La balbuzie vista dal paziente e dall’interlocutore. Metodi e strumenti per gestire in modo efficace la valutazione e la terapia
Le Linee Guida sulla Balbuzie: l’importanza della prevenzione e della valutazione precoce
Anna Accornero (Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Università degli Studi di Torino)
Durante l’intervento verranno presentate le Linee Guida sulla balbuzie dell’Associazione Olandese di Foniatria e Logopedia (NVLF). Tali Linee Guida, pubblicate nel 2014 e successivamente tradotte in lingua inglese (2016) e Italiana (2019), sono state redatte per migliorare la qualità e l'efficacia della cura fornita dai Logopedisti alle persone che balbettano e costituiscono attualmente le più recenti evidenze scientifiche sull’argomento. Verrà presentata una sintesi delle Raccomandazioni delle linee guida olandesi,prendendo in considerazione in particolare gli aspetti relativi ai Fattori Prognostici ed alla Valutazione, elementi fondamentali per l’età evolutiva. La balbuzie è infatti un disturbo multifattoriale, pertanto la presa in carico deve essere, nel rispetto della multidimensionalità del disturbo, interdisciplinare ed interprofessionale. Proprio per la multidimensionalità e la variabilità del Disturbo, la valutazione deve quindi comprendere sia le caratteristiche overt che covert, ponendo attenzione non solo alla balbuzie, ma alla persona che balbetta, tenendo conto dell’unicità del singolo. In età pre-scolare è fondamentale che partecipino al percorso di valutazione anche i genitori, al fine di individuare e poi imparare a gestire adeguatamente i fattori di rischio. Nel caso di bambini sopra i 6 anni di età, adolescenti o adulti la valutazione va effettuata in un’ottica ICF, sulle necessità e i bisogni del paziente.
La Balbuzie vista dal paziente e dall'interlocutore
Donatella Tomaiuoli (CRC - Centro Ricerca e Cura Balbuzie, Roma – Sapienza Università di Roma)
Cosa pensa e cosa prova la persona che balbetta ogni qual volta si trova a dover affrontare un’esperienza di verbalizzazione? Cosa pensa e cosa prova la persona normofluente quando si trova a doversi relazionare con una persona che balbetta? Numerosi studi, confermati poi dall’esperienza clinica, mettono in evidenza la difficoltà da parte della persona che balbetta a entrare in relazione con l’altro, in modo efficace e funzionale (Guntupalli, 2010; Boyle, 2009, Weidner, 2017; Byrd 2017). Tale difficoltà è spesso riscontrata anche da parte degli interlocutori. Infatti, le maggiori criticità, riportate dalle persone che balbettano, sono riconducibili alla gestione dei propri episodi di balbuzie nel mentre si trovano di fronte a uno o più interlocutori. Tutto ciò porta all’istaurazione di una comunicazione poco efficace che alimenta la formazione di uno stereotipo negativo della balbuzie. Ricerche recenti hanno dimostrando che gli atteggiamenti negativi nei confronti della balbuzie hanno esordio già durante l’età prescolare (Langevin, Packman, & Onslow, 2009; Weidner, St. St. Louis, Nakıscı e Özdemir, 2015). In questa fase i bambini iniziano a costruire percezioni di sé relative alla loro capacità di parlare. Risposte sfavorevoli da parte di genitori, insegnanti o da parte del gruppo dei pari possono contribuire alla nascita di un’attitudine comunicativa negativa. Verranno quindi analizzati, non solo i fattori di rischio per la balbuzie, ma anche le reazioni cognitive, emotive e comportamentali che la balbuzie scaturisce nei diversi interlocutori e il loro impatto nella persona che balbetta. Infine, verranno individuate le strategie più efficaci da poter mettere in campo per prevenire la formazione di un vissuto negativo.
La terapia: obiettivi e strumenti
Francesca Del Gado (CRC - Centro Ricerca e Cura Balbuzie, Roma – Sapienza Università di Roma)
La balbuzie è caratterizzata da una natura multidimensionale che rende necessario un piano di trattamento che prenda in considerazione sia la componente evidente del disturbo (aspetti overt), sia la componente legata al vissuto del paziente e ai comportamenti che ne scaturiscono (aspetti covert).In età pre-scolare l’intervento è sia diretto che indiretto, considerando l’importanza dell’ambiente e dei genitori in particolare che possono rinforzare l’idea funzionale che la balbuzie è una caratteristica da gestire e non un difetto da controllare o nascondere. Verrà illustrato il programma Play! come proposta di trattamento e di prevenzione di comportamenti disfunzionali alla comunicazione verbale e non verbale in età prescolare. Infine, verrà messo in risalto l’importanza del coinvolgimento dei genitori e dell’ambiente per un percorso fruttuoso e funzionale a sostenere lo sviluppo comunicativo del bambino.
Presentazione e discussione videoregistrazioni di casi clinici
Donatella Tomaiuoli (CRC - Centro Ricerca e Cura Balbuzie, Roma – Sapienza Università di Roma), Francesca Del Gado ((CRC - Centro Ricerca e Cura Balbuzie, Roma – Sapienza Università di Roma), Anna Accornero (Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Università degli Studi di Torino)
Verranno proposte attività pratiche che consentiranno ai partecipanti di osservare e riconoscere nei bambini e nei genitori i comportamenti funzionali e disfunzionali legati alla presenza delle disfluenza. Le informazioni ricavate saranno utili per impostare un percorso riabilitativo sempre più rispondente alle necessità del singolo paziente.
Relatori:
Donatella Tomaiuoli
, Francesca Del Gado
, Anna Accornero