dal programma elaborato da Don Meyer, denominato Sibshop, e prevede la creazione di uno spazio che offra sostegno e informazioni ai siblings in un contesto ludico.

 

“Mio fratello è speciale…ed anche IO!"

Valentina Carone (CulturAutismo ONLUS, Roma)

Presentazione di un progetto di lavoro per fratelli e sorelle di persone nello spettro autistico, che ha coinvolto siblings di due fasce d'età (4-8 anni; 11-16 anni) e i loro genitori. L'esperienza aveva la finalità di promuovere la resilienza attraverso attività rivolte a fattori individuali e relazionali, che ha permesso un incremento della capacità di affrontare le numerose sfide quotidiane.

 

Relatori: Bert Pichal , Benedetta Demartis , Francesca Pagetti , Valentina Carone

Bert

Pichal

Benedetta

Demartis

Francesca

Pagetti

Valentina

Carone

L’intervento Early Start Denver Model (ESDM) erogato all’interno del Sistema Sanitario Pubblico: esperienze e declinazioni possibili

AMBITO CLINICO

La diagnosi precoce dei disturbi dello spettro autistico (ASDs), combinata con un programma di intervento precoce evidence-based come l’Early Start Denver Model (ESDM), può influenzare positivamente la traiettoria di sviluppo di bambini con ASD. La maggior parte degli studi di efficacia, tuttavia, sono stati condotti in Centri Universitari, con risorse nettamente superiori a quelle generalmente a disposizione nei Servizi pubblici territoriali. L’esperienza sulla diagnosi precoce della Neuropsichiatra Infantile dell’IRCCS Burlo Garofolo, coordinata con i Servizi pubblici per l’Età Evolutiva territoriali dell’area Triestina e Isontina e dove viene erogato il trattamento abilitativo secondo curricola e procedure dell’ESDM, ha prodotto risultati molto incoraggianti sia in termini di miglioramenti significativi nello sviluppo cognitivo e linguistico dei bambini, sia di riduzione dei comportamenti disadattivi. Il trattamento si è dimostrato inoltre sostenibile a bassa intensità (Devescovi et al, 2016). Durante il workshop, verranno presentate le varie declinazioni del modello di intervento ESDM nei setting possibili (individuale, di gruppo e mediato dal genitore) sostenibili in contesti territoriali interamente supportati dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e quindi fruibili da tutti i bambini con ASD.

Relatori: Antonio Narzisi , Raffaella Devescovi , Antonella  Celea , Devid  Cescon , Annarita  Contaldo , Costanza  Colombi

Antonio

Narzisi

Raffaella

Devescovi

Antonella

Celea

Devid

Cescon

Annarita

Contaldo

Costanza

Colombi

L’intervento ABA in classe per lo sviluppo della competenza sociale

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

Lo sviluppo delle competenze sociali nelle persone con disturbo dello spettro autistico riveste un ruolo centrale nei trattamenti psicoeducativi. Il presente workshop proporrà vere e proprie linee guida nell’ambito di un intervento ABA-VB, al fine di fornire al partecipante spunti di riflessione, conoscenze sulle specificità dello sviluppo sociale nelle persone con disturbo dello spettro autistico e indicazioni operative utili a orientare le azioni di genitori, insegnanti e caregivers per migliorare le competenze sociali e contenere, o rimuove, gli ostacoli al loro sviluppo. Come è tradizione nella formazione in ABA, le relazioni saranno corredate da numerosi filmati che permetteranno una più facile esplicitazione e comprensione dei contenuti proposti.

 

Relatori: Delia Bellifemine , Giorgia Carradori , Eleonora Mattei

Delia

Bellifemine

Giorgia

Carradori

Eleonora

Mattei

Affettività e sessualità nello spettro dell'autismo

AMBITO CLINICO

Persone nello spettro dell’autismo con elevata necessità di supporto e comportamenti problematici con funzione sessuale

Marco de Caris (Presidente Cooperativa E.C.A.P. e Nuovi Orizzonti Scientifici, Roma)

La comprensione e la modifica dei comportamenti problematici, all'interno del piano educativo di persone nello spettro dell’autismo, è uno tra gli obiettivi più difficili da raggiungere e quando questi comportamenti investono anche la sfera della sessualità, questo diventa ancora più complesso a causa della particolare valenza sociale. L'intervento affronterà le strategie per comprendere l'origine di tali comportamenti nelle persone ASD con elevata necessità di supporto e proporrà strategie operative a breve, medio e lungo termine, al fine di creare un lavoro educativo sul comportamento sessuale, che rispetti le esigenze della persona e che sia in accordo con il contesto sociale e culturale di vita della persona.

 

Autismi femminili: affettività e sessualità nelle donne autistiche e prevenzione di abuso

Luisa Di Biagio (ChPsychol, Membro Accreditato British Psychological Society)

L’intervento fornirà una panoramica sulle manifestazioni degli autismi femminili e sulle caratteristiche comuni a tutte le donne autistiche, della storia e del mondo, con particolare attenzione alle differenze tra condizioni funzionali e condizioni compromesse. Si affronteranno, inoltre, le tematiche di affettività e sessualità dal punto di vista sensoriale, percettivo, cognitivo, culturale e pratico anche nell'ottica della divulgazione di strategie efficaci di conoscenza delle dinamiche di rischio e di prevenzione di abuso. 

 

Affettività e sessualità: ipotesi di un protocollo formativo per operatori che intervengono nello spettro dell’autismo

Fabrizio Quattrini (Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche, Università de l'Aquila)

Un’attenta rassegna scientifica internazionale sulla figura dell’assistente sessuale ha permesso di strutturare un progetto ed un protocollo operativo utile alla formazione anche in Italia dell’Operatore all’Emotività, all’Affettività e alla Sessualità (OEAS). L’intervento affronterà il percorso di formazione dell’OEAS rivolto alle persone nello spettro dell’autismo descrivendo le linee guida, le risorse, i limiti e la deontologia professionale di una figura non ancora ufficialmente riconosciuta nel nostro paese.

 

Relatori: Flavia Caretto , Marco de Caris , Luisa Di Biagio , Fabrizio Quattrini

Flavia

Caretto

Marco

de Caris

Luisa

Di Biagio

Fabrizio

Quattrini

Percorsi diagnostici terapeutici e assistenziali nel servizio pubblico

AMBITO CLINICO

Percorsi diagnostici terapeutici e assistenziali nel servizio pubblico: un'esperienza in Piemonte

Maurizio Arduino (Responsabile del Servizio di Psicologia e Psicopatologia dello sviluppo ASL CN1 e del Centro Autismo e Sindrome di Asperger ASL CN1, Ospedale Mondovì, Cuneo)

Il Centro Autismo e Sindrome di Asperger (CASA) dell'ASL CN1, a cui collaborano operatori dei Servizi di Psicologia e di Neuropsichiatria Infantile, si occupa in maniera specifica, da circa vent’anni, di minori con disturbi dello spettro autistico. Dal 2006, inoltre, è attivo un progetto di continuità assistenziale che, attualmente, coinvolge anche il Servizio di Psichiatria. L'équipe multidisciplinare del CASA segue le linee di indirizzo della Regione Piemonte che prevedono un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) specifico centrato sulla collaborazione tra servizi, scuole e famiglie.

 

La gestione integrata nella presa in carico dei disturbi dello spettro autistico presso l'AUSL Toscana Centro

Bruno Sales (Direttore NPI Empoli, AUSL Toscana Centro)

L'esperienza condotta da alcuni anni presso la U.O. Neuropsichiatria Infantile di Empoli ha portato allo sviluppo dell'attuale modello di diagnosi precoce e di presa in carico secondo una prospettiva life-time, in accordo con le linee di indirizzo regionali. L'équipe multiprofessionale del Servizio territoriale lavora in integrazione con le risorse presenti sul territorio, in particolare con le istituzioni scolastiche, ed è coadiuvata dal Centro Diurno «La Casa di Ventignano», che accoglie utenti dagli 8 fino ai 25 anni di età.

 

Il modello clinico-organizzativo del Centro Autismo e Programma Autismo dell'AUSL di Reggio Emilia: il Sistema Curante

Virginia Giuberti (Responsabile SOS Centro Autismo AUSL Reggio Emilia)

Dal 1998 il Centro Autismo della NPIA dell’AUSL di Reggio Emilia, che dal 2009 con il Programma Autismo ha allargato il proprio raggio di utenza anche alla fascia dell'età adulta, secondo le indicazioni della Regione Emilia-Romagna (PRI-A), propone un modello di presa in carico definito “Sistema Curante”, che prevede una collaborazione e interazione costruttiva e competente tra i diversi attori che interagiscono attorno al soggetto con disturbo dello spettro autistico (sistema socio-sanitario integrato, scuola e servizi educativi, famiglie e associazionismo). 

 

Il Centro per i disturbi dello spettro autistico dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania

Renato Scifo (Direttore U.O.C. Ospedaliera e Servizi per l’autismo, ASP Catania)

In applicazione delle Linee Guida del 2007 per l’organizzazione e l’assistenza alle persone con autismo della Regione Sicilia, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania ha sviluppato gradualmente un modello Hub & Spoke con la rete territoriale della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e del servizio ospedaliero, e dal 2016 ha integrato tale progetto con l’apertura di un Centro per il trattamento intensivo precoce e un Centro Diurno per minori, adolescenti e giovani adulti, con un network sociosanitario in progress rivolto all’età adulta. Durante l’intervento verranno illustrati i risultati raggiunti fino ad ora e le prospettive di sviluppo capillare future.

Relatori: Giuseppe Maurizio Arduino , Renato Silvio Scifo , Bruno Sales , Virginia Giuberti

Giuseppe Maurizio

Arduino

Renato Silvio

Scifo

Bruno

Sales

Virginia

Giuberti

L'esperienza nazionale degli "Sportelli autismo"

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

Gli sportelli autismo e la scuola “protagonista”

Flavio Fogarolo (Formatore, Associazione Lettura Agevolata onlus, Vicenza)

Gli sportelli scolastici sull'autismo, sostenuti formalmente dal MIUR a partire dal 2015, hanno spinto le scuole, organizzate in rete, a diventare protagoniste attive nei territori per promuovere una didattica inclusiva per l'autismo, valorizzando e condividendo le competenze professionali, anche tra scuole diverse, e intervenendo a supporto delle criticità. Tali sportelli nascono da due considerazioni:

  1. se si delega il problema autismo a una singola scuola, o peggio, alla singola classe o al singolo insegnante, le probabilità di insuccesso sono altissime, con conseguenze devastanti in termini di comportamenti problema, emarginazione, burnout, conflitti con i genitori. Serve una reale condivisione tra tutte le scuole;
  2. i primi specialisti della didattica devono essere gli insegnanti e questo vale anche per l'autismo. Bisogna valorizzare e diffondere queste professionalità.

L’obiettivo del simposio è quello di fare il punto, a tre anni dall'avvio nazionale, sullo stato realizzazione dell'iniziativa e sulle reali ricadute nel territorio, con esperienze, riflessioni e proposte da parte di alcuni autorevoli protagonisti.

 

Sportelli Autismo Italia. Un’esperienza virtuale peer to peer

Claudia Munaro (Referente Inclusione e coordinatore Sportello Autismo e Servizio Disturbi Comportamento, USR Veneto – Ufficio VIII Ambito Territoriale di Vicenza)

Essere membro attivo di un gruppo di ricerca-azione permanente su modello peer to peer, induce e conduce a ricercare sempre nuovi modi e spazi di comunicazione, di confronto e di collaborazione per la crescita individuale, della propria comunità e, in senso più ampio, di quella educante. A tal proposito, gli operatori degli Sportelli Autismo Italia, attraverso l’attivazione di un gruppo di discussione on-line, hanno concepito un laboratorio virtuale dove poter condividere dubbi, scambiare punti di vista e materiali nell’ottica dell’inclusione reciproca e dell’individuazione di linee programmatiche comuni nell’intervento di supporto alle scuole del proprio territorio.

 

La sfida dell’inclusione: le azioni della scuola veneta per l’autismo

Filippo Sturaro (Dirigente scolastico, referente regionale area BES, USR Veneto)

L’intervento analizzerà, in modo preciso e articolato, le dimensioni della “scuola inclusiva”, attraverso l’esplicitazione delle principali sfide che ne hanno caratterizzato l’evoluzione nel tempo e del quadro normativo che ne definisce i contesti d’azione, con riferimento anche al profilo di docente inclusivo disegnato dall’Agenzia Europea per i Bisogni Educativi Speciali. Nello specifico, saranno presentate le azioni della Scuola Veneta per l’autismo, con particolare riguardo alla composizione, al ruolo, agli obiettivi, alle evidenze e agli interventi del Tavolo Regionale di Coordinamento per l’Autismo operativo presso l’USR Veneto.

 

Gli “Sportelli diffusi”. L’esperienza degli sportelli per gli autismi in Piemonte

Paola Damiani (Docente, referente regionale per l’inclusione, USR Piemonte)

Durante l’intervento verranno illustrate le principali azioni condotte nell’ambito della progettazione regionale per il supporto e il miglioramento dell’inclusione degli allievi nello spettro dell’autismo, con particolare riferimento all’esperienza degli “Sportelli diffusi”, frutto della collaborazione tra USR, CTS, scuole e territorio. L’evento costituirà una preziosa occasione di riflessione e confronto in un’ottica di sviluppo e miglioramento globale della qualità della scuola.

 

I CTS dell’Emilia-Romagna in rete per gli Sportelli Autismo

Grazia Mazzocchi (Docente referente CTS Bologna, USR Emilia-Romagna)

L’intervento presenterà le azioni che, negli anni, sono state attuate dall’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna per la scuola inclusiva, in particolar modo relative al tema dell’autismo e del coordinamento degli Sportelli autismo. Sarà data inoltre attenzione alla rete creata dai CTS nei diversi territori provinciali, all’organizzazione di formazione regionale e alla conduzione degli sportelli.

 

Relatori: Claudia Munaro , Paola Damiani , Flavio Fogarolo , Filippo  Sturaro , Grazia Mazzocchi

Claudia

Munaro

Paola

Damiani

Flavio

Fogarolo

Filippo

Sturaro

Grazia

Mazzocchi

Bullismo e spettro autistico: fattori di rischio e prevenzione

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

 

Bullismo: nemico della solidarietà

Michele Zappella (Neuropsichiatra infantile, Siena)

Il bullismo è una persecuzione quotidiana che alcuni ragazzi e ragazze attuano nei confronti di un loro compagno o compagna di classe con una varietà di aggressioni, verbali e fisiche: a scuola o per strada. Vittime del bullismo sono spesso ragazzi e ragazze con sindrome di Asperger. L’educazione al rispetto dell’altro e programmi che coinvolgano l’intera scuola rappresentano importanti strumenti di prevenzione.

 

Esperienza personale di bullismo nello spettro autistico

Pietro Cirrincione (Vicepresidente Autism-Europe e consigliere Gruppo Asperger Onlus, Roma)

L’intervento porterà una testimonianza personale di bullismo subito durante l'infanzia e l’adolescenza.
Quali fattori aumentano il rischio di essere vittima di bullismo? E perché? Si discuterà inoltre di come sia possibile prevenire il fenomeno del bullismo agendo nei confronti dei bulli, degli insegnanti e delle vittime nello spettro, intervenendo sul contesto e mediante l'utilizzo di nuove tecnologie come l’app YouPol della Polizia di Stato.

 

Progetto SPEAK UP: prevenzione e contrasto alla violenza

Serena Luciani (Fondazione Il Cireneo Onlus per l’autismo, Chieti)

L’intervento sarà finalizzato alla presentazione del progetto SPEAK UP di cui è promotrice e capofila Fondazione Il Cireneo Onlus per l’autismo di Chieti. SPEAK UP è un progetto europeo che ha come obiettivo principale il contrasto e la prevenzione della violenza subita o commessa inconsapevolmente da bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico, ponendo particolare attenzione ai contesti, che vanno dalla scuola alla famiglia e dalle istituzioni alla comunità.

 

Relatori: Michele Zappella , Pietro Cirrincione , Serena  Luciani

Michele

Zappella

Pietro

Cirrincione

Serena

Luciani

Transizione all'età adulta e inclusione lavorativa: prospettive ed esperienze

AMBITO CULTURALE-SOCIALE

Le sfide dell’età adulta: lavoro e non solo

Cinzia Raffin (Direttrice scientifica Fondazione Bambini e Autismo, Pordenone)

La transizione dall’adolescenza all’età adulta è caratterizzata, per tutti, dal presentarsi di discontinuità critiche a cui è necessario rispondere con processi di apprendimento e cambiamento. Vi è omogeneità nella percezione di quali siano tali discontinuità da parte della popolazione neurotipica: il passaggio dalla scuola al lavoro, l’autonomia economica e abitativa, le relazioni sociali e sentimentali. Pensare che anche le persone con autismo percepiscano le stesse discontinuità come “prioritarie” nella propria vita, può essere una proiezione indebita che non sempre è d’aiuto a comprendere le reali difficoltà a cui possono andare incontro. Nella presentazione si proporrà una riflessione ad ampio raggio su cosa comporti il passaggio all’età adulta per le persone con autismo, al di là di visioni stereotipate.

 

L’acquisizione di competenze per l’appartenenza: dall’adolescenza all’età adulta

Fabio Comunello (Presidente bioFattoria sociale «Conca d'oro», Bassano del Grappa, Vicenza)

La condizione di autismo può limitare la partecipazione alla vita attiva così che, nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta, diventa utile saper co-costruire strategie progettuali abilitanti che siano in grado di inserire, progressivamente, le persone con autismo in contesti lavorativi caratterizzati da accuratezza empatica, contestuale e competente. Durante l’intervento verranno presentati progetti che vanno in tale direzione.

 

La motivazione al lavoro nelle persone con autismo: percorsi di transizione dalla scuola all’inizio dell’attività lavorativa

Corrado Cappa (Direttore U.O.C. Psichiatria di Collegamento e Inclusione Sociale, Piacenza)

Durante l’intervento, saranno esposti i dati quali-quantitativi relativi all’utenza inserita nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) autismo del Dipartimento di Salute Mentale-Dipendenze Patologiche (DSM_DP) di Piacenza. Al momento tale utenza è composta da 50 persone che vengono accompagnate e sostenute nella loro attività lavorativa. Durante la relazione verranno inoltre presi in esame i seguenti aspetti: la dimensione soggettiva del lavoro, le difficoltà e le gratificazioni incontrate, i percorsi e le varie modalità organizzative idonee a inserire persone con autismo nell’ambito lavorativo.

 

Presentazione Buona Prassi: L’esperienza de “Il Tortellante” a cura di Erika Coppelli (Presidente Associazione Aut Aut Modena Onlus)

 

Relatori: Fabio Comunello , Cinzia Raffin , Corrado Cappa

Fabio

Comunello

Cinzia

Raffin

Corrado

Cappa

Il gioco tra divertimento e terapia

AMBITO DIDATTICO-EDUCATIVO

Osservare e valutare il gioco del bambino, sia con sviluppo tipico che atipico, permette di esplorare e conoscere da vicino il suo mondo e il modo in cui lo esperisce. Attraverso il gioco, infatti, i bambini esprimono comportamenti, emozioni, modi di pensare e apprendono competenze sociali (Venuti 2016, Piaget, 1962; Vygotsky 1978; Tamis-LeMonda & Bornstein 1996; Bornstein 2007). Comunemente, si è portati a pensare che i bambini con disturbo dello spettro autistico provino poco piacere nelle attività ludiche di tipo simbolico, tuttavia, i risultati di alcune ricerche mettono in discussione tale elemento. Nel gioco, infatti, sono presenti diversi elementi che sono conosciuti, sperimentati e che generano piacevoli stati di benessere nei bambini con disturbo dello spettro autistico. Durante il workshop saranno presentati risultati di ricerca e strumenti operativi per un nuovo approccio al gioco negli interventi educativi e riabilitativi con bambini nello spettro autistico.

Relatori: Giovanna Gison , Arianna Bentenuto , Caterina Fruet , Nadia Zanella

Giovanna

Gison

Arianna

Bentenuto

Caterina

Fruet

Nadia

Zanella

La pragmatica negli autismi e nel disturbo della comunicazione sociale

AMBITO CLINICO

Il deficit pragmatico è una caratteristica comune sia al disturbo dello spettro autistico (ASD), sia al disturbo della comunicazione sociale (DCSP). Quest’ultimo è stato codificato nel DSM-5 come entità nosologica indipendente, all’interno del più ampio dominio dei disturbi del neurosviluppo. Durante il presente workshop si analizzeranno le difficoltà di utilizzo del linguaggio verbale e non verbale nelle situazioni sociali. In particolare modo, verranno presentati diversi modelli di intervento finalizzati allo sviluppo delle competenze pragmatiche, con riferimento alle abilità conversazionali e all’utilizzo del linguaggio mentalistico.

 

Relatori: Silvano Solari , Roberto Padovani , Elena Danna , Mirella Zanobini

Silvano

Solari

Roberto

Padovani

Elena

Danna

Mirella

Zanobini

Prevalenza del disturbo dello spettro autistico in Italia: il progetto ASDEU

Relatori: Antonio Narzisi

Antonio

Narzisi

“The most important tools to become better professionals”. Gli strumenti più importanti per diventare dei validi professionisti

Relatori: Gunilla Gerland

Gunilla

Gerland

Il ruolo del sistema motorio nella comprensione dell'autismo

Relatori: Maddalena Fabbri Destro

Maddalena

Fabbri Destro

Parent e teacher training per la gestione dei comportamenti problema nell’autismo

Relatori: Valentina Postorino

Valentina

Postorino