Relatore/Relatrice


Mario Polito

Psicologo, Psicoterapeuta e Pedagogista

BIOGRAFIA

Psicologo, Psicoterapeuta e Pedagogista. Laureato in Filosofia (1973), in Psicologia (1981) e in Pedagogia (1991). Specializzato in Psicoterapia della Gestalt (1992). Formatore per 30 anni nei corsi di formazione per docenti. Ha collaborato in Svizzera per 20 anni con lo IUPFF di Lugano e la SUPSI di Locarno nei corsi di aggiornamento dei docenti. Ha scritto 25 libri dedicati alla scuola e all'educazione. In particolare, si è interessato al metodo di studio, alla motivazione, all'intelligenza, all'apprendimento cooperativo, alla gestione dell'indisciplina in classe, alla comunicazione tra docenti e studenti, ai conflitti con gli adolescenti.
La sua impostazione educativa è basata sul dialogo socratico, sul sociocostruttivismo, sulla teoria del prendersi cura. Ha condotto numerose indagini statistiche (sull'efficacia o meno dei compiti per casa, sul rischio negli adolescenti, sulle cause dell'indisciplina, sul benessere in classe, sulle emozioni in classe) utilizzando la tecnica dei questionari incrociati a docenti, genitori e studenti.

Attività


È possibile pensare a una scuola “che funziona” senza compiti a casa?

SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Il dibattito sul tema “compiti a casa” vede ancora oggi molte spaccature con i favorevoli e i contrari che, periodicamente e con “rinnovato vigore”, avviano accese discussioni per spiegare il proprio punto di vista. Molti sostengono che i compiti a casa sono un qualcosa di superato, altri addirittura che siano inutili e dannosi. Un qualcosa non in linea con una didattica innovativa e un apprendimento efficace che andrebbe invece garantito in toto nell’orario di permanenza a scuola. Vari Paesi europei hanno infatti già adottato una politica di questo tipo che ha dato ottimi risultati, anche in relazione agli esiti di valutazione degli apprendimenti e di qualità dei sistemi scolastici. In Italia la “questione compiti” è invece ancora vissuta in maniera stressante dagli studenti e dalle loro famiglie, con continue lamentele per il carico eccessivo di compiti da svolgere a casa e durante le vacanze. Altri sostengono invece che i compiti sono una necessaria integrazione rispetto alle attività di apprendimento iniziate a scuola. Un momento in cui lo studente ha la possibilità di elaborare personalmente quanto sentito e sperimentato in classe, processo senza il quale molti apprendimenti non potrebbero realizzarsi in modo compiuto. In questa prospettiva i compiti sono quindi visti come opportunità per avere lo spazio e il tempo necessari per portare a compimento il processo di apprendimento iniziato in classe. Il dibattito su questo argomento all’interno del Convegno, ci permetterà di mettere in luce i pro e i contro di entrambe queste posizioni, di “schierarci” da una parte o dall’altra e magari, a fine dibattito, di cambiare opinione!

Modera: Sofia Cramerotti (Ricerca e Sviluppo, Centro Studi Erickson, Trento)

Relatori: Mario Polito , Maurizio Parodi

Mario

Polito

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