Prima parte
Recenti sviluppi teorici e di ricerca nella Schema Therapy:
un aggiornamento - Arnoud Arntz
In questa presentazione mi soffermerò su alcuni dei
principali sviluppi della teoria alla base della Schema Therapy e
della ricerca. Per quanto riguarda gli aspetti teorici, verrà
discussa la riformulazione della teoria che collega bisogni
fondamentali, schemi e Mode. Verrà chiarito perché la
riformulazione teorica ci aiuta a comprendere meglio una gamma
più ampia di psicopatologie e come ci aiuta a scegliere i
temi e le tecniche appropriate in terapia. Nella seconda parte
verranno discussi i risultati di ricerche recenti, con particolare
attenzione alla ricerca sui risultati del trattamento. Gli argomenti
che verranno affrontati includono il tipo di terapia (individuale,
di gruppo o combinata), il trattamento di casi con
comorbilità complesse e il confronto tra la schema therapy e
altri trattamenti per il disturbo di personalità (borderline)
in termini di efficacia e mantenimento.
SafePath (“Sentiero Sicuro”): creare team
più sani con la Schema Therapy
- David Bernstein
Negli ultimi dieci anni ho sviluppato e studiato una forma di Schema
Therapy per le équipe, che ho chiamato “SafePath”
(“Sentiero Sicuro”). Il mio interesse per i team
è nato dal mio lavoro in ambienti forensi, psichiatrici e di
tossicodipendenza, in cui i pazienti sono spesso trattati in
équipe multidisciplinari. In questi ambienti istituzionali,
le équipe, composte da psicologi, psichiatri, infermieri e
altri professionisti, devono affrontare le sfide quotidiane relative
al comportamento dei pazienti e le complessità degli ambienti
stessi. L’insieme di questi stress può talvolta portare
a dinamiche disfunzionali all’interno dei team, come la
“scissione”. SafePath è un metodo per rafforzare
le équipe e aiutarle a costruire la resilienza necessaria per
affrontare questo difficile lavoro e a creare un ambiente più
sicuro e più sano per i loro pazienti. Attraverso i corsi di
formazione e il coaching SafePath, i team imparano a mettere in
pratica i principi della Schema Therapy e della Psicologia Positiva
nella loro pratica quotidiana. La nostra ricerca dimostra che
SafePath migliora il funzionamento delle équipe, porta a un
clima di reparto più positivo e riduce la necessità di
interventi fisici e severi con i pazienti (van Wijk-Herbrink et al.,
2019). Il nostro programma di formazione dei coach ha certificato
formatori/coach SafePath in 12 paesi diversi. Una volta completato
il nostro programma, i formatori tornano nelle loro istituzioni per
insegnare SafePath ai loro team. In questa presentazione
fornirò una breve panoramica del programma SafePath,
illustrata da casi di équipe che lavorano in ambienti
difficili.
Interventi brevi ispirati alla Schema Therapy: lavorare con i
bisogni in modo modulare - Eshkol Rafaeli
Il disagio emotivo e le difficoltà comportamentali/funzionali
(come, per esempio, l’evitamento) sono caratteristiche
frequenti di vari disturbi psicologici, come l’ansia e la
depressione. La prevenzione di queste condizioni o
l’intervento su di esse non sempre richiede una psicoterapia a
lungo termine. Inoltre, esiste un divario sostanziale tra i bisogni
della popolazione e la disponibilità di trattamento, un
problema che porta a un sostanziale sotto-trattamento e a lunghi
periodi di attesa. Alla luce di queste considerazioni, sono stati
proposti e sono in fase di sperimentazione diversi approcci per
lavorare su una “salute mentale mirata”: approcci
specifici per ogni persona che (a) si basano sull’analisi dei
dati individuali (per esempio, su diari raccolti più volte e
con elevata frequenza nell’arco di diverse settimane durante i
periodi di attesa); (b) costruiscono modelli di previsione
personalizzati per i sintomi target; e (c) guidano brevi interventi
specifici per ogni individuo. In questo intervento descriverò
i primi risultati di un progetto internazionale in corso in cui
utilizziamo un modello ispirato alla Schema Therapy e incentrato sui
bisogni psicologici per applicare moduli di intervento
personalizzati in una singola sessione e confrontarne
l’efficacia con l’applicazione non personalizzata degli
stessi. I moduli affrontano sei diversi bisogni psicologici
identificati da Young e colleghi (Young et al., 2001; Rafaeli et
al., 2010) e da Dweck (2017). Naturalmente, i medesimi interventi
possono essere utilizzati in modo modulare in qualsiasi terapia, non
solo in sedute singole.
Di cosa abbiamo bisogno per essere funzionali? Lavorare con
la Schema Therapy per promuovere aspetti sani - Alessandra Mancini
Cosa ci impedisce di essere funzionali? L’Imagery Rescripting
è sufficiente a rafforzare i Mode Funzionali dei nostri
pazienti? Quali tecniche cognitive e focalizzate sulle emozioni
possiamo usare per costruire e rafforzare i Mode Funzionali nella
nostra pratica clinica? Con questo contributo, colleghiamo le
recenti scoperte empiriche alla pratica clinica. La ricerca sostiene
il ruolo delle variabili meta-emotive, come la ruminazione
depressiva e la self-compassion, nel mediare la relazione tra gli
Schemi Maladattativi Precoci e i Mode Funzionali (per esempio,
l’Adulto Sano e il Bambino Felice). Inoltre, nuove evidenze
hanno mostrato che, mentre l’Imagery Rescripting riduce i Mode
di Coping Maladattivi e il Mode del Genitore Esigente, non migliora
il Mode Adulto Sano e la Self-Compassion Positiva. L’insieme
di questi dati sembra indicare che in Schema Therapy il
riconoscimento di messaggi critici e la riduzione di strategie
disfunzionali dovrebbero essere affiancati da un lavoro specifico
direttamente mirato a rafforzare i Mode Funzionali. Verranno
proposti una serie di esercizi cognitivi ed esperienziali volti a
facilitare il riconoscimento dei Mode Funzionali e la loro
promozione fin dalle prime fasi della terapia.
La frustrazione di lavorare nelle sabbie mobili: competenza
terapeutica con i Mode protettori nelle
tossicodipendenze - Elizabeth Lacy
I Disturbi da Dipendenza possono essere tra i più difficili
da trattare. I Mode, da una seduta all’altra, cambiano
muovendosi come sabbia su una spiaggia. I pazienti sembrano essere
esperti in evitamento e sono “bloccati” nelle fasi di
contemplazione. Con questo breve intervento vi aiuterò a dare
un senso e una concettualizzazione a ciò che accade nel
setting terapeutico. Sarete in grado di concettualizzare con maggior
sicurezza un’accurata mappa dei Mode per condurre il
trattamento ed essere più efficacemente in grado di aiutare i
pazienti a guarire.
La Schema Therapy per il Disturbo Ossessivo-Compulsivo e il
potere del gioco nel lavoro immaginativo - Filippo Tinelli
Il presente contributo si prefigge lo scopo di illustrare come la
Schema Therapy possa aiutare a comprendere ancora più in
profondità la fenomenologia del Disturbo Ossessivo Compulsivo
e come possa rappresentare un approccio terapeutico particolarmente
efficace per la sua risoluzione. Secondo la Schema Therapy i bisogni
emotivi primari maggiormente frustrati nelle storie delle persone
affette da questo disturbo sono quelli di accettazione e amore
incondizionati, validazione delle emozioni e dei bisogni principali
e quello di spontaneità e di gioco. La frustrazione di questi
bisogni porta allo sviluppo di Schemi Maladattivi ricorrenti in
questi pazienti, quali: Inadeguatezza/Vergogna, Punizione,
Esclusione Sociale, Standard Severi ed Ipercriticismo ed Inibizione
Emotiva. Verrà illustrato come questi Schemi Maladattivi, si
manifestino attraverso differenti Schema Mode caratteristici del
Disturbo (Genitore Esigente e Punitivo, Bambino Vulnerabile,
Perfezionista Ipercontrollante, Protettore Distaccato/Evitante) e
come questi ultimi si avvicendino e interagiscono per determinare il
sintomo. Per finire si espliciterà il dispiegarsi del
trattamento attraverso le tecniche relazionali (limited
reparenting), quelle cognitive, quelle esperienziali (Chairwork ed
Imagery Rescripting) e quelle comportamentali (rottura dei pattern
comportamentali). Si specificherà come queste tecniche
possano essere adattate alle peculiarità del Disturbo al fine
di massimizzarne l'efficacia. In particolare verrà messo
in evidenza come rispondere al bisogno emotivo primario di gioco e
spontaneità nell'imagery rescripting al fine di
catalizzare il cambiamento emotivo del paziente.
Schema Therapy per Traumi Complessi e Disturbi
Dissociativi - Harold Dadomo
Il Disturbo Dissociativo d’identità fa parte dei
disturbi dissociativi ed è caratterizzato nello specifico dal
manifestare e attivarsi di due o più identità
distinte, caratterizzate da modi di percepire, sentire e
relazionarsi in modo distinto e non condiviso sul piano della
consapevolezza. Questo fenomeno prende il nome di frammentazione
dell’identità e può portare spesso al fenomeno
dell’amnesia asimmetrica cioè non ricordare eventi
sperimentati dalle distinte identità; o all’amnesia
dissociativa in cui non è in grado di ricordare eventi
importanti della propria vita. Questa frammentazione e la presenza
di barriere amnestiche porta l’individuo a vivere in maniera
angosciante la propria esistenza. Infatti in questi pazienti si
osserva spesso depressione, ansia, abuso di sostanze,
autolesionismo, e comportamento suicidario, ed è anche per
questo motivo che la diagnosi stessa del disturbo risulta spesso
difficoltosa. È noto inoltre come questo disturbo si
manifesti in individui che abbiano vissuto gravi traumi o lunghi e
importanti periodi di stress durante l’infanzia. Al di
là della difficoltà diagnostica che caratterizza
questo disturbo, la psicoterapia è ben lungi dall’aver
definito un intervento standard, anche se la psicoterapia cognitivo
comportamentale e la psicoterapia dinamica sembrino essere ad ora le
opzioni terapeutiche più citate. Date le caratteristiche del
disturbo, la sua eziologia e date le sue caratteristiche integrative
in relazione alle sue capacità esplicative o
all’utilizzo di strumenti che derivano da diversi approcci, la
schema therapy sembra essere un’opzione terapeutica più
che valida nel trattamento dei disturbi dissociativi e del disturbo
dissociativo d’identità in particolare. A tal proposito
in questi ultimi anni la schema therapy ha mostrato un crescente
sviluppo di interesse ed un importante adattamento dei vari
strumenti terapeutici ad hoc per questa categoria di disturbi. In
questo intervento sarà discusso in dettaglio come gestire
questo disturbo nelle varie fasi della terapia.
Schema Therapy di gruppo e individuale: un trattamento
efficace per il Disturbo Borderline di
Personalità - Joan Farrell
Le dottoresse Joan Farrell e Ida Shaw hanno iniziato a lavorare su
un trattamento efficace per i pazienti con disturbo borderline di
personalità (DBP) negli anni Ottanta. Hanno scritto il primo
libro sulla Schema Therapy di Gruppo (STG) (Wiley-Blackwell, 2012).
Hanno scoperto che i gruppi di Schema Therapy potevano sfruttare
fattori terapeutici come l’universalità e il senso di
appartenenza, portando a una riduzione nella gravità di
schemi centrali come quelli di difettosità/vergogna e di
abbandono. L’esperienza del gruppo di Schema Therapy fornisce
inoltre ulteriori esperienze emotive correttive (“effetti
re-familiarizzanti”), che si aggiungono ai limitati effetti
riparativi essenziali della Schema Therapy per pazienti con DBP. Le
dottoresse hanno pubblicato un protocollo trans diagnostico per
sessioni integrate di gruppo e individuali “The ST
Clinician's Guide” (“Guida alla Schema Therapy per i
Clinici”) (2014). Questo protocollo è stato validato
empiricamente in un ampio studio internazionale randomizzato e
controllato (JAMA-Psychiatry, 2022). Viene utilizzato clinicamente
nella ricerca (per esempio, AvPD, PD misto, Auto-Pratica per
terapeuti) e nella pratica a livello internazionale. Questo
programma Schema Therapy di base è adattabile a varie durate
di trattamento, limitate nel tempo e più estese, ed è
stato tradotto in molte lingue. Negli ultimi 12 anni, Farrell e Shaw
hanno formato dal vivo terapeuti in oltre 20 Paesi e ora forniscono
formazione e supervisione internazionale online. Presenteranno una
breve sintesi del loro approccio al trattamento del disturbo
borderline di personalità con la Schema Therapy.
Trasformational Chairwork: l’uso dei Quattro Dialoghi
nella Schema Therapy - Scott Kellogg
Questa presentazione esplorerà i seguenti temi: La storia e
lo sviluppo del Chairwork con le sue radici nella tecnica dello
Psicodramma del Dr. Jacob Moreno e nella Gestalt Therapy della West
Coast del Dr. Fritz Perls degli anni Sessanta. Il Modello dei
Quattro Dialoghi nella Tecnica del Chairwork:
-
Dare Voce - Esprimere profondamente un sentimento e
intervistare una parte del sé o un Mode per comprenderne
meglio lo scopo, la storia, il ruolo e i desideri.
-
Dialoghi Interni - Far incontrare le diverse parti del
sé.
-
Raccontare la Storia - Utilizzare l’approccio
della Narrazione a Tre Persone (Three-Person Storytelling) per
lavorare su traumi o esperienze difficili.
-
Relazioni e Incontri - Usare il Ciclo delle Emozioni o
l’espressione di Amore, Rabbia, Paura, Dolore e Dispiacere
con persone del passato, del presente o del futuro per elaborare
i traumi, risolvere le questioni in sospeso, superare le perdite
e rivendicare il potere nelle relazioni problematiche in corso.
L’interazione tra il Modello dei Quattro Dialoghi del
Chairwork e la Schema Therapy. Ciò avverrà sotto forma
di sei dialoghi fondamentali:
-
Dialoghi probatori (Evidentiary Dialogues) - Creare un
incontro tra le evidenze che sostengono lo schema e le evidenze
che lo sfidano (Dialoghi Interni);
-
Interviste ai Mode - Intervistare un Mode di coping per
comprendere meglio le sue origini e il suo ruolo nella vita del
paziente (Dare Voce);
-
Analisi Costi-Benefici - L’uso del Chairwork per
esplorare più a fondo i costi e i benefici di un Mode di
coping, cosa che porrà le basi per aumentare il potere del
Mode Adulto Sano, che a sua volta servirà a sviluppare una
nuova relazione con i Mode e ad acquisire una maggior efficacia
nel modularla (Dialoghi Interni);
-
Dialoghi tra Mode - Creare dialoghi tra il Mode Adulto
Sano e i Mode del Bambino, di Coping e del Genitore Critico;
particolare attenzione sarà data al lavoro con questi
ultimi (Dialoghi Interni);
-
Racconto in Terza Persona - Questo è un approccio
al lavoro sul trauma che ho adattato dalla Contextual Schema
Therapy (Roediger, Stevens, & Brockman, 2018) come modo per i
pazienti di confrontarsi più facilmente con le esperienze
traumatiche e il peso dei segreti (Raccontare la Storia);
-
Dialoghi di Confronto - Utilizzando la struttura delle
Relazioni e degli Incontri (Relationships and Encounters
structure), i pazienti possono avere dialoghi immaginari con le
persone che li hanno feriti, maltrattati e/o abusati e
utilizzarli per elaborare le questioni in sospeso e rivendicare
il proprio potere.
Seconda parte
Esplorare il narcisismo vulnerabile attraverso la Schema
Therapy
- Duccio Baroni
Il modello della Schema Therapy (Young et al., 2003) sin dalla sua
nascita si è interessato al Disturbo Narcisistico di
Personalità identificando il nucleo patologico del disturbo
nella frustrazione nucleare dei bisogni di accettazione
incondizionata e limiti realistici. Il Disturbo Narcisistico di
Personalità è un disturbo complesso che presenta
caratteristiche talvolta contradditorie. Recentemente sono stati
identificati due fenotipi all’interno delle presentazioni
cliniche di tale funzionamento di personalità: il fenotipo
grandioso e il fenotipo vulnerabile (Pincus & Lukowitsky, 2010;
Soleimani et al., 2022). Quest’ultimo, in letteratura, risulta
meno studiato e con limitati protocolli di intervento (Pincus et
al., 2014). La Schema Therapy fornisce una chiave di lettura utile
allo sviluppo di interventi specifici per il fenotipo vulnerabile.
Esso, infatti, pur mantenendo gli aspetti nucleari di frustrazione
dei bisogni di accettazione incondizionata e limiti realistici,
utilizza Mode di coping differenti dal narcisista grandioso.
Attraverso il concetto di Mode proprio della Schema Therapy è
stato sviluppato un protocollo di trattamento specifico per il
paziente narcisista vulnerabile.
Interventi mirati per connettersi e prendersi cura del Mode
Bambino Vulnerabile
- Elena Rosin
In Schema Therapy uno degli obiettivi fondamentali del trattamento
è prendersi cura del Mode Bambino Vulnerabile del paziente,
quella parte che contiene tutto il dolore emotivo e le convinzioni
disfunzionali che si sono formate a causa di esperienze negative
infantili. Spesso può essere difficile per il paziente
entrare in contatto con questa parte, può negare la sua
esistenza, minimizzarne l’importanza, oppure può
esserne spaventato. Se non entra in contatto con questa parte di
sé, tuttavia, non sarà in grado di soddisfare i propri
bisogni emotivi fondamentali e non sarà possibile modificare
i Mode di coping disfunzionali che spesso interferiscono nella sua
vita. In questo intervento scopriremo come aiutare il paziente a
connettersi in modo efficace con il suo Bambino Vulnerabile,
prendersene cura consapevolmente, e guidarlo verso un maggior senso
di accettazione di sé, compassione e integrazione
psicologica. Ci sono diverse strategie per stabilire un contatto con
questo Mode e una varietà di metodi terapeutici per
prendersene cura.
Schema Therapy per bambini e adolescenti (ST-BA) - Christof Loose
La Schema Therapy per bambini e adolescenti (ST-BA) è
diventata un tema caldo all‘interno della terapia
cognitivo-comportamentale (CBT) e del mondo della psicoterapia in
generale. Questo approccio ha rapidamente guadagnato
popolarità tra i clinici e i servizi di salute mentale per le
sue alte percentuali di successo per i bambini, gli adolescenti e i
genitori difficili da trattare, con difficoltà più
gravi, croniche e radicate che non rispondono agli approcci di prima
linea. Questo include la percentuale significativa di bambini e
adolescenti che non intraprendono la terapia CBT, o che non
rispondono alla stessa (o che mostrano un’iniziale risposta,
ma poi ricadono). L‘obiettivo del seminario online è
quello di fornire una panoramica delle tecniche e degli approcci per
i clienti più giovani e per i loro genitori, e quindi una
migliore comprensione della ST-BA nella pratica quotidiana.
Simbolismo e decostruzione: come considerare i Mode nella
concettualizzazione Schema Therapy del caso? - Eckhard Roediger
Il fondatore della Schema Therapy, Jeffrey Young, alla fine degli
anni ‘80 del secolo scorso ha costruito il suo approccio
basandosi sull’idea dell’esistenza degli schemi e degli
schemi di coping. Gli schemi sono l’impronta nelle reti
neurali derivante dalla frustrazione dei bisogni, principalmente
nella prima infanzia. I coping allo schema sono strategie generali
con le quali i clienti affrontano tali schemi dolorosi. Quando gli
schemi vengono attivati nel presente, reagiamo con attivazioni
transitorie chiamate Mode. Per rendere la concettualizzazione del
caso gestibile con i clienti borderline che soffrono di molti
schemi, Young, nei suoi studi di inizio secolo, si è
concentrato esclusivamente sui Mode. La disconnessione dagli schemi
sottostanti comporta il rischio che i Mode vengano considerati come
“parti del sé”: può succedere, per
esempio, che il “bambino interiore” sviluppi una sorta
di vita propria. Dal punto di vista della Relational Frame Theory
(RFT), questa simbolizzazione trasforma uno stato transitorio in una
“persona interiore” persistente, che però non
esiste da un punto di vista neurobiologico. Per evitare queste
simbolizzazioni, una concettualizzazione del caso basata sulla
Contextual Schema Therapy e influenzata dalla RFT decostruisce i
Mode nell’attivazione emotiva primaria (che viene percepita
nel corpo una volta innescato uno schema) e nelle convinzioni di
base sottostanti (o credenze disfunzionali) interiorizzate
nell’infanzia che fungono da motori interni del nostro
comportamento manifesto (in termini di Mode). In terapia, bypassiamo
i Mode manifesti e lavoriamo con queste attivazioni interne che
risiedono “dietro le quinte”. Questo porta a un insieme
limitato di processi chiave e supera le strategie per lavorare con
ogni Mode individualmente. Questo porta a un insieme limitato di
processi chiave e strategie di superamento per lavorare con ogni
Mode individualmente.
Regolare con precisione l’Imagery Rescripting
- Remco Van der Wijngaart
Questo workshop si rivolge a partecipanti con almeno una conoscenza
di base dell’imagery rescripting che desiderano diventare
più abili e sicuri nell’affrontare situazioni difficili
quando si utilizza questa tecnica. L’imagery rescripting
è oggi considerata una tecnica evidence-based per il
trattamento di diversi disturbi, come il PTSD, il disturbo
d’ansia sociale e i disturbi di personalità (Morina et
al., 2017). L’obiettivo terapeutico è quello di
generare esperienze emotive correttive nelle immagini e nei ricordi
avversivi utilizzando l’immaginazione. Tuttavia, non è
sempre facile identificare e indirizzare efficacemente il bisogno
centrale dell’immagine. Per esempio, un’immagine di
abuso infantile potrebbe essere riscritta in molti modi. Il cliente,
nell’immaginazione, dovrebbe ricercare la salvezza o la
ribellione? Dovrebbe immaginarsi di fermare l’antagonista o,
piuttosto, di chiamare un aiutante? È meglio aspettare le
parti più traumatiche dell’esperienza o è
più saggio intervenire in una fase precedente? Oltre a queste
domande, i terapeuti potrebbero trovarsi di fronte ad altre sfide
durante l’imagery rescripting, per esempio pazienti che dicono
di non avere immagini mentali, o che hanno a che fare con una tale
quantità di sentimenti di colpa e vergogna che la riscrittura
delle immagini disponibili diventa difficile o apparentemente
impossibile. Questa presentazione utilizza il modello dei bisogni
emotivi di base (basic needs model) come guida per un’efficace
imagery rescripting. Il workshop si concentra su tre componenti:
Identificare e indirizzare correttamente i bisogni emotivi di base
nell’immagine; Individuare il momento giusto per effettuare il
rescripting; Affrontare alcune delle sfide più comuni. Gli
obiettivi chiave di apprendimento sono: comprendere e applicare il
modello dei bisogni di base come guida per un’efficace imagery
rescripting; intervenire adeguatamente nell’immagine come
terapeuta; diventare più sicuri nel gestire le situazioni
problematiche comuni.
Affrontare il genitore disfunzionale in imagery: la gerarchia
degli interventi
- Ambra Malentacchi
In Schema Therapy aiutiamo il paziente ad identificare i messaggi
svalutanti, esigenti o punitivi della modalità genitore
disfunzionale, che continua a far sentire la persona profondamente
sbagliata, non amabile, inadeguata, colpevole o mai
all’altezza, ed a collegarla alle origini infantili, per
ricondurla a qualcosa fuori da sé. Il centro
dell’intervento per il terapeuta è proteggere la parte
vulnerabile dagli attacchi di questa modalità, affrontandola
direttamente per invalidarne i messaggi e sostituirli gradualmente
con una prospettiva più funzionale. Gli strumenti in schema
therapy più idonei a questo scopo sono le strategie
esperienziali, soprattutto le Imagery Rescripting, attraverso cui il
terapeuta entrando nell’immagine interagisce direttamente con
la parte genitoriale, avendo un confronto allo scopo di
neutralizzarla. Alla luce dei più recenti contributi
internazionali in ambito di Schema Therapy e delle esperienze
cliniche che tutti ci troviamo spesso a sperimentare, è
sempre più evidente che in questo confronto diretto è
necessario che il terapeuta si adatti alla gravità dello
stile genitoriale ed alle caratteristiche della relativa
modalità interiorizzata di ogni paziente, e che sappia porsi
innanzi ad essa in modo proporzionato alla sua aggressività,
piuttosto che all’eventuale ingenuità, ansia o
eccessiva permissività. Avendo cura di essere sintonizzati
sui bisogni da soddisfare e sulla specifica situazione che si
presenta in Imagery, con gli occhi del bambino vulnerabile che
osservano, non risulta così univoco il trattamento del
genitore disfunzionale, ma piuttosto può oscillare dal
più classico contrasto, al più morbido confronto,
attraverso una gerarchia di interventi che non necessariamente
mirano a neutralizzarlo.
La Schema Therapy in età evolutiva: esplicazione
teorico-pratica dell'intervento psicoterapeutico in un
caso con disturbi esternalizzanti
- Stefano Terenzi
La Schema Therapy con i Bambini e gli Adolescenti (ST-BA) è
una recente declinazione del modello psicoterapeutico della Schema
Therapy. La Schema Therapy è un approccio teorico-pratico di
matrice cognitivo-comportamentale che integra assunzioni teoriche,
acquisizioni empiriche, metodologie e procedure terapeutiche
derivanti da differenti orientamenti psicologici e psicoterapici e
che ha dimostrato di essere una delle psicoterapie più
efficaci per trattare pazienti con disturbi di personalità o
altamente resistenti al cambiamento. Nello specifico, il lavoro
presentato illustra le fasi procedurali del modello teorico-pratico
della specifica espansione per i bambini e gli adolescenti (ST-BA) e
gli interventi peculiari delle procedure terapeutiche che
costituiscono il trattamento di un caso clinico con problemi di
aggressività, condotta e disregolazione.
Attaccamento e autonomia
- Jeff Conway
L’Attaccamento e l’Autonomia sono due dei bisogni umani
più basilari e universali. A un livello neurologico profondo,
siamo predisposti a formare legami e a comportarci in modo autonomo.
Quando il nostro bisogno di attaccamento è ben soddisfatto,
ci sentiamo al sicuro, protetti e nutriti. Quando il nostro bisogno
di autonomia è ben soddisfatto, ci sentiamo responsabili,
fiduciosi e maggiormente capaci di costruire competenze. Questo
intervento analizzerà l’interazione di questi due
importanti bisogni e considererà come questi possano essere
disattesi dalle interazioni relazionali che li negano e che generano
Schemi Maladattativi Precoci che minano sia l’attaccamento che
l’autonomia. Considereremo anche i modi per contrastare tali
Schemi e permettere ai bisogni di attaccamento e autonomia di essere
espressi più pienamente.
Qualche giorno fa mi è successa una cosa davvero
traumatica!
- Patricia Escudero Rotman
La Schema Therapy non è stata originariamente creata per
trattare pazienti in crisi e/o traumatizzati di recente (Young,
Klosko & Weishaar, 2003). Era previsto che utilizzassimo
interventi evidence based per quelli che vengono chiamati Disturbi
di Asse I. Da allora, alcuni modelli terapeutici (per esempio, CBT,
EMDR) hanno dimostrato di poter aiutare questi soggetti utilizzando
protocolli adattati. Inoltre, alcuni professionisti della salute
mentale sostengono che dovremmo utilizzare solo le linee guida del
Pronto Soccorso Psicologico (PFA). Sembra esserci una certa
confusione sul "che cosa fare". La Schema Therapy è
un modello altamente integrativo. La sua concettualizzazione e le
sue strategie cliniche possono offrire un percorso chiaro per
aiutare i soggetti traumatizzati in modo acuto. Questa presentazione
includerà un video clinico che dimostra uno degli interventi
clinici raccomandati.