Relatore/Relatrice


Claudio Foti

Centro Studi Hänsel e Gretel, Torino

BIOGRAFIA

È psicoterapeuta e psicodrammatista. Ha fondato il Centro Studi Hansel e Gretel nel 1988, di cui è Direttore Scientifico. È stato giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Torino e componente dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza. Svolge attività di supervisore in équipe specialistiche per il contrasto alla violenza sui minori. È stato CTU e perito in Uffici giudiziari di numerose città italiane. È Direttore di alcuni Master (a Torino, Reggio Emilia, Napoli, Cagliari) su “Gestione e sviluppo delle risorse emotive” e “Cura del trauma. Impegno clinico e psicologico forense”, organizzati dall’Università Pontificia Auxilium Roma e dal Centro Studi Hansel e Gretel. È supervisore di progetti per il recupero degli autori di reato e dei sex offenders. È Presidente dell’Associazione “Rompere il silenzio. La voce dei bambini”. È autore di numerose pubblicazioni, fra cui: “Giochiamo ad ascoltare”, “Il maltrattamento invisibile”, “L’ascolto dell’abuso e l’abuso nell’ascolto” (Angeli) e “La mente abbraccia il cuore” (Ed. Gruppo Abele).

Attività


6. Ascoltare il trauma dell'abuso. Strumenti per operatori della tutela e della scuola

L’abuso sessuale è un carcinoma diffuso che non guarisce da sé, e che può estendersi tra le generazioni e all’interno della stessa generazione. È un fenomeno di cui si possono percepire le dimensioni dilaganti e sommerse, ma ciò nonostante, dopo una fase di riconoscimento sociale, è andato incontro a reazioni di minimizzazione o rimozione.  È cresciuta negli ultimi anni attorno all’abuso un vero e proprio negazionismo della violenza sessuale sui bambini: una corrente culturale, che tende a tutelare gli adulti, afferma che l’abuso sessuale è un fenomeno muto ed indimostrabile con qualsiasi procedura psicologica e sociale. Certo è preferibile attribuire la massa delle rivelazioni che stanno emergendo a distorsioni percettive, a false accuse, a madri ansiose ed alienanti piuttosto che a dinamiche relazionali e culturali alimentate dalla cultura del narcisismo e della perversione. Ma la speranza di un intervento di aiuto e di cura nei confronti dei bambini abusati è aperta ed è legata alla responsabilità e all’impegno degli operatori sensibili. Occorre contrastare i tre inquinanti che impediscono il riconoscimento dell’abuso: l’adultocentrismo, il negazionismo e la cultura patriarcale. La conoscenza del fenomeno, l’ascolto empatico e l’intelligenza emotiva rappresentano strumenti insostituibili di prevenzione e di contrasto.

Relatori: Claudio Foti

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