Relatore/Relatrice


Attività


Introduzione e coordinamento

Relatori: Francesco Zambotti

Francesco

Zambotti

Inclusione: il nostro valore irrinunciabile

Relatori: Dario Ianes

Dario

Ianes

Developing inclusive pedagogy: lessons from international experience

Relatori: Mel Ainscow

Mel

Ainscow

I corpi a scuola: tra molteplici oppressioni e identità

Relatori: Sara Franch , Rahma Nur

Sara

Franch

Rahma

Nur

Costruire futuro: co-progettare per sostenere il progetto di vita

Relatori: Cecilia Marchisio

Cecilia

Marchisio

L1. Stazioni di apprendimento alla scuola secondaria

Le stazioni di apprendimento si posizionano all’interno di una cornice più ampia definita «didattica aperta», una didattica incentrata sul concetto di autonomia in cui l’insegnante progetta delle situazioni e dei percorsi all’interno dei quali studenti e studentesse divengono protagonisti della propria azione didattica. Ogni stazione, infatti, propone attività differenti e ciascuno studente può, guidato da un passaporto, scegliere in quale ordine svolgerle, con quali tempi e può confrontarsi con i compagni e le compagne che incontra nel proprio percorso. Durante il laboratorio i e le partecipanti potranno sperimentare direttamente un percorso a stazioni a cui seguirà una sessione di domande e risposte sulla progettazione e gestione della didattica a stazioni in qualsiasi disciplina.

 

Relatori: Annalisa De Stasi , Elena Conte

Annalisa

De Stasi

Elena

Conte

L2. La didattica universale della matematica in pratica: strategie e percorsi didattici

Parlare di didattica universale della matematica significa parlare della didattica di base, rivolta alla totalità di bambini e bambine presenti a scuola. È una didattica che garantisce a ciascuno di esprimere al massimo le proprie diverse potenzialità; è una didattica capace di pianificare e dirigere la propria azione educativa nel rispetto e nella valorizzazione di tutte le variabili personali che compongono la classe e che pone a fondamenta dell’azione didattica il ruolo di primo piano della comunità classe, del lavoro collaborativo, attivo e costruttivo di compagni e compagne. Nel laboratorio verranno presentati e fatti sperimentare percorsi e strategie per comprendere come organizzare e gestire una progettazione didattica di matematica, che coinvolga tutti e tutte in un percorso unico, coniugando in modo complementare differenziazione e personalizzazione. Attraverso alcune semplici attività cooperative, i e le partecipanti saranno coinvolti nella realizzazione di attività didattiche universali su alcuni dei più significativi concetti matematici per la scuola primaria.

 

Relatori: Giuseppina Gentili

Giuseppina

Gentili

L3. La didattica universale dell'italiano in pratica: strategie e percorsi didattici

La didattica universale pone al centro della didattica tutte le differenze presenti in classe. In questo senso, possiamo dire che è un superamento del concetto di inclusione. Con la didattica universale si crea il contesto nel quale tutti i bambini e tutte le bambine hanno l’opportunità di sperimentare esperienze di apprendimento significativo e possono esprimere al massimo le proprie diverse potenzialità. Nel laboratorio verranno presentati percorsi e strategie per la progettazione didattica di italiano in ottica universale; verranno inoltre proposte alcune attività pratiche legate alla didattica aperta.

 

Relatori: Giuditta Gottardi , Ginevra Gottardi

Giuditta

Gottardi

Ginevra

Gottardi

L4. Italiano e matematica in leggerezza con gli strumenti del Metodo Analogico

Durante il laboratorio verranno presentati gli strumenti del Metodo Analogico attraverso i quali bambini e bambine apprendono la letto-scrittura e la matematica. Un viaggio all’interno di storie, racconti, vissuti, numeri, calcoli, problemi, semplice e veloce, alla portata di tutti e tutte, in cui ognuno sarà libero di esprimersi, conoscere e riconoscersi capace. Il laboratorio offrirà, inoltre, spunti ed esperienze concrete di lavoro da applicare direttamente in classe.

 

Relatori: Lucia Bolcato , Giovanna Rizzo

Lucia

Bolcato

Giovanna

Rizzo

L5. Interculturalità creat(t)iva: percorsi didattici ed educativi per favorire l’inclusione sociale e interculturale

L’interculturalità mira a creare un campo comune nel quale due identità si riconoscono e si concedono reciprocamente un senso. L’incontro interculturale è quell’incontro che si inserisce tra i margini di due culture che si incontrano, ma non funziona come una cerniera, non serve a tenere unite forzatamente due zone che rimangono di fatto distinte. L’incontro interculturale crea un collegamento percorribile tra due culture, è l’intreccio di tessuti diversi che crea una zona di stoffa nuova, nella quale trovano posto nuove norme e nuove pratiche. Durante il laboratorio i e le partecipanti sperimenteranno la tecnica del decentramento linguistico-culturale e costruiranno attività ludico-educative che favoriranno l'apprendimento dell'italiano come L2 e l'educazione interculturale e alla pace.

 

Relatori: Miriam Ibarra

Miriam

Ibarra

L6. Corpo e movimento a scuola: psicomotricità nei processi di apprendimento e inclusione

La psicomotricità è una pratica finalizzata a facilitare lo sviluppo armonico della persona e, pertanto, accompagna il bambino e la bambina attraverso attività ludiche nel percorso di maturazione, favorendo il passaggio dal piacere di agire al piacere di pensare. L'esperienza del gioco psicomotorio si realizza in una dimensione tonico emozionale dove è centrale il corpo e dove l'adulto sostiene e attua strategie che facilitano l'emergere di competenze adattive, cognitive e relazionali in tutti i bambini e in tutte le bambine e, pertanto, è considerata una pratica pedagogica inclusiva di per sé. Durante il laboratorio si forniranno i principali strumenti di decodifica attraverso cui cogliere e dar senso alle modalità di rapporto che il bambino e la bambina stabiliscono con lo spazio, il tempo, il movimento, gli oggetti, gli altri; si comprenderà, inoltre, come questo rapporto si manifesti attraverso la postura, il tono, lo sguardo, la voce, l’emissione del suono. Il laboratorio, infine, sensibilizzerà i e le partecipanti a cogliere le modalità comunicative, espressive e relazionali utili a potenziare l’azione educativa.

L'attività proposta è pratica e di movimento, è quindi necessario un abbigliamento comodo, un paio di calzettoni e, se possibile, un plaid.

 

Relatori: Anton Maria Chiossone , Enrica Lusetti

Anton Maria

Chiossone

Enrica

Lusetti

QT1. La lezione di don Lorenzo Milani

Quale eredità ha lasciato don Lorenzo Milani? Nel centenario della sua nascita è importante tornare a riflettere sui temi ancora attuali posti dal grande sacerdote: la responsabilità dello sguardo altrui, l’uguaglianza delle posizioni di partenza, la singolarità irriducibile di ogni apprendimento, la dignità da assicurare a tutti e tutte, la democrazia da difendere, la pace da conquistare. I ragazzi di Barbiana di oggi sono gli immigrati che hanno lo stesso problema linguistico dei bambini ai quali si rivolgeva don Milani, ora non più nella dimensione locale dell'Appennino toscano, bensì su scala planetaria. Attraverso il racconto delle Scuole Penny Wirton, durante l’intervento si cercherà di comprendere il senso profondo che la scuola dovrebbe avere nel nostro Paese.

 

Relatori: Eraldo Affinati

Eraldo

Affinati

TR1. Piano educativo individualizzato in prospettiva bio-psico-sociale: aspetti normativi e indicazioni operative

La Tavola Rotonda ha l’obiettivo di arricchire il confronto e ampliare il dibattito sui temi più attuali che caratterizzano il PEI, con un particolare focus sulla prospettiva bio-psico-sociale. Verranno evidenziati punti di forza e criticità, partendo da quelli che sono i principali temi emersi e le diverse posizioni che animano il dibattito attuale e le sperimentazioni «sul campo». Le diverse professionalità e la pluralità di voci che parteciperanno alla Tavola Rotonda, oltre a fornire prospettive e punti di vista comuni, ma anche differenti, offriranno un’occasione di confronto e di riflessione per orientare l’agire dei docenti coinvolti nella stesura del PEI. Infine, verranno delineate le possibili azioni di miglioramento volte a promuovere proposte concrete per far sì che il PEI diventi sempre più e, prima di tutto, strumento di progettazione educativa.

Relatori: Carlo Scataglini , Marco Pontis , Flavio Fogarolo , Lucio Cottini , Sofia Cramerotti , Maria Antonella Costantino

Carlo

Scataglini

Marco

Pontis

Flavio

Fogarolo

Lucio

Cottini

Sofia

Cramerotti

Maria Antonella

Costantino

TR2. Comunità educante: alleanze educative per una scuola inclusiva

Gli anni della pandemia ci hanno permesso di cogliere l’importanza di una rete territoriale che si occupi di tutte le alunne e di tutti gli alunni senza lasciare indietro nessuno. Infatti, i contesti che già vantavano la presenza di una comunità educante sono stati quelli che hanno assicurato maggiori opportunità di apprendimento a studenti e studentesse, indipendentemente dalle loro caratteristiche e dal retroterra socioculturale. È questo l’obiettivo di una comunità educante, che si occupa del processo educativo in maniera collaborativa tra tutti gli attori coinvolti, con il fine ultimo e condiviso dell’apprendimento e del benessere di studentesse e studenti. Una comunità educante, allora, è uno strumento fondamentale per una scuola equa ed inclusiva, che garantisce a tutti e a tutte la possibilità di imparare e avere successo. La Tavola Rotonda affronterà il tema della comunità educante sia da un punto di vista teorico-scientifico, che da un punto di vista pratico ed esperienziale.

 

Relatori: Carlotta Bellomi , Elena Malaguti , Silvia Negri , Benedetta Zagni , Fabio Rocco , Eugenio Paterlini

Carlotta

Bellomi

Elena

Malaguti

Silvia

Negri

Benedetta

Zagni

Fabio

Rocco

Eugenio

Paterlini

WS1. Psicopatologia a scuola

La scuola, potentissimo fattore protettivo per molti studenti e studentesse, diventa talvolta, per alcuni di loro, un fattore di rischio. «Non ci sono motivi scientifici, filosofici o morali perché la scuola diventi un luogo di sofferenza» scriveva Pierre Vayer, eppure, con studenti e studentesse con difficoltà, talvolta lo diventa. In questo workshop verranno presentati i quadri psicopatologici sui quali la scuola può avere un impatto negativo; verranno inoltre approfonditi programmi, strumenti e strategie che possono essere adottati per ridurre questi impatti negativi e favorire non solo l’apprendimento ma anche il benessere emotivo.

 

Relatori: Fabio Celi

Fabio

Celi

WS2. Le nuove sfide per la salute mentale in età evolutiva

La diffusione della sofferenza neuropsichica di bambini/e e adolescenti è divenuta ormai dominio di discussione pubblica e ha sempre maggiore risonanza. Ci troviamo di fronte a una situazione di vera e propria epidemia dei disturbi? È possibile prendersi cura della salute mentale di bambini/e e adolescenti al di fuori dei contesti di cura? Come possiamo orientarci tra messaggi allarmistici e la necessità di prevenire? Cosa dovremmo aspettarci da professionisti della salute mentale? Cosa dovremmo chiedere e pretendere da loro e dal sistema di cura nel suo insieme? Partendo da tali interrogativi, durante il workshop verrà affrontato l’importante tema della salute mentale in età evolutiva.

 

Relatori: Stefano Benzoni

Stefano

Benzoni

WS3. La necessità di educare controvento per contrastare ogni discriminazione

Il cuore dell’educazione attiva sta nel costruire strumenti per arricchire le qualità e potenzialità di ciascuno alimentando la fiducia in se stessi e, al tempo stesso, nella capacità di seminare inquietudine, cercando ogni modo per moltiplicare le domande. Seminare inquietudine dovrebbe essere un anelito costante in chi educa, con la consapevolezza che a scuola si svolge una funzione politica nel senso più ampio e autentico del termine, cioè di allenamento all’arte del convivere e di cura del bene comune e della città presente e futura. Non è affatto semplice contrastare le tante forme di discriminazione presenti nella società, che sono fonte di sofferenze che si moltiplicano nel tempo, ma è assolutamente necessario in un Paese che è al penultimo posto per numero di laureati in Europa. È importante portare avanti la convinzione secondo cui la cultura e la conoscenza non si possano trasmettere ma solo costruire e ricostruire, ciascuno a modo suo, possibilmente insieme.  Durante il workshop si comprenderà come, per farlo, sia necessario sperimentarsi in un artigianato dell’educare, da arricchire e mettere continuamente a punto in continui confronti.

 

Relatori: Franco Lorenzoni

Franco

Lorenzoni

WS4. La qualità dell’inclusione scolastica: attivare processi di valutazione e autovalutazione in ottica migliorativa

Quanto sono inclusive le scuole italiane? Come è possibile valutare la qualità dell’inclusione scolastica? Perché è fondamentale attivare esperienze di autovalutazione? In che modo i risultati ottenuti possono essere declinati in azioni di miglioramento? A partire da tali quesiti, durante il workshop verrà offerta una panoramica sul tema della valutazione dell’inclusione scolastica attraverso l’introduzione di alcuni costrutti fondanti e la presentazione di strumenti finalizzati all’analisi e allo sviluppo di specifiche dimensioni inerenti all’inclusione. I e le partecipanti verranno coinvolti in attività interattive - sondaggi, simulazioni e brevi discussioni - volti a comprendere il legame tra valutazione, miglioramento e progettualità.

 

Relatori: Nicole Bianquin , Silvia Dell'Anna , Rosa Bellacicco

Nicole

Bianquin

Silvia

Dell'Anna

Rosa

Bellacicco

WS5. Specialità e normalità in dialogo...L'autismo è sovradiagnosticato? "Epidemia del disturbo" o "Epidemia di bisogni"? Indicazioni per l'inclusione sociale ed educativa

Un’analisi critica degli studi epidemiologici sul disturbo dello spettro autistico e, più in generale, sui disturbi del neurosviluppo, evidenzia un continuo aumento della prevalenza. L’ultima indagine condotta negli USA (Maenner et al., 2023) riporta una prevalenza di 2,76 per cento (1 su 36) tra bambini e bambine di otto anni. Questa «epidemia» del disturbo dello spettro autistico non è spiegabile con un aumento dei fattori eziologici; è legittimo quindi chiedersi se questo aumento sia correlato all’emersione di molteplici «bisogni» che richiederebbero una differente cornice concettuale per poter essere compresi e opportunamente valutati. Questo permetterebbe di individuare strategie educative, sociali e, se necessario, sanitarie per rispondervi in modo efficace.

 

Relatori: Giovanni Valeri

Giovanni

Valeri

WS6. Specialità e normalità in dialogo... Approccio integrato alla disabilità intellettiva tra specialità e normalità

Le caratteristiche multidimensionali della disabilità intellettiva (ID), richiedono approcci integrati e procedure che coinvolgono équipe multidisciplinari con operatori e operatrici opportunamente preparati. La disabilità intellettiva è stata definita come un disturbo con insorgenza nell’età evolutiva che compromette i processi cognitivi e adattivi. Nel 2021 l’American Association on Intellectual and Developmental Disabilities (AAIDD) ha pubblicato la dodicesima edizione dell’«Intellectual Disability. Definition, Diagnosis, Classification, and System o Supports», un manuale che rappresenta un punto di riferimento fondamentale per quanti lavorano a diverso titolo con le persone di tutte le età che presentano disabilità. Partendo da queste prime riflessioni, il workshop mira a presentare un approccio aggiornato di tipo multidimensionale e un modello sociale ed ecologico della ID; inoltre verrà illustrata la classificazione della ID, a partire dall’intensità dei supporti necessari in relazione ai bisogni personali oltre alle dimensioni principali da prendere in considerazione sia in ambito diagnostico sia riabilitativo. Infine, si approfondiranno le recenti acquisizioni e le moderne concezioni sulla ID alla luce della dialogica della «speciale normalità» con l’intento di costruire approcci inclusivi basati sul rispetto della dignità e dei diritti umani.

 

Relatori: Luigi Croce , Serafino Buono

Luigi

Croce

Serafino

Buono

WS7. Reti di comunicazione tra contesti diversi: l'importanza del lavoro integrato tra scuola, famiglia e servizi sanitari

La complessità e la varietà delle manifestazioni comportamentali dei soggetti con neurodivergenze e l'aumento delle difficoltà in soggetti in età evolutiva ha imposto la necessità di lavorare in maniera integrata tra scuola, famiglia e servizi sanitari. Si parla di interventi in rete: ossia di coinvolgere gli esperti della sanità, la famiglia, la scuola e il territorio in cui si vive. Tutto ciò al fine di creare un insieme stabile di persone che condividono obiettivi specifici e più ampi, e che guardano al progetto di vita come un obiettivo a cui lavorare in maniera congiunta. Durante il workshop verranno presentate alcune esemplificazioni di lavoro integrato relative a soggetti sia in età scolare che in età adulta.

 

Relatori: Paola Venuti , Stefano Cainelli , Carolina Coco

Paola

Venuti

Stefano

Cainelli

Carolina

Coco

WS8. Assistenza all'autonomia e alla comunicazione: la trasversalità della funzione educativa come chiave di volta per l'inclusione

Nel sistema scolastico, l’assistente all’autonomia e alla comunicazione è portatore, fra le altre figure professionali, di saperi fondamentali per l’inclusione. La prospettiva in cui va inserito l’operatore specializzato è quella dell’abbandono della “cultura della delega”, per cui insegnanti di sostegno e assistenti scolastici di alunni e alunne con disabilità sono considerati figure “speciali” a cui demandare in maniera esclusiva il peso dell’azione educativa. È necessario invece che tutti gli attori della scuola siano in grado di portare avanti un’azione educativa su misura di ogni individuo. Insegnante di sostegno e assistente all’autonomia e alla comunicazione diverrebbero quindi “abilitatori” di contesti, trasferendo saperi e competenze specifiche all’intera platea degli educatori che, a vario titolo, collaborano all’interno del sistema scolastico, evitando così ogni sorta di esclusione. In quanto collettori tra alunno/alunna con bisogni speciali, famiglia, comunità estesa e scuola, il loro peculiare contributo professionale consentirebbe l’auspicato inserimento del progetto di vita formulato per il singolo in una dimensione didattica universale. Trasformare funzionalmente il sistema vigente dei servizi, stimolando dunque anche un moto innovativo dal punto di vista educativo e culturale, significherebbe non solo migliorare il destino lavorativo e professionale degli assistenti specializzati, ma anche la qualità dell’intero sistema scolastico italiano e del processo di inclusione dei bambini/e e ragazzi/e con disabilità. Partendo da tali considerazioni, durante il workshop si approfondiranno potenzialità, limiti e criticità del sistema vigente a trentuno anni dalla Legge 104/92 e si proporranno al dibattito elementi utili di un modello funzionante per il servizio di assistenza scolastica per l’inclusione.

 

Relatori: Dario Ianes , Marcella Nalli , Paola Di Michele

Dario

Ianes

Marcella

Nalli

Paola

Di Michele

WS9. Il concetto di cura nel sistema integrato zerosei

Le linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei affermano che «la relazione educativa è sempre accompagnata da un atteggiamento di cura». La letteratura sull’educazione zerosei concorda sul fatto che la «cura educativa» è centrale nello sviluppo dell’identità di bambini e bambine e per tale ragione rappresenta uno strumento importante e imprescindibile di continuità nei sistemi zerosei. La definizione del concetto di cura è complessa e multi-prospettica perché contempla parallelamente un insieme di posture e azioni educative. In relazione alla postura educativa, il concetto di cura richiama la capacità dell’educatore, dell’educatrice e dell’insegnante di individuare, comprendere e prendersi in carico le peculiarità di ogni bambino e di ogni bambina, accompagnandoli per un tratto di strada e aiutandoli a sperimentare i loro tanti talenti nelle diverse fasi di crescita. In relazione all’educazione agita, il concetto di cura prende forma nei gesti, nelle parole, nell’organizzazione, negli spazi, nei tempi e nelle routine. Ma ancora il concetto di cura si declina nelle esperienze di apprendimento e di indagine, nei processi di ricerca e di scoperta. Ci vuole cura dei dettagli, dei silenzi, delle attese e dei saperi per costruire nuovi saperi e conoscenze. Durante il workshop verranno esplorate le potenzialità e le modalità di cura nei servizi educativi e nelle scuole dell’infanzia in una prospettiva zerosei accompagnando i e le partecipanti nella riflessione e nell’individuazione di un quadro di azioni condivise.

 

Relatori: Laura Malavasi , Alessia Rosa

Laura

Malavasi

Alessia

Rosa

WS10. PEI in pratica al nido e alla scuola dell’infanzia

Attraverso il PEI, inteso come strumento di progettazione educativa e didattica, è possibile realizzare quella inclusione scolastica di cui ogni bambino e bambina ha diritto e di cui ogni educatore, educatrice e insegnante è direttamente responsabile. Dopo aver condiviso ed esplorato il significato della prospettiva ICF per educatori, educatrici e insegnanti, durante il workshop si focalizzerà l’attenzione sul valore dell'osservazione sia del funzionamento del bambino e della bambina all’interno della realtà educativa, sia dello stesso contesto. Tale processo risulta, infatti, fondamentale per la progettazione di un ambiente di apprendimento inclusivo, in cui il singolo possa realizzare tutto il suo potenziale, all’interno di una dimensione di gruppo, considerata risorsa e opportunità di crescita e sviluppo.

 

Relatori: Daniela Bulgarelli , Elena Vuattolo

Daniela

Bulgarelli

Elena

Vuattolo

WS11. Percorsi e strategie per l’educazione fisica e sportiva inclusiva

In un momento storico dove gli spazi e i tempi dedicati all’attività motoria di bambini e bambine sono sempre più ridotti, diviene necessario avvalersi delle ore di educazione fisica e di quelle dedicate a una disciplina sportiva per strutturare processi inclusivi. Lo sport e il movimento divengono così possibilità privilegiata per utilizzare modelli e metodologie in cui la disabilità e la diversità si trasformano in una preziosa opportunità per migliorare competenze, conoscenze e abilità di tutti i soggetti coinvolti dalla progettualità. Durante le differenti fasi di sviluppo di un individuo è necessario avvalersi di strumenti adatti e adattabili per realizzare percorsi di crescita armonici che tengano conto delle esigenze soggettive e di gruppo. Ad esempio, il gioco e il gioco-fiaba risultano essere modelli adeguati a bambini e bambine più piccoli - della scuola dell’infanzia e primaria - in quanto consentono, attraverso regole comuni, condivise e spesso adattate e/o trasformate, di favorire e sviluppare un’adeguata risoluzione dei problemi, competenza necessaria tra le soft skills, agevolando i processi di inclusione sociale. Nella scuola secondaria di primo e secondo grado l’Universal Design for Learning (UDL) in educazione fisica è l’approccio che consente di attuare il principio della personalizzazione nella progettazione curricolare e di rispettare le diverse individualità. Durante il workshop verrà proposto un processo di trasformazione dei giochi sportivi e di movimento con l’intento di renderli accessibili a tutti e tutte, valorizzando le diversità di ognuno e mantenendo uno spirito di competizione.

 

Relatori: Sira Miola , Andrea Farnese

Sira

Miola

Andrea

Farnese

WS12. L’apprendimento di lettura e scrittura in età adulta: giochi e attività di italiano L2

Il workshop si inserisce nel settore di studi che, da alcuni anni, si confronta con i bisogni di apprendimento di un gruppo particolare di persone adulte con background migratorio: gli e le apprendenti di italiano come lingua seconda (L2) che, contemporaneamente, stanno imparando a leggere e scrivere per la prima volta. Durante il workshop saranno presentati materiali di semplice utilizzo, che permettono di realizzare attività di lettura brevi, ludiche e di gruppo. Le attività sono pensate esplicitamente per un pubblico adulto e ruotano, quindi, attorno a parole chiave e contenuti riferiti a contesti d’uso della lingua con cui le persone adulte più probabilmente si trovano a interagire. I materiali proposti sono graduati e adatti sia a coloro che hanno appena iniziato a scoprire la corrispondenza tra suoni e lettere, sia a coloro che, pur riuscendo a leggere alcune brevi parole e frasi, hanno necessità di acquisire sicurezza e fluenza.

 

Relatori: Francesca Lasi , Alessandro Borri , Florinda D'Amico

Francesca

Lasi

Alessandro

Borri

Florinda

D'Amico

L7. Stazioni di apprendimento alla scuola secondaria

Le stazioni di apprendimento si posizionano all’interno di una cornice più ampia definita «didattica aperta», una didattica incentrata sul concetto di autonomia in cui l’insegnante progetta delle situazioni e dei percorsi all’interno dei quali studenti e studentesse divengono protagonisti della propria azione didattica. Ogni stazione, infatti, propone attività differenti e ciascuno studente può, guidato da un passaporto, scegliere in quale ordine svolgerle, con quali tempi e può confrontarsi con i compagni e le compagne che incontra nel proprio percorso. Durante il laboratorio i e le partecipanti potranno sperimentare direttamente un percorso a stazioni a cui seguirà una sessione di domande e risposte sulla progettazione e gestione della didattica a stazioni in qualsiasi disciplina.

 

Relatori: Annalisa De Stasi , Elena Conte

Annalisa

De Stasi

Elena

Conte

L8. La didattica universale della matematica in pratica: strategie e percorsi didattici

Parlare di didattica universale della matematica significa parlare della didattica di base, rivolta alla totalità di bambini e bambine presenti a scuola. È una didattica che garantisce a ciascuno di esprimere al massimo le proprie diverse potenzialità; è una didattica capace di pianificare e dirigere la propria azione educativa nel rispetto e nella valorizzazione di tutte le variabili personali che compongono la classe e che pone a fondamenta dell’azione didattica il ruolo di primo piano della comunità classe, del lavoro collaborativo, attivo e costruttivo di compagni e compagne. Nel laboratorio verranno presentati e fatti sperimentare percorsi e strategie per comprendere come organizzare e gestire una progettazione didattica di matematica, che coinvolga tutti e tutte in un percorso unico, coniugando in modo complementare differenziazione e personalizzazione. Attraverso alcune semplici attività cooperative, i e le partecipanti saranno coinvolti nella realizzazione di attività didattiche universali su alcuni dei più significativi concetti matematici per la scuola primaria.

 

Relatori: Giuseppina Gentili

Giuseppina

Gentili

L9. La didattica universale dell'italiano in pratica: strategie e percorsi didattici

La didattica universale pone al centro della didattica tutte le differenze presenti in classe. In questo senso, possiamo dire che è un superamento del concetto di inclusione. Con la didattica universale si crea il contesto nel quale tutti i bambini e tutte le bambine hanno l’opportunità di sperimentare esperienze di apprendimento significativo e possono esprimere al massimo le proprie diverse potenzialità. Nel laboratorio verranno presentati percorsi e strategie per la progettazione didattica di italiano in ottica universale; verranno inoltre proposte alcune attività pratiche legate alla didattica aperta.

 

Relatori: Giuditta Gottardi , Ginevra Gottardi

Giuditta

Gottardi

Ginevra

Gottardi

L10. Italiano e matematica in leggerezza con gli strumenti del Metodo Analogico

Durante il laboratorio verranno presentati gli strumenti del Metodo Analogico attraverso i quali bambini e bambine apprendono la letto-scrittura e la matematica. Un viaggio all’interno di storie, racconti, vissuti, numeri, calcoli, problemi, semplice e veloce, alla portata di tutti e tutte, in cui ognuno sarà libero di esprimersi, conoscere e riconoscersi capace. Il laboratorio offrirà, inoltre, spunti ed esperienze concrete di lavoro da applicare direttamente in classe.

 

Relatori: Lucia Bolcato , Giovanna Rizzo

Lucia

Bolcato

Giovanna

Rizzo

L11. Interculturalità creat(t)iva: percorsi didattici ed educativi per favorire l’inclusione sociale e interculturale

L’interculturalità mira a creare un campo comune nel quale due identità si riconoscono e si concedono reciprocamente un senso. L’incontro interculturale è quell’incontro che si inserisce tra i margini di due culture che si incontrano, ma non funziona come una cerniera, non serve a tenere unite forzatamente due zone che rimangono di fatto distinte. L’incontro interculturale crea un collegamento percorribile tra due culture, è l’intreccio di tessuti diversi che crea una zona di stoffa nuova, nella quale trovano posto nuove norme e nuove pratiche. Durante il laboratorio i e le partecipanti sperimenteranno la tecnica del decentramento linguistico-culturale e costruiranno attività ludico-educative che favoriranno l'apprendimento dell'italiano come L2 e l'educazione interculturale e alla pace.

 

Relatori: Miriam Ibarra

Miriam

Ibarra

L12. Corpo e movimento a scuola: psicomotricità nei processi di apprendimento e inclusione

La psicomotricità è una pratica finalizzata a facilitare lo sviluppo armonico della persona e, pertanto, accompagna il bambino e la bambina attraverso attività ludiche nel percorso di maturazione, favorendo il passaggio dal piacere di agire al piacere di pensare. L'esperienza del gioco psicomotorio si realizza in una dimensione tonico emozionale dove è centrale il corpo e dove l'adulto sostiene e attua strategie che facilitano l'emergere di competenze adattive, cognitive e relazionali in tutti i bambini e in tutte le bambine e, pertanto, è considerata una pratica pedagogica inclusiva di per sé. Durante il laboratorio si forniranno i principali strumenti di decodifica attraverso cui cogliere e dar senso alle modalità di rapporto che il bambino e la bambina stabiliscono con lo spazio, il tempo, il movimento, gli oggetti, gli altri; si comprenderà, inoltre, come questo rapporto si manifesti attraverso la postura, il tono, lo sguardo, la voce, l’emissione del suono. Il laboratorio, infine, sensibilizzerà i e le partecipanti a cogliere le modalità comunicative, espressive e relazionali utili a potenziare l’azione educativa.

L'attività proposta è pratica e di movimento, è quindi necessario un abbigliamento comodo, un paio di calzettoni e, se possibile, un plaid.

 

Relatori: Anton Maria Chiossone , Enrica Lusetti

Anton Maria

Chiossone

Enrica

Lusetti

QT2. Il differenziale di sviluppo da Friedrich Fröbel ai neuroscientists

Ci troviamo in un’epoca in cui le evidenze scientifiche relative agli effetti del digitale sui processi maturazionali dell'intelligenza umana hanno delineato un panorama complesso di variabili che rendono molto difficile poter rispondere alla domanda: «Conosciamo davvero gli effetti del digitale sui processi maturazionali del neurosviluppo?» Se molte sono le evidenze dell'efficacia della multimedialità sull'apprendimento nei suoi processi cognitivi di base, molte sono anche le evidenze che mettono in guardia dal rischio di «interferenza» della tecnologia digitale con il connettoma e il suo sviluppo. Occorre perciò ricordare che il digitale implica l’uso della rete e la rete apre scenari di ricerca ampi e diversi tra loro che convergono però tutti su un punto fermo: è essenziale conoscere le problematiche e i rischi che la rete porta con sé: dal delicato tema dei Big Data, alle alterazioni del sistema dopaminergico, ai disturbi del sonno provocati dall’essere sempre connessi, fino ai disturbi d’ansia e alla possibile insorgenza di effetti depressivi.

 

Relatori: Daniela Lucangeli

Daniela

Lucangeli

TR3. Per garantire l’inclusione non bastano le affermazioni di principio

Da anni si dice che la normativa italiana sull’inclusione scolastica è la migliore a livello internazionale, ma se all’interno delle scuole italiane i diritti, sulla carta da decenni garantiti o assicurati, vengono ignorati è necessario ammettere che il sistema scolastico ha ancora molta strada da fare. Una buona normativa non può limitarsi ad affermare dei princìpi. Parliamo tanto di inclusione, equità, pari opportunità, condivisione, ma ci troviamo tutti d’accordo solo finché ci limitiamo alle enunciazioni teoriche, tuttavia poi, quando affrontiamo nel concreto le tante scelte quotidiane, troppo spesso le nostre strade si dividono. Durante la Tavola Rotonda, grazie al contributo di esperti ed esperte di diverse provenienze e professioni, si cercherà di analizzare criticamente, ma anche costruttivamente, le criticità della complessa normativa sull’inclusione scolastica cercando di individuare soluzioni credibili e realistiche affinché sia veramente garantita l’inclusione, di tutti e di ciascuno.

 

Relatori: Flavio Fogarolo , Giancarlo Onger , Marco Espa , Francesca Palmas , Elisabetta Ghedin , Giuditta Matucci

Flavio

Fogarolo

Giancarlo

Onger

Marco

Espa

Francesca

Palmas

Elisabetta

Ghedin

Giuditta

Matucci

TR4. Oltre gli stereotipi, dentro l’inclusione: per una pedagogia sensibile alle differenze

Le diverse agenzie educative, tra cui la scuola, giocano un ruolo determinante nel facilitare il riconoscimento e la legittimazione delle differenze, promuovendo equità e pari opportunità. Spesso, però, la scuola riproduce rappresentazioni limitate e limitanti, contribuendo in tal modo al loro radicamento nella società. Tre dimensioni prioritarie che si intrecciano nella vita di una persona genere, (dis)abilità e appartenenza etnica o provenienza geografica – vengono generalmente sottorappresentate o narrate e rappresentate in maniera semplicistica e stereotipata nel contesto scolastico, e in particolare nei libri di testo e nei materiali didattici. Ciò alimenta pregiudizi ingiustificabili, atteggiamenti negativi e fenomeni di esclusione. È, quindi, urgente muovere i primi passi nella costruzione di un linguaggio che dia legittimità alle differenze e alle molteplici appartenenze di cui ogni persona è espressione. Il linguaggio, infatti, in quanto sistema che riflette la realtà sociale, ma al tempo stesso la produce, gioca un ruolo importante nella costruzione di una scuola e di una società più equa e giusta. La Tavola Rotonda sarà un’opportunità per riflettere su questi temi e identificare traiettorie di cambiamento. Cambiare il linguaggio significa innanzitutto cambiare il modo di pensare e quindi da un lato cambiare se stessi, dall’altro imparare ad ascoltare la storia di tutti e tutte.

 

Relatori: Sara Franch , Rahma Nur , Irene Biemmi , Marina Santi , Andrea Fiorucci

Sara

Franch

Rahma

Nur

Irene

Biemmi

Marina

Santi

Andrea

Fiorucci

WS13. L'utilizzo dell'educazione positiva nella gestione della classe per promuovere l'autocontrollo del singolo e del gruppo

Molti insegnanti perseverano nell’errore di credere che un approccio disciplinare basato su premi e punizioni possa davvero aiutarli a gestire meglio il singolo così come il gruppo. Durante il workshop verrà presentato un modello alternativo di gestione della classe basato sulla disciplina positiva, un metodo che trova le sue basi teoriche nell’approccio all’alunno e all’alunna proposto da Alfred Adler, Rudolf Dreikurs, Stephen Covey. Infine, il workshop offrirà alcune riflessioni seguite da una proposta di strumenti e strategie utili per far emergere e promuovere le potenzialità di ogni alunno e ogni alunna.

 

Relatori: Gianluca Daffi

Gianluca

Daffi

WS14. Organizzare i sostegni nella scuola secondaria di primo e di secondo grado: il modello inclusivo e le strategie operative

L'inclusione di tutti gli alunni e le alunne nella scuola secondaria necessita di una decisa evoluzione dell'approccio educativo e didattico, che superi la delega dell'intervento ad un'unica figura professionale, seppur specializzata, e coinvolga una molteplicità di sostegni organizzati in un funzionale modello inclusivo. Durante il workshop verranno proposte riflessioni e attività pratiche su aspetti fondamentali nell'organizzazione dei sostegni, quali i concetti di facilitazione, semplificazione, equipollenza, differenziazione dei contenuti disciplinari, oltre a strategie operative per la produzione di materiali di aiuto inclusivi. Tali strategie intendono coinvolgere tutti gli alunni e le alunne della classe che, attraverso attività collaborative e cooperative, possono rappresentare, essi stessi, straordinari sostegni per tutte e tutti.

 

Relatori: Carlo Scataglini , Francesca Zappacosta

Carlo

Scataglini

Francesca

Zappacosta

WS15. L’inclusione invisibile nel Writing and Reading Workshop: pratica autonoma, consulenze, condivisione

La metodologia didattica del Writing and Reading Workshop mette al centro la pratica della lettura e della scrittura in classe e ben si adatta ad essere sperimentata sia nella scuola primaria che nella scuola secondaria. In una cornice rigorosa ma flessibile, alunni e alunne sperimentano la possibilità di scrivere testi autentici, che muovano dalla loro personalità e dai loro interessi, e di leggere testi in modo sempre più approfondito e generativo. Durante il workshop saranno affrontate alcune delle componenti che rendono il Writing and Reading Workshop un approccio didattico basato sull’individualizzazione e, dunque, sull’«inclusione invisibile». Ci si soffermerà in particolare sul ruolo del docente come maestro di bottega e facilitatore, all’interno di una comunità che legge, scrive e include.

 

Relatori: Silvia Pognante , Romina Ramazzotti

Silvia

Pognante

Romina

Ramazzotti

WS16. Senza Zaino: una scuola-comunità inclusiva che promuove la comunità educante

Ci sono molte evidenze che segnalano come la dimensione di comunità sia accogliente, inclusiva, rispettosa delle differenze, attenta ai bisogni speciali. Il sistema italiano riconosce questo aspetto dichiarandolo nella normativa del 1974 sugli organi collegiali o in documenti come il PTOF. Tuttavia, a livello di base le scuole sono burocraticamente chiamate «plesso». Una nuova visione delle scuole è proposta da Thomas Sergiovanni (2000) che parla di scuole-comunità, la cui coesione è data dall'unità di cuore, mente, pratiche e luogo. La scuola-comunità dai confini porosi può, dunque, diventare animatrice del proprio territorio prossimale capace di costruire una vera e propria comunità educante. È quindi possibile immaginare, come propone il movimento Senza Zaino, un istituto scolastico rete di scuole-comunità, che sa decentrare e riconoscere le unità di base scolastiche, praticando forme di leadership leggera che delegano il potere, semplificano i processi, offrono curricoli agili, riconoscono le identità, sanno differenziare l'insegnamento, condividono le responsabilità educative con il territorio. Oltre a una riflessione rispetto al concetto di scuola-comunità, durante il workshop saranno presentati i risultati open access di un percorso di sperimentazione di alcuni mesi che ha coinvolto undici istituzioni scolastiche in Italia sul tema delle possibili evoluzioni del ruolo e della figura degli insegnanti di sostegno, nel senso di una loro progressiva «normalizzazione» e inclusione nella comunità scuola.

 

Relatori: Dario Ianes , Marco Orsi , Daniela Pampaloni

Dario

Ianes

Marco

Orsi

Daniela

Pampaloni

WS17. Specialità e normalità in dialogo....“Misure” di distanza o di inclusione? Strategie per rendere le misure compensative per i DSA inclusive, efficaci e favorenti un clima di appartenenza

All’applicazione delle misure compensative previste dal Piano Didattico Personalizzato (PDP) si rischia di conferire il potere di creare un clima inclusivo, in quanto dovrebbero permettere allo studente o alla studentessa con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) una partecipazione più serena al programma e alla vita di classe. Ma è veramente così? Innanzitutto, non di rado gli strumenti personalizzati sono fonte di tensione nelle classi, con fatica di accettazione da parte di studenti e studentesse con DSA per timore del giudizio dei pari e per la difficoltà di comprensione da parte di compagni e compagne, che possono ritenerli una sorta di facilitazione e scontistica ingiusta. Inoltre, non sempre studenti e studentesse fruiscono in modo consapevole e attivo delle misure per loro predisposte. Allo sforzo di predisporre strumenti sempre più puntuali non sembra corrispondere, cioè, pari efficacia. Come fare ad intervenire su queste criticità? Il workshop proporrà una riflessione, attraverso molteplici attività pratiche, sulla possibilità di un cambio di prospettiva, che si focalizzi non meramente sugli strumenti, ma sulle strategie che permettano ad alunni e alunne di coglierne l’utilità, in modo flessibile, personalizzato e generalizzabile.

 

Relatori: Federica Brembati , Roberta Donini

Federica

Brembati

Roberta

Donini

WS18. Specialità e normalità in dialogo...Disabilità visiva e agire educativo

Il workshop si prefigge di individuare nuovi spazi euristici per l’ideazione e la sperimentazione di materiali e prodotti didattico-tattili che potenzino l’accesso alla conoscenza, alla cultura (anche museale) e al tempo ludico-ricreativo da parte di minori con disabilità visiva, nei contesti esistenziali (famiglia, scuola, ecc.). Avendo già da tempo avviato studi e ricerche in quest’area, i relatori e le relatrici intendono ampliare e raffinare le conoscenze acquisite per offrirle ai e alle partecipanti con l’obiettivo di migliorare i processi inclusivi scolastico-sociali e di rendere sempre più accessibili i prodotti e gli spazi legati alla cultura, ai contesti di vita e alle comunità di riferimento.

 

Relatori: Roberta Caldin , Maria Eleonora Reffo , Stefano Salmeri , Enrica Polato

Roberta

Caldin

Maria Eleonora

Reffo

Stefano

Salmeri

Enrica

Polato

WS19. Apprendimento socio-emotivo come risorsa per il benessere e il successo scolastico

Le competenze socio-emotive sono importanti per il benessere delle studentesse e degli studenti. Esiste, infatti, una stretta relazione tra le capacità di regolazione emotiva e di interazione sociale con il benessere fisico, mentale e le capacità di apprendimento. Il workshop intende sensibilizzare il corpo docenti sull’importanza dell’educazione socio-emotiva nel contesto scolastico. Verrà anche esplorata l’integrazione degli apprendimenti socio-emotivi nella didattica al fine di migliorare la regolazione e il benessere psicologico di studentesse, studenti e insegnanti e migliorando, di conseguenza, la prestazione scolastica. Sarà previsto un primo momento teorico sul ruolo delle emozioni e della regolazione emotiva nell’apprendimento, con un’attenzione particolare alla gestione delle emozioni (e dello stress) e alla regolazione dei comportamenti. Infine, verranno brevemente presentate delle proposte per favorire la regolazione emotiva e la gestione dello stress all’interno della classe.

 

Relatori: Benedetta Zagni , Sara Scrimin

Benedetta

Zagni

Sara

Scrimin

WS20. La cooperazione internazionale tra politiche, pratiche e culture educative inclusive

Le crescenti ondate migratorie e le nuove pressanti «emergenze» sociali, le forme di instabilità e conflitto, le disuguaglianze prodotte dalle diversità culturali, etniche, sociali, di genere richiedono risposte concrete e adeguate alle «sfide educative» dello sviluppo e della cooperazione internazionale. É necessario sviluppare competenze professionali mirate a intervenire tanto nell’ambito internazionale dell’umanitario e dello sviluppo, quanto delle risposte locali e nazionali che il sistema di accoglienza intende fornire nei confronti di migranti, minori stranieri, rifugiati e richiedenti asilo. In particolare, sono necessarie competenze tecnico-metodologiche, pedagogiche e socioantropologiche che favoriscano conoscenze specifiche dei processi orientati:

  • all’inclusione educativa;
  • alla comprensione dei diversi fenomeni politici e dei contesti socio-culturali;
  • alla capacità di convertire gli aspetti teorici in soluzioni progettuali e concrete di fronte alle questioni e sfide poste dalla nostra società e dalla comunità internazionale.

Durante il workshop i e le partecipanti avranno occasione di riflettere su tali importanti temi.

 

Relatori: Roberto Dainese , Francesca Crivellaro , Federica Tarabusi

Roberto

Dainese

Francesca

Crivellaro

Federica

Tarabusi

WS21. Progetto di vita e inclusione lavorativa di persone con disabilità

Il lavoro, oltre al suo valore intrinseco, ha molte funzioni estrinseche per ciascuno ed è uno dei luoghi e degli spazi per eccellenza in cui la persona può sperimentare cittadinanza attiva in una dimensione adulta. I primi passi verso il mondo del lavoro devono però essere effettuati dalla scuola, che deve riappropriarsi dell’educazione per formare la persona e il lavoratore e la lavoratrice del prossimo domani. Deve quindi orientare lo studente e la studentessa verso l’università o supportarlo/a nella transizione scuola lavoro. Quale progetto di vita? Quale dopo di noi senza un’occupazione? Quale quotidianità lo attende senza una educazione al fare? Senza un tempo impegnato? Senza una ragione per alzarsi domani? La scuola è in parte responsabile della sua qualità di vita. Il workshop si prefigge di portare alla riflessione pedagogica alcuni nodi e alcune questioni dirimenti relative all’integrazione lavorativa di persone con disabilità in Italia oggi. Molti sono i livelli in cui la pedagogia può impegnarsi sia nel campo organizzativo-aziendale – proponendo la sua capacità di costruzione di sostegni e promozione di ambienti accessibili e contesti inclusivi – sia in quello scolastico.

 

Relatori: Cecilia Marchisio , Valeria Friso , Marino Bottà , Luigi Traetta

Cecilia

Marchisio

Valeria

Friso

Marino

Bottà

Luigi

Traetta

WS22. PEI in pratica alla scuola primaria

Il decreto interministeriale 182/2020 ha stabilito l’adozione nelle scuole del nuovo modello di PEI, il Piano Educativo Individualizzato per alunne e alunni con disabilità. Il nuovo PEI rafforza il principio della corresponsabilità che comporta una stretta collaborazione, condivisione e co-progettazione da parte di tutta la comunità educante. Durante il workshop, attraverso esemplificazioni concrete tratte da situazioni reali, si rifletterà su come, a partire dalla raccolta di informazioni provenienti da fonti, ambiti e soggetti diversi, sia possibile impostare adeguati percorsi educativo-didattici volti non solo al raggiungimento degli obiettivi educativi e didattici individuali nelle quattro dimensioni (relazione, interazione e socializzazione; comunicazione e linguaggio; autonomia e orientamento; cognitiva, neuropsicologia e dell’apprendimento) e nelle diverse discipline del percorso curricolare, ma anche all’arricchimento e all’evoluzione dei contesti di apprendimento verso didattiche più inclusive per tutti e tutte.

 

Relatori: Annamaria Giarolo , Marzia Mazzer

Annamaria

Giarolo

Marzia

Mazzer

WS23. Il Percorso di Apprendimento Pre-Strumentale - PAPS: il potenziamento cognitivo precoce nella disabilità intellettiva e nei disturbi dell'apprendimento

Una crescente mole di evidenze scientifiche, in ambito neurobiologico, clinico e pedagogico, conferma da un lato la grande plasticità del cervello umano e dall’altra l’importanza dell’intervento precoce. Tuttavia, mentre alcuni approcci terapeutici e riabilitativi sono disponibili in relazione a specifici quadri patologici, mancano ancora interventi strutturati precoci nell’ambito della disabilità intellettiva. Il Percorso di Arricchimento Pre-Strumentale (PAPS) rappresenta un percorso educativo e abilitativo strutturato, disegnato per essere applicabile con bambini e bambine con disabilità cognitiva e disturbi dell’apprendimento a partire dai diciotto mesi di età. Si ispira alla Teoria della Modificabilità Cognitiva e Strutturale e dell’Esperienza di Apprendimento mediato di Feuerstein e al concetto di Zona di Sviluppo Prossimale di Vygotskij. Reinventa però in modo totalmente innovativo e originale costrutti teorici, concettuali e metodologici, allo scopo di poter intervenire fin dalla primissima infanzia. Durante il workshop verrà approfondito il PAPS e le relative attività che possono dare a tutti i bambini e le bambine, in particolare a quelli a sviluppo atipico, la possibilità di accedere a uno spazio, costruito di giorno in giorno sulla base dell’evoluzione delle loro potenzialità, in grado di fornire risposte concrete al loro irrinunciabile bisogno di giocare e di imparare.

 

Relatori: Chiara Leoni , Loretta Pavan

Chiara

Leoni

Loretta

Pavan

WS24. L’Embodied Cognitive Science come paradigma per rifondare il sistema scuola

Alla base del modello di Scuola ECS (Embodied Cognitive Science) c’è un’idea di scuola inclusiva, equa ed efficace, che pone al centro il valore della singola persona e dell’«umano» nella società globale e tecnologica attuale e futura. La Scuola ECS non rappresenta un modello alternativo di scuola rispetto alle cornici istituzionali della scuola italiana, ma una prospettiva che sviluppa al massimo i suoi potenziali innovativi e valoriali, offrendo «percorsi arricchiti» e metodologie innovative che rispondono ai nuovi approcci didattici e che si servono dei contributi delle neuroscienze. Ma cos’è l’Embodied Cognitive Science? Perché tanta attenzione scientifica? Quanto realmente può essere utile al mondo della scuola? Il workshop si focalizzerà sui costrutti scientifici e le implicazioni didattiche dell’approccio ECS per riflettere sull’opportunità di rifondare un nuovo sistema Scuola che privilegi, per tutti gli attori  - studenti, studentesse, docenti, genitori, dirigenti scolatici -, il benessere della persona nella sua unicità.

 

Relatori: Antonio Cuccaro , Chiara Gentilozzi

Antonio

Cuccaro

Chiara

Gentilozzi

Connessi o non connessi? Affettività e apprendimento

Dati recenti mostrano come sia sempre più pervasivo l’utilizzo della tecnologia da parte dei e delle giovani (EU, 2017). Non si può dare un giudizio univoco, positivo o negativo, sull’impatto delle nuove tecnologie sulle menti degli e delle adolescenti; alcuni videogiochi, per esempio, possono migliorare le abilità, ma anche portare allo sviluppo di forme gravi di dipendenza, mentre i social network possono avere un effetto costruttivo o, al contrario, disfunzionale sulle dinamiche sociali. Tuttavia, le neuroscienze dello sviluppo stanno indagando quali effetti possano avere i nuovi strumenti digitali sullo sviluppo della mente (Greenfield, 2015) al fine di integrare i modelli del neuro-sviluppo e riconsiderarli all’interno del nuovo «ambiente» dei e delle giovani di oggi, per prevenire fenomeni quali la dipendenza, l’uso compulsivo e l’isolamento.

 

Relatori: Daniela Lucangeli

Daniela

Lucangeli

Dentro quale politica, luoghi e lavori?

Durante l'intervento sarà proposta una riflessione a 360 gradi sull'inclusione della persona con disabilità. Persona che chiede, spesso nel silenzio, una riflessione sulla nostra società, che non chiede niente di meno dell'utopia; la visione vera e propria di ciò che non è ma dovrà essere.

 

Relatori: Daniele Mencarelli

Daniele

Mencarelli

Introduzione e coordinamento

Relatori: Sofia Cramerotti

Sofia

Cramerotti

How can educators develop talents and gifts in Italian schools?

Relatori: Joseph Renzulli , Sally Reis

Joseph

Renzulli

Sally

Reis

Verso una didattica più giusta per tutti e tutte

Relatori: Heidrun Demo

Heidrun

Demo

Lo sport è inclusione

Relatori: Jacopo Tomasi , Arianna Sacripante

Jacopo

Tomasi

Arianna

Sacripante

Il profilo funzionale incontra un ICF rinnovato: la lingua viva di una classificazione

Relatori: Andrea Martinuzzi

Andrea

Martinuzzi

L13. Didattica a stazioni alla scuola primaria: una metodologia inclusiva

La didattica a stazioni si posiziona all’interno della cornice più ampia della didattica aperta, una didattica centrata sul concetto di «autonomia», in cui l’insegnante progetta una serie di percorsi e ogni alunno e alunna diventa protagonista della propria azione didattica. Con questa metodologia si possono proporre molti approcci differenti per l’apprendimento dei contenuti, alternando attività manipolative a fasi di gioco e a esercizi classici su schede operative. Durante il laboratorio verrà proposto un circuito a zig zag, un particolare tipo di circuito a stazioni che presenta il livello più alto di inclusione in quanto permette di organizzare le attività con diversi gradi di approfondimento. Dopo un'introduzione teorica, i e le partecipanti saranno invitati a svolgere le attività presenti nelle stazioni, al fine di comprendere e sperimentare il funzionamento di questa metodologia. Il circuito proposto sarà pluridisciplinare in modo da dare spunti operativi per le diverse discipline.

 

Relatori: Giuditta Gottardi , Ginevra Gottardi

Giuditta

Gottardi

Ginevra

Gottardi

L14. Il Writing and Reading Workshop: strategie e routine per una comunità inclusiva di lettori e lettrici

La metodologia didattica del Writing and Reading Workshop mette al centro la pratica della lettura e della scrittura in classe e ben si adatta ad essere sperimentata sia nella scuola primaria che nella scuola secondaria. In una cornice rigorosa ma flessibile, alunni e alunne sperimentano la possibilità di scrivere testi autentici, che muovano dalla loro personalità e dai loro interessi, e di leggere testi in modo sempre più approfondito e generativo. Durante il laboratorio saranno sperimentate alcune strategie di lettura e comprensione del testo e alcune thinking routine che consentiranno di porre le basi per una comunità inclusiva di lettori e lettrici che leggono, comprendono, discutono, interpretano.

 

Relatori: Silvia Pognante , Romina Ramazzotti

Silvia

Pognante

Romina

Ramazzotti

L15. Fuori e dentro la natura alla scuola dell'infanzia: dove tutto è possibile

Durante il laboratorio, i e le partecipanti potranno esplorare, tramite lo strumento «Srotolab», differenti materiali esperienziali per bambini e bambine della scuola dell’infanzia, comprendendone la filosofia che accompagna lo strumento e che considera i luoghi esterni e lo stare fuori in natura come tempi preziosi per imparare e per mettersi alla prova. I e le partecipanti sperimenteranno in gruppo i materiali e verranno guidati nell’espansione degli spazi di lavoro e di espressione interni affinché possano sostenere la ricerca, l’indagine, il fare di bambini e bambine sia nel contesto esterno, sia nella ripresa delle attività all’interno con linguaggi e strategie differenti.

Materiale occorrente: I e le partecipanti sono invitati/e a portare con sé un materiale naturale raccolto nel giardino della propria scuola. Sarà un prezioso contributo alla sperimentazione di gruppo.

 

Relatori: Laura Malavasi

Laura

Malavasi

L16. Il Metodo Analogico alla scuola dell'infanzia

Durante il laboratorio i e le partecipanti potranno sperimentare in modo pratico le potenzialità degli strumenti del Metodo Analogico in ogni campo d'esperienza, per far leva sull'intuito di bambini e bambine e per trasformare l'apprendimento in un gioioso momento di scoperta. Le attività proposte potranno essere sperimentate immediatamente in classe.

 

Relatori: Cristina Morena Malandra

Cristina Morena

Malandra

L17. La CAA a scuola per favorire la partecipazione e il riconoscimento reciproco

La Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) a scuola può diventare parte integrante dell’ambiente e patrimonio di tutti in maniera ecologica e inclusiva. L’obiettivo è quello di facilitare la comunicazione e la partecipazione alle attività quotidiane non solo del bambino/bambina o ragazzo/ragazza con Bisogni Comunicativi Complessi (BCC) ma anche di altri alunni e alunne con difficoltà di comunicazione non clinica, adattando la CAA ai singoli contesti e necessità in un’ottica di «speciale normalità». Durante il laboratorio, attraverso strategie e strumenti di CAA sostenibili per il contesto e utilizzabili da tutti e tutte e in tutti gli ambiti, si comprenderà come costruire sempre più occasioni di comunicazione per favorire l’accesso a ruoli più attivi e a una trasformazione profonda nelle relazioni che porti a un riconoscimento reciproco e, di conseguenza, a una più ampia socialità.

 

Relatori: Mara Marini , Carla Tagliani

Mara

Marini

Carla

Tagliani

L18. Dare voce a studenti e studentesse usando le immagini

Le fotografie sono ormai diventate un linguaggio quotidiano usato per raccontare e condividere storie, situazioni, punti di vista. Durante il laboratorio, dopo una prima presentazione dei principi su cui si basa il photovoice, verrà chiesto ai e alle partecipanti di scattare una foto usando il proprio smartphone. Le foto saranno condivise e discusse in piccoli sottogruppi, simulando alcune delle fasi di un progetto di photovoice. Una volta familiarizzato con le implicazioni dell'uso del linguaggio delle immagini, saranno presentate in dettaglio le diverse fasi che prevede il processo di photovoice; in particolare saranno discusse le implicazioni organizzative e di gestione del progetto (dal budget, al coinvolgimento, alla definizione degli obiettivi), mostrando anche esempi di esperienze svolte in altre scuole. Il laboratorio si prefigge di aiutare i e le partecipanti a familiarizzare con una metodologia che usa le immagini per promuovere la consapevolezza, attivare gli studenti e le studentesse e dar loro voce in un'ottica di ricerca-azione-partecipata.

 

Relatori: Massimo Santinello

Massimo

Santinello

QT3. Una riflessione sull'eredità culturale di Andrea Canevaro

Andrea Canevaro è stato un grande raccoglitore curioso: di idee, di esperienze, di persone, di teorie, anche lontanissime dalla pedagogia. Con questi fili ha tessuto un arazzo pedagogico, filosofico, politico di cui tutti e tutte noi gli siamo debitori. Oltre a ciò, le persone che lo hanno incontrato si sono sempre sentite valorizzate e accolte, incoraggiate ad andare avanti. Il Q Talk sarà l’occasione per dare omaggio ad un maestro non solo di pedagogia dell’inclusione, ma anche di coerenza di scienza e vita.

 

Con la speciale partecipazione di Agostino Squeglia, che proporrà la lettura di alcuni testi significativi. 

 

Relatori: Dario Ianes , Roberta Caldin

Dario

Ianes

Roberta

Caldin

TR5. Riforme e nuovi approcci per un orientamento che mette al centro inclusione e sostenibilità

Le nuove generazioni si trovano a compiere le loro decisioni professionali in un contesto pervaso da crisi e sfide globali tra loro strettamente interconnesse. Tre sfide in particolare si intrecciano con il tema dell’orientamento: una prima sfida si riferisce all’ingiustizia sociale e diseguaglianze; una seconda sfida è legata allo sfruttamento generalizzato delle risorse della Terra e caos climatico; infine, la terza sfida è data dalla crescente precarietà delle forme di lavoro e automatizzazione delle occupazioni. Tali sfide richiedono un ripensamento dell’orientamento ed investimenti per creare un sistema strutturato e coordinato che aiuti studenti e studentesse a elaborare in modo consapevole il loro progetto di vita. Nella Tavola Rotonda verranno approfonditi i nuovi approcci teorici e metodologici che propongono un’idea di orientamento con al centro il life design, l’inclusione e la sostenibilità. Verranno inoltre illustrate le novità introdotte dalla recente riforma del sistema dell’orientamento scolastico. La Tavola Rotonda sarà quindi un’opportunità per dirigenti e docenti per acquisire quegli elementi necessari per impostare percorsi di orientamento che, superando la concezione individualistica di un orientamento centrato solamente sulla crescita personale e realizzazione professionale, abbraccino una visione ampia del proprio progetto di vita attenta anche alla dimensione sociale, alla giustizia sociale, all’inclusione e alla sostenibilità.

 

Relatori: Sara Franch , Paolo Fasce , Laura Nota , Maria Cristina Ginevra

Sara

Franch

Paolo

Fasce

Laura

Nota

Maria Cristina

Ginevra

TR6. Buone pratiche di ricerca con e per la scuola

Durante la Tavola Rotonda verranno presentati alcuni progetti di ricerca che hanno visto la collaborazione tra l’ufficio di Ricerca e Sviluppo di Erickson e alcune realtà che operano a diverso titolo all’interno dei contesti scolastici. Il comune denominatore delle esperienze è quello di coniugare un approccio alla ricerca che sia al contempo rivolto alla scuola ma portato anche avanti in stretta sinergia con la scuola stessa, in un’interdipendenza di reciproca complementarietà. In particolare, verranno presentate alcune esperienze che si collocano nella dimensione di buone pratiche che possono ispirare l’attuazione anche all’interno di altre realtà. Più nello specifico gli ambiti toccati saranno: lo sviluppo delle competenze socio-emotive a scuola; il ruolo delle emozioni nell’apprendimento di lettura, scrittura e calcolo; la corresponsabilità e condivisione della progettazione educativo-didattica; l'uso di ICF e del modello bio-psico-sociale.

 

Relatori: Sofia Cramerotti , Caterina Scapin , Paola Pasqualin , Gisella Decarli , Laura Franchin , Roberta Zumiani , Lina Broch

Sofia

Cramerotti

Caterina

Scapin

Paola

Pasqualin

Gisella

Decarli

Laura

Franchin

Roberta

Zumiani

Lina

Broch

WS25. Il Modello di Arricchimento Scolastico: progettare attività di arricchimento per sviluppare doni e talenti di studenti e studentesse

Attraverso la personalizzazione degli apprendimenti, il Modello SEM (The Schoolwide Enrichment Model) di Joseph Renzulli e Sally Reis consente di sviluppare il talento e la creatività di tutti gli studenti e le studentesse, offrendo loro le risorse, le opportunità e l’incoraggiamento per sviluppare appieno il loro potenziale. I Cluster di Arricchimento sono un componente del modello SEM e hanno lo scopo di arricchire l’esperienza scolastica di studenti e studentesse, in un’ottica inclusiva, sviluppando doni e talenti individuali dei discenti. Questi gruppi eterogenei di allievi e allieve sono guidati da un mentore che condivide la loro passione e ha un grado di conoscenza avanzata ed esperienza nella materia. Durante il workshop i e le partecipanti approfondiranno gli elementi chiave del Modello SEM e, in particolare, verranno guidati nella progettazione di Cluster di Arricchimento.

 

Relatori: Joseph Renzulli , Sally Reis , Lara Milan

Joseph

Renzulli

Sally

Reis

Lara

Milan

WS26. Coping Power e Mindfulness nei programmi didattici della scuola primaria

Il programma Coping Power Scuola, ormai ampiamente diffuso nelle scuole dell’intero territorio italiano, è un percorso svolto all’interno delle classi per educare a gestire le emozioni e le relazioni sociali, con l’obiettivo primario di ridurre e contenere i comportamenti problematici, stimolando le abilità pro-sociali e cooperative. Nella sua nuova versione, il modello integra anche alcune pratiche di Mindfulness al fine di potenziare in bambini e bambine abilità quali l’attenzione sostenuta, la consapevolezza delle proprie emozioni e delle proprie sensazioni nonché la compassione per sé e per gli altri. Il workshop ha la finalità di presentare un programma di prevenzione che unisce le strategie di Coping Power alle pratiche basate sulla Mindfulness e sulla self-compassion, inserendole all’interno della programmazione didattica della scuola primaria. Infine, verranno presentate alcune delle attività svolte in classe, con l’esecuzione dal vivo di alcuni brani musicali inseriti nel programma.

 

Relatori: Iacopo Bertacchi , Consuelo Giuli , Pietro Muratori

Iacopo

Bertacchi

Consuelo

Giuli

Pietro

Muratori

WS27. Disturbi Specifici dell’Apprendimento: favorire il benessere mediante il lavoro integrato per studenti, studentesse, genitori e insegnanti

È sempre più evidente l’utilità di un percorso che aiuti studenti e studentesse con DSA arricchendo i classici percorsi riabilitativi con attività integrative rivolte a loro, alle famiglie e alla scuola. Per tale motivo si affiancano, a eventuali attività mirate a potenziare l’abilità deficitaria, stimolazioni metacognitive che aiutano studenti e studentesse a comprendere con concetti semplici e chiari in che cosa consiste la loro difficoltà, al fine di renderli consapevoli dei loro punti di forza e di debolezza. Inoltre, si accompagnano insegnanti, genitori e gli stessi compagni di classe a collaborare di più e meglio per aiutare studenti e studentesse con DSA a gestire e a superare le conseguenze negative associate al loro disturbo. Sebbene esistano molte proposte di intervento su vari aspetti che interessano studenti e studentesse con DSA, pochi sono stati pensati in un’ottica integrata che li prenda in considerazione tutti. Durante il workshop verranno presentati tali percorsi e, in particolare, verrà proposto un programma di intervento pensato per essere utilizzato in un contesto scolastico e/o ambulatoriale, con minori di età compresa tra i 9 e i 14 anni che presentano difficoltà di apprendimento. Il programma include attività operative da svolgere con i genitori, che possono essere utilizzate a scuola dall’insegnante e rivolte direttamente allo studente/alla studentessa.

 

Relatori: Barbara Carretti , Cesare Cornoldi

Barbara

Carretti

Cesare

Cornoldi

WS28. Didattica universale: sette dimensioni chiave per progettare la piena inclusione

I gruppi classe oggi sono contraddistinti da una grande eterogeneità. Allo stesso tempo enormi cambiamenti sociali e culturali stanno trasformando la realtà generale italiana e influenzano fortemente il contesto scolastico. Le misure didattiche che per decenni la scuola ha, più o meno faticosamente, implementato per rispondere ai bisogni dei singoli alunni e delle singole alunne oggi paiono sempre meno efficaci. In questo quadro, la prospettiva didattica universale mira a creare un ambiente di apprendimento accogliente, di cura educativa e umana, a misura di ogni alunno e alunna. Un contesto didattico generale in cui sia più efficace gestire la grande eterogeneità e allo stesso tempo i piani educativi personalizzati e individualizzati. La didattica universale propone un modello di sette dimensioni chiave per sviluppare una didattica realmente attenta alle differenze e capace di creare piena inclusione, valorizzando i diversi contesti di apprendimento. Richiede un lavoro specifico sulle competenze emotive di alunni e alunne, sul clima di classe, privilegiando la cura del gruppo classe e la costruzione di una comunità. Stimola l’autonomia e la creatività come elementi cardine per la crescita di competenze e consapevolezza. Durante il workshop verrà presentato il modello didattica generale della didattica universale e verranno portati esempi pratici di progettazione didattica universale annuale e triennale nei principali ambiti disciplinari della scuola primaria.

 

Relatori: Giuseppina Gentili , Eva Pigliapoco , Ivan Sciapeconi , Francesco Zambotti

Giuseppina

Gentili

Eva

Pigliapoco

Ivan

Sciapeconi

Francesco

Zambotti

WS29. Specialità e normalità in dialogo... Disturbo da deficit di attenzione/iperattività: dalla comprensione del disturbo all’intervento

Bambini, bambine, ragazzi e ragazze con ADHD affrontano il percorso di sviluppo con le proprie difficoltà di autoregolazione e, insieme a queste, imparano a confrontarsi con il mondo e costruire la propria immagine di sé. Diventa, quindi, utile comprendere le caratteristiche del disturbo e considerare come queste possano influenzare il modo di percepire se stesso, l’ambiente e se stesso rispetto all’ambiente. Durante il workshop si approfondirà il modello a due vie dell’attenzione (Fedeli e Vio, 2016) che propone un valido strumento concettuale per organizzare progetti di intervento per il singolo e per il gruppo, tenendo in considerazione sia gli aspetti organizzativi che quelli energetici dell’attenzione. Verrà inoltre dedicato spazio al modello dei bisogni primari (Loose, Graaf e Zarbock, 2015) con l’intento di orientare l’attenzione verso la comprensione e la cura di quei bisogni psicologici (attaccamento, coerenza, autonomia, valore di sé, gioco divertimento e piacere) che promuovono uno sviluppo armonico.

 

Relatori: Sara Pezzica

Sara

Pezzica

WS30. Specialità e normalità in dialogo...La pluridisabilità in condizione di particolare gravità: verso una inclusione sostenibile

La pluridisabilità, soprattutto se in condizione di particolare gravità, pone le maggiori sfide al processo di inclusione. La complessità delle problematiche che presenta nel contesto della classe comune sono molteplici: adattare l’ambiente fisico ai bisogni specifici per quello studente; adottare sistemi di comunicazione aumentativa alternativa per favorire gli scambi comunicativi; gestire  le crisi comportamentali che possono arrivare a provocare danni verso le cose o le persone fino alla manifestazione di possibili atti autolesivi; capire quali obiettivi di insegnamento-apprendimento sono effettivamente perseguibili dallo studente e quanto gli sono utili ai fini della sua qualità della vita. Gli elementi di criticità, quindi, non mancano e non è un caso che, ancora oggi, nella maggioranza dei Paesi, per queste situazioni permangono le scuole speciali. Tuttavia, è possibile affermare con prove di evidenza che abbiamo strumenti e pratiche che ci permettono di accettare la sfida e approssimarci a vincerla. Nel workshop saranno presentati alcuni principi generali che verranno posti come condizioni necessarie, ma non sufficienti per affrontare la sfida, supportati da prove di evidenza di buone pratiche replicabili e valutabili nei contesti inclusivi. 

 

Relatori: Patrizia Ceccarani , Carlo Ricci

Patrizia

Ceccarani

Carlo

Ricci

WS31. Programmazione educativa personalizzata per l’autonomia e la vita adulta: metodologie, strategie e strumenti evidence-based

Questo workshop si propone di fornire una panoramica sulle metodologie, le strategie e gli strumenti validati dalla comunità scientifica internazionale per la programmazione educativa personalizzata mirata all'autonomia e alla vita adulta delle persone con disabilità. Il workshop è finalizzato ad esplorare e conoscere meglio alcuni strumenti utili a sviluppare programmi educativi personalizzati efficaci, concordati e condivisi in rete. In particolare, l'obiettivo del workshop è quello di presentare un approccio basato sulle evidenze scientifiche per creare programmi educativi individualizzati che promuovano lo sviluppo concreto delle abilità e delle competenze necessarie per condurre una vita quanto più indipendente, autodeterminata e soddisfacente possibile, in linea con i bisogni unici di ciascuna persona, con i suoi interessi e le sue aspirazioni per il futuro.

 

Relatori: Marco Pontis

Marco

Pontis

WS32. La comprensione del testo: dieci strategie inclusive

La comprensione del testo rappresenta il fulcro dell’apprendimento, utile non solo a capire i contenuti inerenti alle varie discipline, ma anche alla strutturazione di un metodo di studio che accompagnerà l’allievo/l’allieva in tutto il suo percorso di studi. Per questo la trascuratezza, che spesso viene riservata al suo potenziamento, deve lasciare il posto a una didattica capace di guardare a questa competenza in modo attento e accurato, inglobando al suo interno le principali strategie metacognitive, sulle quali poter far leva. Tenendo conto delle caratteristiche di apprendimento di studenti e studentesse con DSA e dei principi per la progettazione didattica universale (UDL), il workshop proporrà dieci strategie inclusive di matrice cognitiva, linguistica e didattica: alcune sono orientate prevalentemente all’acquisizione di un metodo di studio efficace, mentre altre esemplificano approcci metodologici di linguistica testuale e percorsi di lavoro esplicito e intenzionale su alcune specifiche difficoltà dei testi.

 

Relatori: Cristina Gaggioli

Cristina

Gaggioli

WS33. Le funzioni esecutive in età prescolare: giochi e attività per il potenziamento nella scuola dell'infanzia

Le funzioni esecutive in età prescolare sono fondamentali in quanto predicono le performance negli apprendimenti scolastici e modulano il comportamento di bambini e bambine. La scuola è il luogo in cui bambini e bambine trascorrono la maggior parte del tempo e gli insegnanti sono i capisaldi ai quali si affidano: il loro contributo è essenziale e prezioso per lo sviluppo e il benessere di ogni alunno e alunna. Un intervento precoce mirato al potenziamento delle funzioni esecutive nell’ambiente scolastico può ridurre significativamente il rischio di future difficoltà di lettura, scrittura o calcolo. Perché, dunque, non intervenire sin da subito, laddove si evidenziassero delle difficoltà? Durante il workshop verranno forniti spunti pratici per individuare eventuali fragilità nell’ambito delle abilità di memoria, attenzione, inibizione e shifting e per potenziare le abilità carenti mediante attività di gioco sia individuali, sia in piccolo gruppo, sia collettive.

 

Relatori: Claudia Sepe , Claudia Milano

Claudia

Sepe

Claudia

Milano

WS34. PEI in pratica alla scuola secondaria di primo grado

Il workshop si propone di riflettere sulle fasi di osservazione, progettazione e valutazione scandite nel nuovo PEI a partire da alcune domande chiave per realizzare concretamente il processo di inclusione e di valorizzazione individuale: come attuare attività didattiche inclusive? Come osservare e valutare il processo di apprendimento di ogni alunna e alunno con disabilità in relazione al gruppo classe? Quali modalità di co-docenza possono risultare più utili per operare in modo sinergico da parte di docenti curricolari e docenti di sostegno? Come coinvolgere altre figure preposte all’inclusione nelle attività in classe? Come comunicare e condividere le proprie azioni con la famiglia e all’interno del GLO? A partire da tali interrogativi e attraverso una modalità interattiva, si darà spazio a queste domande e ad altre considerazioni, quesiti, dubbi proposti dai e dalle partecipanti.

 

Relatori: Valentina Felici , Matteo Maccione

Valentina

Felici

Matteo

Maccione

WS35. Si può fare … insieme! Buone pratiche e strategie per promuovere il co-teaching all’interno della situazione d’aula

La presenza contemporanea di più risorse all’interno della stessa aula assolve ancora troppo spesso una funzione puramente sommatoria e non aggiunge molto alla qualità dell’azione educativo-didattica. Quando la compresenza si arricchisce, invece, di caratteristiche quali un’intenzionalità comune, parità e interscambio di ruoli, azioni condivise di co-progettazione, co-conduzione, co-valutazione, allora diventa realmente un valido supporto alla promozione di contesti equi ed accessibili. Il workshop, attraverso la presentazione di alcuni esempi di co-docenza tra docente curricolare e docente per l’attività di sostegno, porrà l’attenzione su alcune pratiche e strategie di lavoro capaci di innovare la didattica, valorizzare le competenze delle diverse risorse professionali e, al contempo, includere gli obiettivi del PEI di alunni e alunne con disabilità all’interno dei percorsi di insegnamento-apprendimento proposti quotidianamente nella consueta situazione d’aula.

 

Relatori: Filippo Barbera , Ilaria Cervellin

Filippo

Barbera

Ilaria

Cervellin

WS36. Lo psicologo a scuola: dal "fattore H" alla costruzione di percorsi di collaborazione

«Dove devo andare?» Questa domanda spesso accompagna l'inserimento dello psicologo scolastico nella scuola. In questi anni la psicologia scolastica ha sempre più trovato spazio all'interno della scuola diventandone, in ogni ordine e grado, elemento incardinato ma non ancora incluso. In un'identità sospesa che di anno in anno e di bando in bando deve trovare conferma e ricollocazione, che inizia dopo e finisce prima della campanella, il «dove deve andare» rimane ancora una domanda non risolta. Aumentano le ore e le disponibilità, tuttavia, l'inclusione si costruisce non solo con la quantità ma anzitutto con la qualità: significa essere strutturalmente dentro quel tessuto complesso, sistemico e dinamico quale è la scuola. Il punto di vista allora non è «dove andare» ma «come stare». In questo cambio di paradigma l'inclusione, in ogni sua forma, trova risposta. Il workshop mira a fornire delle proposte concrete che realizzino l'uscita dello psicologo scolastico dalla stanza d'ascolto e da un rapporto individuale per costruire, al fianco del corpo scolastico, percorsi di inclusione, sviluppo e valorizzazione del benessere comunitario.

 

Relatori: Antonella Ammirati , Marco Franchini

Antonella

Ammirati

Marco

Franchini

L19. Didattica a stazioni alla scuola primaria: una metodologia inclusiva

La didattica a stazioni si posiziona all’interno della cornice più ampia della didattica aperta, una didattica centrata sul concetto di «autonomia», in cui l’insegnante progetta una serie di percorsi e ogni alunno e alunna diventa protagonista della propria azione didattica. Con questa metodologia si possono proporre molti approcci differenti per l’apprendimento dei contenuti, alternando attività manipolative a fasi di gioco e a esercizi classici su schede operative. Durante il laboratorio verrà proposto un circuito a zig zag, un particolare tipo di circuito a stazioni che presenta il livello più alto di inclusione in quanto permette di organizzare le attività con diversi gradi di approfondimento. Dopo un'introduzione teorica, i e le partecipanti saranno invitati a svolgere le attività presenti nelle stazioni, al fine di comprendere e sperimentare il funzionamento di questa metodologia. Il circuito proposto sarà pluridisciplinare in modo da dare spunti operativi per le diverse discipline.

 

Relatori: Giuditta Gottardi , Ginevra Gottardi

Giuditta

Gottardi

Ginevra

Gottardi

L20. Il Writing and Reading Workshop: strategie e routine per una comunità inclusiva di lettori e lettrici

La metodologia didattica del Writing and Reading Workshop mette al centro la pratica della lettura e della scrittura in classe e ben si adatta ad essere sperimentata sia nella scuola primaria che nella scuola secondaria. In una cornice rigorosa ma flessibile, alunni e alunne sperimentano la possibilità di scrivere testi autentici, che muovano dalla loro personalità e dai loro interessi, e di leggere testi in modo sempre più approfondito e generativo. Durante il laboratorio saranno sperimentate alcune strategie di lettura e comprensione del testo e alcune thinking routine che consentiranno di porre le basi per una comunità inclusiva di lettori e lettrici che leggono, comprendono, discutono, interpretano.

 

Relatori: Silvia Pognante , Romina Ramazzotti

Silvia

Pognante

Romina

Ramazzotti

L21. Fuori e dentro la natura alla scuola dell'infanzia: dove tutto è possibile

Durante il laboratorio, i e le partecipanti potranno esplorare, tramite lo strumento «Srotolab», differenti materiali esperienziali per bambini e bambine della scuola dell’infanzia, comprendendone la filosofia che accompagna lo strumento e che considera i luoghi esterni e lo stare fuori in natura come tempi preziosi per imparare e per mettersi alla prova. I e le partecipanti sperimenteranno in gruppo i materiali e verranno guidati nell’espansione degli spazi di lavoro e di espressione interni affinché possano sostenere la ricerca, l’indagine, il fare di bambini e bambine sia nel contesto esterno, sia nella ripresa delle attività all’interno con linguaggi e strategie differenti.

Materiale occorrente: I e le partecipanti sono invitati/e a portare con sé un materiale naturale raccolto nel giardino della propria scuola. Sarà un prezioso contributo alla sperimentazione di gruppo.

 

Relatori: Laura Malavasi

Laura

Malavasi

L22. Il Metodo Analogico alla scuola dell'infanzia

Durante il laboratorio i e le partecipanti potranno sperimentare in modo pratico le potenzialità degli strumenti del Metodo Analogico in ogni campo d'esperienza, per far leva sull'intuito di bambini e bambine e per trasformare l'apprendimento in un gioioso momento di scoperta. Le attività proposte potranno essere sperimentate immediatamente in classe.

 

Relatori: Cristina Morena Malandra

Cristina Morena

Malandra

L23. La CAA a scuola per favorire la partecipazione e il riconoscimento reciproco

La Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) a scuola può diventare parte integrante dell’ambiente e patrimonio di tutti in maniera ecologica e inclusiva. L’obiettivo è quello di facilitare la comunicazione e la partecipazione alle attività quotidiane non solo del bambino/bambina o ragazzo/ragazza con Bisogni Comunicativi Complessi (BCC) ma anche di altri alunni e alunne con difficoltà di comunicazione non clinica, adattando la CAA ai singoli contesti e necessità in un’ottica di «speciale normalità». Durante il laboratorio, attraverso strategie e strumenti di CAA sostenibili per il contesto e utilizzabili da tutti e tutte e in tutti gli ambiti, si comprenderà come costruire sempre più occasioni di comunicazione per favorire l’accesso a ruoli più attivi e a una trasformazione profonda nelle relazioni che porti a un riconoscimento reciproco e, di conseguenza, a una più ampia socialità.

 

Relatori: Mara Marini , Carla Tagliani

Mara

Marini

Carla

Tagliani

L24. Dare voce a studenti e studentesse usando le immagini

Le fotografie sono ormai diventate un linguaggio quotidiano usato per raccontare e condividere storie, situazioni, punti di vista. Durante il laboratorio, dopo una prima presentazione dei principi su cui si basa il photovoice, verrà chiesto ai e alle partecipanti di scattare una foto usando il proprio smartphone. Le foto saranno condivise e discusse in piccoli sottogruppi, simulando alcune delle fasi di un progetto di photovoice. Una volta familiarizzato con le implicazioni dell'uso del linguaggio delle immagini, saranno presentate in dettaglio le diverse fasi che prevede il processo di photovoice; in particolare saranno discusse le implicazioni organizzative e di gestione del progetto (dal budget, al coinvolgimento, alla definizione degli obiettivi), mostrando anche esempi di esperienze svolte in altre scuole. Il laboratorio si prefigge di aiutare i e le partecipanti a familiarizzare con una metodologia che usa le immagini per promuovere la consapevolezza, attivare gli studenti e le studentesse e dar loro voce in un'ottica di ricerca-azione-partecipata.

 

Relatori: Massimo Santinello

Massimo

Santinello

QT4. Ripensare i processi inclusivi in ottica intersezionale: l'eredità di bell hooks

bell hooks, scomparsa nel novembre del 2021 all’età di 69 anni, è stata molte cose: scrittrice, insegnante, accademica, saggista, attivista, divulgatrice, critica culturale e quant’altro. Ha saputo abitare queste identità sociali, culturali e politiche plurime intrecciandole lungo un filo rosso caratterizzato da uno sguardo vigile, attento, mai scontato, anzi, sempre inedito e spiazzante, indirizzato a disvelare, assumendo una prospettiva intersezionale, i meccanismi di dominio-subalternità generati dalle logiche sessiste, razziste e classiste di cui è pervasa la nostra struttura sociale. A partire dal suo pensiero, dalle sue opere e dalla sua militanza, quindi facendo tesoro della sua eredità, si cercherà di discutere dell’attuale concezione dell'inclusione nel nostro Paese e di ripensarla in modo da assumere maggiore consapevolezza su come indirizzare i processi inclusivi per realizzare un reale cambiamento della nostra società.

 

Relatori: Fabio Bocci , Martina De Castro

Fabio

Bocci

Martina

De Castro

TR7. Valutare per educare: visioni possibili tra merito, equità e inclusione

Perché valutiamo a scuola? Quale è il fine profondo del processo valutativo nella scuola quotidiana? La valutazione formativa è ormai indicata come direzione di legge nella scuola primaria, ma altrettanto non è nella scuola secondaria. Il concetto di merito ha assunto una centralità tale da aver cambiato l’anagrafica del Ministero stesso ma la riflessione sul rapporto tra valutazione e merito è ancora latente. Come si concilia la funzione formativa con il concetto di merito, in un panorama di scuola orientata alla piena inclusione come è quella italiana? Come conciliare la valutazione di sistema con la valutazione individuale, anche in riferimento ai percorsi individualizzati e personalizzati? Riflettere a fondo sul rapporto tra valutazione, equità, merito e percorsi inclusivi è fondamentale per non perdere la bussola di un sistema facilmente orientabile verso un ritorno alla selezione e a un’inefficace uguaglianza di misura. La Tavola Rotonda sarà l’occasione per confrontarsi su tale aspetto e per mettere a confronto opinioni e orizzonti differenti grazie il contributo di esperti ed esperte.

 

Relatori: Francesco Zambotti , Laura Biancato , Raffaele Iosa , Cristiano Corsini , Sonia Sorgato , Roberto Ricci , Angelo Paletta

Francesco

Zambotti

Laura

Biancato

Raffaele

Iosa

Cristiano

Corsini

Sonia

Sorgato

Roberto

Ricci

Angelo

Paletta

TR8. DIS-egnanti: insegnanti con DSA a scuola tra sfide e opportunità

Nella scuola italiana lavorano insegnanti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Si tratta di insegnanti con un bagaglio di conoscenze e competenze che si sono costruiti negli anni, che potrebbe essere maggiormente valorizzato nel contesto educativo, in quanto portatore di ricadute positive sui processi di apprendimento, sulle pratiche inclusive e sul benessere personale e di classe. Le università e le nostre scuole dovrebbero aumentare in modo sensibile la percentuale di studenti e studentesse e di insegnanti con disabilità/DSA, per contrastare gradualmente quella evidente sottorappresentazione di queste persone nei corsi di studio e nei luoghi di lavoro. Nella Tavola Rotonda verranno presentati i risultati di una prima indagine sulla situazione attuale degli insegnanti con DSA condotta nella scuola primaria italiana (a.s. 2022-2023). Poi, grazie al contributo di relatrici e relatori pienamente coinvolti sul campo, il tema verrà affrontato a più voci e da diverse prospettive.

 

Relatori: Dario Ianes , Benedetta Zagni , Filippo Barbera , Giacomo Stella , Andrea Novelli , Emily Sassoli , Giuseppina Molino

Dario

Ianes

Benedetta

Zagni

Filippo

Barbera

Giacomo

Stella

Andrea

Novelli

Emily

Sassoli

Giuseppina

Molino

WS37. Il Metodo Analogico: l'apprendimento che genera inclusione

I bambini e le bambine si sentono inclusi non quando vengono trattati in un modo particolare e diverso dagli altri, ma quando effettivamente riescono a fare cose che fanno gli altri, almeno in parte. Questo è possibile con gli strumenti del Metodo analogico che intercettano il modo di apprendere che abbiamo tutti e tutte pur con tempi diversi. Il presupposto è la leggerezza dei contenuti, la riduzione del linguaggio e la trasformazione dell’astrazione concettuale in riconoscimento percettivo, come con il computer. Così sarà possibile per tutti e tutte imparare a leggere nell’arco di qualche giorno e subito tuffarsi nella lettura di un libro di avventure. Si passerà poi a imparare a scrivere lentamente in una situazione di relax. Nelle discipline, analogamente, si affronterà il calcolo d’impulso con la Linea del 20 che rappresenta le mani, si affronterà la geografia del mondo con le mappe, si approccerà la storia partendo da uno sguardo panoramico generale, e così via. Un modo di intendere l’apprendimento che sovverte i curricoli fin dall’infanzia. Un modo che recepisce le capacità extrascolastiche dei bambini che in fatto di apprendimento del nuovo non hanno rivali. È il futuro che avanza silenziosamente nelle nostre aule. 

Giusi Antonia Toto interverrà in particolare sulla sperimentazione dell’approccio e degli strumenti analogici in corso all’Università di Foggia e sulle innovazioni nella formazione delle giovani insegnanti.

Il workshop sarà aperto con il saluto istituzionale da parte di Luigi Traetta (Professore associato di didattica e pedagogia speciale, coordinatore del corso di specializzazione TFA Sostegno, Università di Foggia).

 

Relatori: Luigi Traetta , Camillo Bortolato , Giusi Antonia Toto

Luigi

Traetta

Camillo

Bortolato

Giusi Antonia

Toto

WS38. Scuola, disturbi del neurosviluppo e realtà aumentata: la personalizzazione digitale a sostegno delle funzioni esecutive nei processi di apprendimento

Accogliere per includere a scuola studenti e studentesse con disturbi del neurosviluppo comporta la conoscenza delle loro caratteristiche e bisogni educativi e didattici specifici; in particolare, la necessità di sostenere con il canale visivo i processi afferenti alle funzioni esecutive, cioè quegli insiemi di procedimenti cognitivi superiori che consentono la pianificazione e il controllo delle proprie azioni. Attraverso ambienti di studio improntati su concetti chiave di universalità ed eque opportunità, le tecnologie del video modeling interattivo e della realtà aumentata diventano strumenti ottimali per sostenere a scuola la percezione, la comprensione e la gestione autonoma degli apprendimenti della classe. Durante il workshop sarà presentata I RAIN, un’applicazione gratuita sulla realtà aumentata realizzata dal Team di ricerca dell’Università di Urbino, con esempi di proposte didattiche in alcuni domini di intervento scolastico.

 

Relatori: Claudia Munaro , Marco D'Agostini , Stefano Pascoletti

Claudia

Munaro

Marco

D'Agostini

Stefano

Pascoletti

WS39. Didattica aperta e inclusione fra libertà, responsabilità e comunità

Quando la didattica si fa aperta, alunne ed alunni hanno la possibilità di scegliere pochi o tanti elementi del proprio percorso di apprendimento. Potrebbero per esempio decidere da soli quali due attività svolgere fra le quattro progettate dall’insegnante oppure avere a disposizione due ore in cui portare avanti un proprio progetto in piena autonomia. Questo modo di organizzare l’apprendimento apre molte potenzialità per una didattica inclusiva per tutte e per tutti. Primo: alunne ed alunni imparano a prendersi responsabilità per il proprio percorso di apprendimento, riflettono sul proprio modo di apprendere e diventano maestre e maestri di se stessi, autovalutandosi e sviluppando la capacità di identificare i tempi, gli spazi, i materiali ed i modi per apprendere più adatti a sè. Secondo: fare esercizio di libertà in classe implica anche confrontarsi con il gruppo e con i limiti che questo pone evitando un’interpretazione individualistica dell’idea di libertà e coniugando quindi percorsi di realizzazione personale ad esperienze di collaborazione. Terzo:  i percorsi di alunne ed alunni molto diversi fra loro possono convivere in uno spazio ed un tempo condivisi, per cui una personalizzazione anche molto specifica non comporta isolamento o esclusione in un ambiente di apprendimento di questo tipo. Il workshop illustrerà i principi cardine di una didattica aperta e mostrerà esempi di pratiche e metodologie per la sua implementazione in diversi ordini di scuola. 

 

Relatori: Heidrun Demo , Anna Frizzarin

Heidrun

Demo

Anna

Frizzarin

WS40. Comprendere le famiglie plurali: aspetti teorici e buone pratiche per un’alleanza educativa inclusiva e sostenibile

Cosa è successo alle famiglie nell’epoca contemporanea? Come svolgono la loro fondamentale funzione educativa nell’era dei social network, dell’instabilità coniugale e delle diverse emergenze che caratterizzano la contemporaneità? Quali sono i nodi da sciogliere e quali i nuovi bisogni a cui far fronte? A partire da queste domande, il workshop proporrà riflessione sulle cosiddette «famiglie plurali» analizzandone le caratteristiche, le trasformazioni, le criticità e i punti di forza, con riferimento ai processi culturali e sociali che hanno innestato i cambiamenti e che hanno ripercussioni in ambito educativo. Il workshop prospetta, in ottica pedagogica, spunti teorici e metodologici per realizzare la cosiddetta «alleanza educativa» con le famiglie nell’ottica dell’inclusione e della sostenibilità.

 

Relatori: Alessandra Gigli

Alessandra

Gigli

WS41. Specialità e normalità in dialogo...Disturbi del comportamento: strategie per la gestione dei comportamenti oppositivo-provocatori e la regolazione delle emozioni

Il comportamento oppositivo è parte di una traiettoria di sviluppo tipica poiché costituisce una delle espressioni della volontà di autonomia da parte di bambini e bambine. Nello sviluppo tipico il comportamento oppositivo ha, quindi, la funzione di ricercare l'autonomia e la propria identità: in questi casi il bambino o la bambina si oppone alle regole, viste come una limitazione alla sua volontà di esplorare. Quando ciò non avviene e questa tendenza all'ostilità diventa cronica, compaiono anche difficoltà per quanto riguarda l'adattamento, le relazioni familiari e più tardi quelle sociali con il gruppo dei pari. Tali difficoltà sono legate ai quadri clinici denominati disturbi del comportamento con cui si descrivono bambini, bambine, ragazzi e ragazze che mostrano difficoltà a regolare le loro emozioni, nonché scarso rispetto delle regole date da insegnanti e genitori. Il workshop, accanto alla dimensione del fare, darà spazio anche alla dimensione del non-fare, provando a raggiungere un duplice obiettivo. Il primo obiettivo è quello di ragionare su come si manifestano i principali comportamenti oppositivi in classe, presentando alcune delle strategie che gli insegnanti possono mettere in campo per gestire efficacemente le situazioni più difficili. Il secondo obiettivo è quello di riflettere sulle emozioni che possono prendere il sopravvento anche nell'insegnante più motivato ed esperto ogni qualvolta un alunno/un’alunna mette in atto uno dei comportamenti sopra descritti, mostrando modalità di rispondere in modo fermo e accogliente, coltivando la consapevolezza di sé, per inserire uno spazio fra il comportamento dell'alunno e l'azione dell'adulto.

 

Relatori: Pietro Muratori , Gianluca Daffi

Pietro

Muratori

Gianluca

Daffi

WS42. Specialità e normalità in dialogo...Difficoltà di sviluppo, linguaggio e comunicazione: dall'individuazione precoce al potenziamento

Durante il workshop saranno affrontate le difficoltà primarie dello sviluppo neuropsicologico sia dal punto di vista della rilevazione in età prescolare, sia da quello del potenziamento funzionale. La precocità di questo rilevamento è di grande importanza ai fini di un riallineamento con lo sviluppo tipico all’interno della normale attività didattica e, laddove non fosse sufficiente, per una presa in carico più specificamente riabilitativa. Inoltre, saranno evidenziate le caratteristiche di un lavoro sinergico tra famiglia, scuola dell’infanzia e logopedista, nel rispetto delle competenze reciproche, e verrà proposta una metodologia finalizzata alla ricerca di una combinazione di interventi proficua per il minore in difficoltà, con la presentazione di nuovi strumenti predisposti allo scopo. In quest’ottica, l’insegnante potrà acquisire suggerimenti per il proprio intervento didattico e pedagogico. Il professionista potrà, invece, usufruire di nuove raccomandazioni e indicazioni per interventi di rilevazione scolastica delle difficoltà e per supportare le famiglie e la scuola nel lavoro di recupero e potenziamento delle competenze funzionali meno sviluppate.

 

Relatori: Graziella Tarter , Luigi Marotta

Graziella

Tarter

Luigi

Marotta

WS43. Tecnologie per l’inclusione didattica

Nei processi inclusivi occorre rimuovere le barriere e gli ostacoli presenti negli ambienti di apprendimento e nei contesti scolastici. Le tecnologie assistive (TA) possono ricoprire il ruolo di facilitatori quando si dimostrano un reale valore aggiunto in termini di autonomia, accessibilità e partecipazione attiva. Durante il workshop si offrirà una panoramica sulle caratteristiche e sulle potenzialità inclusive delle principali tecnologie assistive generalmente utilizzabili a scuola. In particolare, si avrà modo di riflettere sull’importanza di una didattica che consideri i principi dell’Universal Design for Learning (UDL), che consideri un utilizzo diffuso delle tecnologie didattiche, utili per tutti e tutte e che tenga in considerazione l’attivazione di contesti competenti, della risorsa compagni e della famiglia al fine di sostenere l’uso delle tecnologie assisitive a scuola e nell’extra-scuola. Infine, si proporranno esemplificazioni e piccole attività pratiche utilizzando, in particolare, software web-based di libero utilizzo.

 

Relatori: Serenella Besio , Enrico Angelo Emili

Serenella

Besio

Enrico Angelo

Emili

WS44. Le difficoltà di apprendimento delle lingue a scuola: strategie e procedure didattiche per promuovere l'inclusione

Tutte le discipline scolastiche richiedono buone competenze linguistiche: qualsiasi educatore o educatrice, che operi in contesto scolastico o extra-scolastico, è consapevole che la distinzione fra materie linguistiche e materie non linguistiche è del tutto inadatta a descrivere le reali richieste scolastiche: la lingua, infatti, è sempre mezzo e strumento per imparare, e coloro che presentano fragilità linguistiche sono pertanto a rischio di esclusione educativa. La promozione e il sostegno allo sviluppo delle competenze linguistiche non sono, quindi, solo responsabilità dell’insegnante di italiano o di lingua straniera, ma diventano compito condiviso di tutte le figure educative che, a vario titolo, ruotano attorno alla persona dell’apprendente. Questa visione, suffragata da studi scientifici, promossa da numerosi documenti europei e pienamente condivisibile in linea di principio, non è però di facile realizzazione, specialmente in un sistema scolastico che, particolarmente dalla scuola secondaria di primo grado in poi, promuove la specificità disciplinare più che il dialogo interdisciplinare. Da dove iniziare per mettere in atto un’educazione linguistica inclusiva? Cosa dovrebbe sapere l’insegnante sui processi che conducono allo sviluppo di buone competenze linguistiche? E, di conseguenza, quali procedure didattiche dovrebbe adottare per sostenere lo sviluppo linguistico? Quali principi e strategie didattiche sono più efficaci per includere nello specifico gli alunni con difficoltà linguistiche? Il workshop offrirà alcune risposte a queste domande, illustrando un quadro teorico-operativo per sostenere e potenziare le competenze linguistiche di alunni e alunne con fragilità in quest’ambito, proponendo procedure didattiche ed esempi operativi basati sulle più recenti ricerche scientifiche.

 

Relatori: Michele Daloiso , Gonzalo Jiménez Pascual , Paola Celentin

Michele

Daloiso

Gonzalo

Jiménez Pascual

Paola

Celentin

WS45. “Pensare in grande” si può, si deve. Infanzia e prospettive Inclusive tra bisogni presenti e sguardi futuri

Le sfide poste in essere dalla contemporaneità hanno profondamente trasformato il modo di intendere l’infanzia, sia sul piano culturale sia su quello del welfare. Come noto, l’Early Childhood Education and Care (ECEC) rappresenta, a livello mondiale, una questione più che mai urgente, nella misura in cui, a livello internazionale, le politiche educative promosse dalle principali organizzazioni mondiali hanno dedicato profondi sforzi all’attuazione del diritto fondamentale di ogni bambino e bambina alle migliori opportunità possibili per sviluppare le proprie potenzialità. Diviene allora fondamentale richiamare l’assoluta necessità di pensare, progettare e realizzare pratiche di cura per l’infanzia che si strutturino assumendo come substrato valoriale la dimensione inclusiva, in linea con la necessità di ampliare l’orizzonte di riflessione ben oltre il mondo della disabilità, ipotizzando processi e percorsi attenti ai bisogni di tutti e di ciascuno. In particolare, si avverte oggi un crescente bisogno di formazione attorno a tematiche inclusive nei servizi per la prima infanzia. Un’esigenza, questa, legata sia al numero maggiore di certificazioni nella prima infanzia, sia alla necessità di mettere in campo interventi sempre più tempestivi, in grado sostenere e accompagnare la crescita di ogni singolo bambino e bambina. Durante il workshop si comprenderà come il percorso di accompagnamento dentro questo mondo debba essere costruito con cura: la tentazione del tecnicismo, dello specialismo e soprattutto del «che si fa con questo disturbo?» rischia di compromettere la costruzione di spazi di speranza, che richiedono fortemente un pensiero pedagogico e narrativo e meno di «specialisti del bisogno». Molti sono, dunque, i modi con cui provare a guardare all’infanzia pensando in grande e realizzare una somma di piccole cose che apra al futuro: si tratta, in alcuni casi, di strade chiare e ben illuminate che occorre avere la forza di intraprendere, in altri, di percorsi che devono essere ancora tracciati e che richiedono il coraggio di sperimentare insieme alla capacità di condividere per favorire conoscenza e forme di contaminazione positiva tra realtà già in essere.

 

Relatori: Moira Sannipoli , Gianluca Amatori , Silvia Maggiolini , Vanessa Macchia

Moira

Sannipoli

Gianluca

Amatori

Silvia

Maggiolini

Vanessa

Macchia

WS46. PEI in pratica alla scuola secondaria di secondo grado

Possedere abilità di autonomia personale, relazionale e cognitiva risulta oggi un aspetto fondamentale per poter essere inseriti nella società odierna che è sempre più complessa. Per tale ragione nei Piani Educativi Individualizzati della scuola secondaria di secondo grado queste abilità non devono essere sottovalutate o non tenute adeguatamente in considerazione. Molti alunni e alunne con disabilità concludono il loro percorso scolastico con numerose lacune che non consentono loro un progetto di vita autonomo e maggiormente responsabile. L’adozione del PEI - che rappresenta la documentazione di un percorso che inizia nella scuola dell’infanzia e si conclude con l’uscita dal sistema di istruzione/formazione e con gli appuntamenti della vita adulta (lavoro, lavoro assistito, laboratori protetti, attività nelle cooperative sociali, centri di assistenza educativa, ecc.) - implica di tornare a riflettere sulle pratiche di inclusione e costituisce una guida per la loro eventuale revisione e il loro miglioramento. Durante il workshop verranno proposti alcuni modelli di PEI sviluppati nella scuola secondaria di secondo grado attraverso una riflessione sull'osservazione e sulle quattro dimensioni. Verranno inoltre presentate strategie e attività realizzate nell’ambito dei percorsi di educazione all’autonomia, di miglioramento dei processi di apprendimento e di inclusione scolastica.

 

Relatori: Maria Luisa Boninelli , Romeo Borroni

Maria Luisa

Boninelli

Romeo

Borroni

WS47. Io sono, io voglio, io decido. Sostenere l’autodeterminazione delle persone con disabilità intellettiva

Il workshop approfondirà il tema dell’autodeterminazione e di quello che significa accompagnare persone con disabilità intellettiva a compiere le proprie scelte fino dai primi anni di vita. Il tema dell’autodeterminazione è strettamente legato alla crescita dell’autonomia che riguarda lo sviluppo di abilità, ma anche la consapevolezza di sé. Autonomia non vuol dire fare tutto da soli, ma integrare le proprie competenze con quelle degli altri, riguarda quindi davvero tutti. Spesso la «protezione» prevarica la «promozione» delle idee e dei diritti delle persone disabilità intellettiva e si privilegiano quelle che vengono considerate «scelte giuste» rispetto alla «capacità di scegliere». Durante il workshop, attraverso i diversi punti di vista, di genitore e professionista, e l’attività svolta nelle associazioni in questi anni, verrà approfondito il tema insieme ad alcuni adulti con sindrome di Down.

 

Relatori: Riccardo Bonfà , Massimo Rota

Riccardo

Bonfà

Massimo

Rota

WS48. La scuola incontra il carcere

Il workshop propone di esplorare i differenti itinerari che conducono scuola e carcere ad incontrarsi, focalizzando l’attenzione sul diverso posizionamento che le persone detenute assumono in tale spazio d’incontro e le pratiche che lo caratterizzano. In particolare, i contributi affronteranno i temi dell’accessibilità ai percorsi di studio per le persone detenute e della relazione di continuità educativa scuola/madri, a partire dalla condizione detentiva vissuta dalle donne. Inoltre, si rifletterà sullo spazio della biblioteca in carcere come possibile luogo in cui progettare interventi educativi, per la promozione del benessere e di percorsi di inclusione.

 

Relatori: Luca Decembrotto , Giulia De Rocco , Francesca Pilotto

Luca

Decembrotto

Giulia

De Rocco

Francesca

Pilotto

L'inclusione nei mondi digitali e il ruolo della filosofia

Internet è una vasta metropoli con parchi, attrazioni e zone pericolose, che possiamo attraversare istantaneamente, portandoci in quartieri, piazze e vicoli molto diversi tra loro. È fondamentale imparare ad abitare questo spazio, conoscerlo, riconoscere i rischi e acquisire competenze tecniche ed esistenziali per navigare nei suoi sterminati territori. Ma come siamo arrivati qui? I luoghi digitali in passato sono stati più o meno inclusivi e accessibili di oggi? E cosa significa davvero essere inclusivi? La filosofia oggi è essenziale per sollevare queste domande e provare a rispondere, tenendo sempre presente l'idea di phàrmakon, vox media che rappresenta veleno e rimedio allo stesso tempo, e che può permetterci di comprendere le opportunità e le tossicità dei mondi digitali imparando a gestirne la complessità.

 

Relatori: Maura Gancitano e Andrea Colamedici

Maura Gancitano

e Andrea Colamedici

Introduzione e coordinamento

Relatori: Sara Franch

Sara

Franch

Un ponte tra l'apprendimento e la vita: il Service Learning per fronteggiare la dispersione scolastica

Relatori: Rosa Stornaiuolo

Rosa

Stornaiuolo

Studenti e studentesse con bisogni educativi speciali: buone prassi ed errori da non ripetere

Relatori: Donatella Arcangeli

Donatella

Arcangeli

Disabilità: andare oltre i pregiudizi

Relatori: Laura Pulici , Marina Cuollo

Laura

Pulici

Marina

Cuollo

Lettura del brano "Chat inclusive"

Relatori: Carlo Scataglini

Carlo

Scataglini

Premiazione buona prassi "Storie in...un mondo di lingue” di Irene Del Frate

Dario Ianes (Libera Università di Bolzano e co-fondatore Edizioni Centro Erickson) e Roberta Caldin (Università di Bologna) premiano Irene Del Frate (Scuola dell'infanzia "V.Podrecca" di Cividale del Friuli).

Relatori: Dario Ianes , Roberta Caldin

Dario

Ianes

Roberta

Caldin

I Disability Studies in Italia: origini e prospettive future per lo sviluppo di un sistema educativo inclusivo

Relatori: Simona D'Alessio

Simona

D'Alessio

Quel bambino là: lo 0-6 e i passi sulla battigia

Relatori: Moira Sannipoli

Moira

Sannipoli

La scuola che genera esclusione: una breve storia

Relatori: Christian Raimo

Christian

Raimo

Mozione finale