Relatore/Relatrice


David Vagni

Associazione Spazio Asperger Onlus, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università Ludwig Maximilian, Monaco

Fisico teorico, specializzato in calcolo scientifico e teorie della complessità, dottore in psicologia. Attualmente sta svolgendo il dottorato in Learning Sciences presso il Laboratorio di Psicologia Neurocognitiva dell'Università Maximilian-Ludwig di Monaco.  La sua attività l'ha portato ad interessarsi alla teoria dei sistemi dinamici e della complessità che ha poi approfondito cercandone applicazioni in campi diversi quali: l'epigenetica, le neuroscienze e la sociologia. È vicepresidente dell'associazione Spazio Asperger ONLUS per la quale è responsabile delle progettualità e della ricerca. Attraverso l’associazione offre supporto a persone con condizioni dello Spettro Autistico e alle loro famiglie. Nel campo della ricerca il suo interesse è focalizzato sullo sviluppo morale ed emotivo, la Teoria della Mente e le funzioni esecutive. Dal punto di vista clinico ha ricevuto un training ufficiale all'utilizzo del CAT-kit e si interessa delle terapie cognitivo-comportamentali di terza generazione e la mindfulness.

 

Attività


La selettività alimentare nel disturbo dello spettro autistico: cause, manifestazioni e trattamento

AMBITO CLINICO

Selettività alimentare: definizione, stato dell'arte e specificità nel disturbo dello spettro autistico

Giulia Giovagnoli (Centro Scientifico di Neuropsichiatria AITA, Roma)

Spesso i bambini manifestano comportamenti disfunzionali durante il pasto. Tra questi, la selettività alimentare ne rappresenta uno dei più invalidanti a causa delle sue ripercussioni sulla qualità della vita del bambino e della famiglia e sugli aspetti di crescita e nutrizione. Nel caso del disturbo dello spettro autistico, numerose teorie contribuiscono a spiegare l’elevata frequenza della selettività alimentare, considerando aspetti neurofisiologici (come il coinvolgimento del microbiota intestinale) e comportamentali (quali l’alterata sensorialità o la rigidità cognitiva) al fine di proporre interventi specifici e mirati.

 

Il trattamento della selettività alimentare

Alessandra Bottino (Centro Scientifico di Neuropsichiatria AITA, Roma)

Il trattamento della selettività alimentare nei bambini con disturbo dello spettro autistico richiede un intervento multidisciplinare precoce che coinvolga il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il nutrizionista e i genitori. Il trattamento mira ad aumentare l’accettazione del cibo e ridurre i comportamenti problema legati al pasto (pianto, urla, sputi, atti auto o etero-aggressivi, aumento delle stereotipie). Un approccio cognitivo-comportamentale dovrebbe essere la prima scelta al fine di migliorare il benessere del bambino e la qualità di vita dei suoi familiari.

 

La selettività alimentare negli adolescenti e negli adulti con condizioni dello spettro autistico

David Vagni (Associazione Spazio Asperger Onlus, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università Ludwig Maximilian, Monaco)

Nei bambini con condizioni dello spettro autistico, la selettività alimentare è ampiamente indagata, mentre è molto meno diffusa la conoscenza e la consapevolezza della selettività alimentare negli adulti e negli adolescenti. Tratti di neofobia, abitudini ripetitive e difficoltà sensoriali relative agli alimenti tendono a persistere anche in età adulta. Diversi studi recenti hanno evidenziato come adolescenti e adulti con selettività alimentare affrontino maggiori difficoltà nella vita quotidiana e nella socializzazione. Riconoscere la presenza e l’impatto di tali comportamenti, e comprenderne l’origine e la funzione, può aiutare a suggerire tecniche di intervento efficaci e personalizzate rispetto all’età e alle caratteristiche cognitive della persona.

 

Collegamenti e differenze tra selettività alimentare e disturbi della condotta alimentare nello spettro autistico

Davide Moscone (Direttore clinico Centro CuoreMenteLab, Roma e Presidente Associazione Spazio Asperger Onlus)

La comunità scientifica supporta l’associazione tra condizioni dello spettro autistico e selettività alimentare, la quale include il rifiuto del cibo e un limitato repertorio di alimenti e quindi non è a prima vista direttamente collegabile ai disturbi della condotta alimentare. Tuttavia, si stanno accumulando evidenze scientifiche relative ad una maggiore incidenza di disturbi alimentari nella popolazione autistica, in particolare in quella con condizioni dello spettro autistico di grado lieve. L’inclusione del disturbo dell’alimentazione evitante/restrittivo (ARFID) nel DSM-5, caratterizzato da un limitato consumo di cibo a causa delle caratteristiche sensoriali o passate esperienze negative, ha condotto alla ricerca dell’ARFID nello spettro autistico e nell’anoressia nervosa. Studi recenti hanno evidenziato un possibile ponte tra queste condizioni. Durante la relazione verranno presentati i possibili collegamenti tra i disturbi della condotta alimentare e la condizione dello spettro autistico, fornendo suggerimenti utili per un intervento mirato. 

Relatori: Davide Moscone , David Vagni , Alessandra Bottino , Giulia Giovagnoli

Davide

Moscone

David

Vagni

Alessandra

Bottino

Giulia

Giovagnoli