Relatore/Relatrice


Clelia Bartoli

Ricercatrice e docente, Università di Palermo

Ricercatrice presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, docente di “Sociologia del diritto” e di “Politics of migration and human rights”.

Dottore di ricerca in “Diritti umani”, si è occupata soprattutto di inclusione sociale, migrazioni, e razzismo e dispersione scolastica. Ha ideato delle sperimentazioni educative in ambito scolastico ed accademico basate sull’analisi delle relazioni di potere e la costruzione cooperativa della conoscenza. Tra queste ha condotto il programma “Polipolis” presso il “CPIA - Palermo 1” dedicato ai minori stranieri non accompagnati. Ha fondato con un gruppo di giovani rifugiati “Giocherenda”, una start-up che inventa e costruisce giochi cooperativi. Ha sviluppato in ambito accademico un metodo educativo definito “street law alla rovescia” ispirato all’esperienza di Danilo Dolci.

È autrice di svariati volumi, tra cui: Aquí Se Funda Un País. Viaggio Nella rivolta del Cile (2020), Inchiesta a Ballarò. Il diritto visto dal margine (2019); Legal clinics in Europe. For a commitment of higher education in social justice (2016); [con M. Aime, G. Barbujani e F. Faloppa] Contro il razzismo. Quattro ragionamenti (Einaudi 2016); Razzisti per legge. L’Italia che discrimina (Laterza, 2012); La teoria della subalternità e il caso dei dalit in India (Rubettino: 2008); le curatele: Donne migranti e richiedenti asilo in Sicilia (DuePunti Editore, 2010).

Attività


Ragazzi sconfinati e una scuola che schiuda - CLELIA BARTOLI

SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Esiste una parola araba per definire i giovani che si mettono in viaggio in cerca di una vita nuova: "harraga". Letteralmente significa colui che “brucia” le frontiere.
In effetti, i ragazzi e le ragazze "harraga" hanno mandato in fumo barriere di ogni sorta: hanno battuto territori impervi - deserti, mari e montagne; hanno oltrepassato dogane, aggirato posti di blocco, scavalcato recinti; ma hanno anche messo alla prova i propri limiti mentali, misurandosi con traumi e paure, distanze linguistiche, culturali e sociali. Hanno provato il duro impatto con leggi fortezza e ciniche burocrazie, saggiando non di rado indifferenza e disprezzo.
Questi giovani “sconfinati”, una volta giunti in Europa, si ritrovano, però, molto spesso “confinati” in strutture segregate e chiuse, a causa di un sistema di gestione dell’immigrazione che tende ad escludere anziché integrare.
Così la congrega degli harraga" pone alla scuola e alla società italiana una sfida: sei capace di schiuderti e di crescere e far crescere coloro che pensano alle frontiere come davvero sono, un arbitrario costrutto umano labile e valicabile?
L’intervento alternerà riflessioni filosofiche e pratiche quotidiane, portando ad esempio la storia dei "Giocherenda": un gruppo di giovani rifugiati, da meno di due anni in Sicilia, sta insegnando ai ragazzi palermitani dello Zen e di altre periferie difficili come non sentirsi stranieri in una città che li emargina.

Relatori: Clelia Bartoli

Clelia

Bartoli