Relatore/Relatrice


Maria Turati

Università Cattolica di Milano

BIOGRAFIA

Assistente sociale dal 2011 e dottore di ricerca in Social Work and Personal Social Services presso l’Università Cattolica di Milano, ha lavorato in diversi ambiti, tra cui servizi di tutela minori e per le dipendenze. Attualmente lavora nei servizi sociali di base e si occupa di ricerca e formazione nell’area del lavoro sociale con le persone con disabilità intellettiva.

 

Attività


QT1. Ma io discrimino? Quando lo stigma parte da servizi, operatori e operatrici

La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità indica tra i suoi principi generali la non discriminazione; la Convenzione definisce anche la «discriminazione sulla base della disabilità» come qualsivoglia distinzione, esclusione o restrizione sulla base della disabilità che abbia lo scopo o l’effetto di pregiudicare o annullare il riconoscimento, il godimento e l’esercizio, su base di eguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile o in qualsiasi altro campo. Il principio è riconosciuto e nominato anche nei codici etici e deontologici della maggior parte dei professionisti dell’aiuto. Gli operatori e i professionisti sono abituati a cercare e riconoscere la discriminazione praticata dagli altri: d’altra parte, la letteratura indica che la partecipazione delle persone con disabilità nei processi decisionali è ostacolata, oltre che da altri fattori, anche dagli atteggiamenti degli operatori stessi, spesso inconsapevoli e agiti non intenzionalmente, che faticano a riconoscere e contrastare i propri pregiudizi in particolare in relazione alla capacità di scegliere delle persone con disabilità. Come possiamo partire da noi per promuovere pratiche e contesti anti-discriminatori?

A partire da questa e altre domande verranno coinvolte esperte ed esperti sul tema per aprire un dibattito coinvolgente che darà ampio spazio agli interventi di tutti i partecipanti alla sessione.

Relatori: Giampiero Griffo , Maria Giulia Bernardini , Maria Turati , Laura Abet

Giampiero

Griffo

Maria Giulia

Bernardini

Maria

Turati

Laura

Abet

WS4. L’approccio anti-oppressivo in pratica

L’approccio anti-oppressivo al lavoro sociale si focalizza sulle questioni connesse all’esercizio del potere nei processi di aiuto. In questa prospettiva, la pratica professionale dell’aiuto rimette al centro la giustizia sociale e la promozione di processi di inclusione e autodeterminazione delle persone a partire dal riconoscimento della condizione di oppressione ed esclusione sociale che spesso caratterizza l’esperienza delle persone in situazioni di vulnerabilità che si rivolgono al sistema dei servizi di welfare. La questione del potere può riguardare diverse dimensioni dei processi di aiuto, spesso lasciate nell’implicito in favore di un forte orientamento al «fare» nei servizi, dovuto ai carichi di lavoro e alle complessità delle situazioni. Nel workshop si approfondiranno queste questioni, mettendo in evidenza l’importanza di uno sguardo riflessivo sugli strumenti e la necessità che essi siano metodologicamente orientati, al fine di promuovere una pratica professionale più giusta e sostenere processi di empowerment.

Relatori: Maria Turati

Maria

Turati

Introduzione e coordinamento

Relatori: Maria Turati

Maria

Turati