Relatore/Relatrice


Camilla Landi

Università Cattolica di Milano

BIOGRAFIA 

Ricercatrice  presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica, componente del Centro di Ricerca "Relational Social Work" e docente di Procedure e tecniche di Tutela minorile e di Politiche socio-assistenziali nei corsi di laurea dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. Assistente sociale con esperienza nel lavoro sociale di comunità, in progetti di mediazione sociale, e nell'ambito della tutela minorile.

Attività


S4. Percorsi di affidamento familiare: come promuovere la collaborazione tra famiglie, comunità territoriali e istituzioni

Ritornare a una cultura dell'accoglienza e del rispetto: dove stiamo andando?
Liviana Marelli

Che cosa significa sostenere la cultura dell’accoglienza e del rispetto delle storie delle persone e dei soggetti di minore età presenti a qualunque titolo sul territorio italiano? Quali elementi caratterizzano il contesto attuale sia sotto il profilo culturale che istituzionale/normativo. In quale direzione stiamo andando? Come è possibile ricostruire una cultura dell’accoglienza quale “bene comune” necessario e basato sul principio della corresponsabilità adulta, della reciprocità, del dono fuori da ideologie? Come cambiare la narrazione? Durante l'intervento si provarà a confrontarsi su questi temi a partire dall’attuale quadro normativo per riconoscere coerenze/incoerenze con la cultura dell’accoglienza quale risorsa e per rintracciare pregiudizi che non favoriscono l’affido familiare. Si proporrà, inoltre, una lettura ragionata dei dati nazionali sugli affidi familiari e un confronto sul “cambiamento” delle famiglie quale elemento di conoscenza e valutazione imprescindibile per sostenere l’affido familiare e rivedere le azioni di promozione, formazione e sostegno ai progetti di affido.

Costruire politiche locali che promuovano l'accoglienza nei territori
Salvatore Me

La promozione dell’affido familiare dovrebbe rientrare dentro un pensiero più ampio sullo sviluppo delle risorse accoglienti di un territorio e sulle risposte che le comunità mettono in campo a sostegno di bambini e famiglie in difficoltà. Le linee di indirizzo nazionali ci ricordano come “L’affidamento familiare affonda le sue radici nella comunità locale, che è co-responsabile, insieme al sistema dei servizi sociali territoriali, della cura del bambino e della sua famiglia”. Viene quindi chiaramente riconosciuta la responsabilità di Enti locali e Regioni nel promuovere e sostenere l'affidamento familiare, una responsabilità che va agita in collaborazione con gli altri attori che vivono il territorio e che sono chiamati anch’essi a co-costruire una comunità accogliente. Ma le Linee di Indirizzo, per definizione, non sono cogenti, non determinano un obbligo di attuazione, e si rischia che le indicazioni offerte siano pura retorica e non si riconosca appieno la necessità di individuare percorsi concreti e fattibili per darne effettiva attuazione. Il tema allora è: come uscire dalla retorica? Quali sono le azioni necessarie? Cosa significa curare le risorse accoglienti di un territorio? Che responsabilità hanno i singoli operatori e gli altri attori del territorio? Che ruolo devono assumere, concretamente, i diversi livelli di governo (in particolare ente locale e regione)? Cosa significa praticare integrazione, appropriatezza e co-responsabilità? Durante l'intervento si affronteranno queste questioni nella consapevolezza che non ci saranno risposte univoche e tenendo conto del contesto di riferimento, nel quale sono venute meno molte certezze e del quale non sono del tutto chiari i punti di approdo, con nuovi attori con i quali è necessario condividere linguaggi e negoziare nuove posizioni.

Come promuovere e realizzare buoni progetti di affidamento familiare: indicazioni metodologiche e riflessioni a partire dalle Linee di indirizzo ministeriali
Camilla Landi

L’affido familiare è una soluzione appropriata per quel bambino? Come posso tutelare il bambino e, al contempo, lavorare con la sua famiglia di origine? Come posso sostenere le famiglie nell’esperienza di accoglienza? Sto guardando verso il miglior livello possibile di riunificazione familiare? Queste sono solo alcune delle domande che i professionisti che lavorano al fianco di minori e famiglie si pongono quando sono chiamati a costruire e realizzare un progetto di affido familiare. Le Linee di indirizzo nazionali per l’affidamento familiare, recentemente aggiornate, offrono importanti indicazioni di metodo e raccomandazioni per poter rispondere a questi quesiti e contribuire consapevolmente alla pianificazione partecipata e al buon andamento del progetto di accoglienza familiare. I suggerimenti pratici e metodologici delineati all’interno delle Linee di indirizzo verranno presentati e commentati, anche mediante l’utilizzo di alcuni casi studio.

Relatori: Camilla Landi , Liviana Marelli , Salvatore Me

Camilla

Landi

Liviana

Marelli

Salvatore

Me

QT4. Allontanare un bambino dalla propria famiglia: come promuovere un processo di aiuto relazionale nel rispetto delle attuali indicazioni normative?

L’allontanamento di un bambino o bambina, ragazzo o ragazza dalla propria famiglia è uno tra i più complessi interventi di tutela e protezione dei più piccoli, in quanto tocca aspetti psicologici, sociali e giuridici fondamentali e spesso coinvolge, nella sua progettazione e realizzazione, intere equipe di professionisti e professioniste. All’interno di questa complessità, la riforma Cartabia ha posto l’accento sui principi legati al giusto processo all’interno della giurisdizione minorile, con ricadute sui tempi dei procedimenti, nonché sui soggetti coinvolti e sui flussi di informazioni ad essi connessi.

Quali sono le principali sfide che in questa fase ci si trova a fronteggiare quando si programma e realizza un allontanamento? Come possono gli operatori e le operatrici sociali preservare ed agire la propria discrezionalità professionale nel rispetto dei mandati dell’autorità giudiziaria e dei principi del giusto processo? Come gestire in modo costruttivo le relazioni tra professionisti/e psico-socio educativi e le diverse figure legali coinvolte? Come promuovere, nel contesto di un allontanamento, un percorso di aiuto rispettoso dal punto di vista deontologico? Quali metodologie e strumenti possono essere di supporto nell’attuazione di una procedura così impattante sulla vita delle famiglie? Quali accortezze sono necessarie per mantenere in primo piano l’attenzione al benessere dei più piccoli?

A partire da questi interrogativi, verrà aperta una riflessione con i relatori e le relatrici. Il pubblico sarà invitato a partecipare al dibattito condividendo pensieri e domande.

Relatori: Camilla Landi , Daniela Malvestiti , Elisabetta Novario , Roberta Ribon , Monica Cappelli

Camilla

Landi

Daniela

Malvestiti

Elisabetta

Novario

Roberta

Ribon

Monica

Cappelli