Buone pratiche - buone epistemologie. Complessità, curiosità e giustizia sociale si fanno casa per l'educativa domiciliare
Andrea Prandin
Lavorare come educatori/trici nei territori, tra quartieri, appartamenti e relazioni, significa muoversi in uno spartito non facilmente tracciabile e, tanto meno, facilmente comunicabile ad altre interlocutrici (sia colleghi e che famiglie). Questo richiede al/alla professionista una certa consapevolezza di cosa sia la complessità e, anche, una certa curiosità verso ciò che non si conosce e non si comprende, posizionandosi principalmente come «ricercatori/trici di possibilità».
Esplorare e progettare tra case e territori: alcuni spunti dalle pratiche di educativa domiciliare
Andrea Petrella
Il presente contributo vuole collocare l'intervento di educativa domiciliare in una più ampia cornice territoriale, capace di valorizzare risorse per bambini/e e per le famiglie. Nella consapevolezza che questo particolare dispositivo esprima tutto il suo potenziale nel connettere e riconnettere le famiglie al proprio contesto di riferimento, oltre che nel potenziare i legami tra genitori e figli, verranno presentate alcune esperienze particolarmente promettenti.
IDE, si può fare se, si può fare con. Azione e riflessione alla ricerca di un senso e di un desiderio in comune
Romeo Arnoldo
Cosa può facilitare la buona riuscita di IDE? Quali sono gli elementi imprescindibili? Domande e riflessioni che scaturiscono dalla pratica quotidiana degli educatori e dal rapporto con le famiglie. Un lavoro sfidante, fra bellezza e complessità, a partire dalla centralità dei bisogni, di tutte le parti in gioco, nell’intreccio delle relazioni e delle aspettative che ne scaturiscono.