Evoluzioni d’interesse interdisciplinare delle terapie psicofarmacologiche nelle persone con disturbi dello spettro autistico
AMBITO CLINICO
Interventi psicofarmacologici nelle persone con disturbo dello spettro autistico: problematiche e nuove acquisizioni d’interesse interdisciplinare
Marco Bertelli (Direttore Scientifico CREA -Centro Ricerca E Ambulatori, Fondazione San Sebastiano, Firenze)
Le persone con disturbo dello spettro autistico ricevono molti più farmaci psicoattivi della popolazione generale, soprattutto in adolescenza ed età adulta, con tassi che variano tra il 32 e l’89%. Questa sproporzione non riguarda solo il numero assoluto di farmaci prescritti, ma anche la dose media, l’associazione di più farmaci e la durata dei trattamenti. Le prescrizioni mirano spesso a gestire comportamenti problematici, senza adeguati accertamenti sulla loro natura psicopatologica e dunque si riferiscono a molecole con attività psicolettica aspecifica. I fattori alla base di queste criticità sono numerosi e di diversa natura, anche se spesso reciprocamente implicati. Fra i principali si ritrovano i pregiudizi sugli “psicofarmaci”, la mancanza di ricerca, la conseguente imprecisione delle indicazioni riportate nelle schede tecniche, la mancanza di formazione, l’insufficiente considerazione degli effetti indesiderati a medio e lungo termine, lo scarso approfondimento degli aspetti etici e la frammentazione degli interventi delle diverse professionalità. Il presente contributo descriverà alcuni dei nuovi farmaci e dei nuovi criteri prescrittivi che sembrano avere maggiori implicazioni interdisciplinari.
Psicofarmacologia in età evolutiva: i disturbi del neurosviluppo
Massimo Molteni (Direttore sanitario Associazione La Nostra Famiglia, IRCCS Medea, Bosisio Parini, Lecco)
La carenza di farmaci, sviluppati appositamente per i disturbi del bambino, rappresenta un problema spesso sottostimato dall’opinione pubblica e nel campo neuropsichico tale carenza risulta drammatica. Le poche molecole utilizzate, infatti, sono state sviluppate per i disturbi dell’adulto e spesso sono poco studiate nella realtà infantile. L’efficacia è incostante, il rapporto rischio-beneficio incerto, pochi sono gli studi condotti su tollerabilità e dosaggi adeguati al metabolismo infantile e i nuovi approcci farmacologici, legati a ipotesi patogenetiche innovative, sono tutt’ora preliminari. In questo contesto appare quindi necessaria una sistematica azione di farmaco-sorveglianza nel “real word”, che può avvenire solo se le autorità regolatorie favoriscano tali studi indipendenti. Durante l’intervento, saranno presentati alcuni dei dati preliminari provenienti da studi osservazionali che incoraggiano ad andare in questa direzione.
Terapie farmacologiche innovative e personalizzate: prospettive a breve e medio termine
Antonio Persico (Responsabile Programma Interdipartimentale “Autismo 0-90”, A.O.U. Policlinico "Gaetano Martino” e Università di Messina)
La terapia farmacologica del disturbo dello spettro autistico in età evolutiva è, ad oggi, una terapia mirata a contenere le co-morbidità, non-specifica rispetto al meccanismo d’azione e desunta primariamente da studi effettuati su pazienti adulti. Negli ultimi anni la ricerca si è mossa con decisione verso l’identificazione di agenti in grado di migliorare i sintomi nucleari dell’autismo e di personalizzare la terapia sulla base di biomarcatori in grado di caratterizzare il meccanismo patogenetico a livello del singolo paziente. Durante l’intervento verrà fornita una panoramica della letteratura corrente rispetto al tema e saranno presentati alcuni dati relativi agli studi in corso presso il nostro Programma.
Relatori:
Massimo Molteni
, Alessandro Zuddas
, Antonio Persico
, Marco Bertelli