Relatore/Relatrice


Giovanni Merlo

Direttore Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), Milano

BIOGRAFIA

Direttore Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità).

All'interno dell'attività di sostegno alla rappresentanza dei diritti umani delle persone con disabilità, svolge attività di ricerca, formazione e divulgazione nel campo delle politiche sociali.

Attività


QT1. Vita indipendente: per pochi, per molti o per tutti?

 

Introduce e coordina: Fabio Ferrucci (Università degli Studi del Molise)

 

- L’autodeterminazione: diritto o capacità?

Cecilia Marchisio (Università degli Studi di Torino)

 

- Vita indipendente: un’utopia?

Giovanni Merlo (Direttore LEDHA - Lega per i diritti delle persone con Disabilità, Milano)

 

- Cosa significa per noi vita indipendente?

Testimonianza di Marta Alfani e Mauro Ursella (Roma)

 

 

Relatori: Fabio Ferrucci , Cecilia Marchisio , Giovanni Merlo , Marta Alfani , Mauro Ursella

Fabio

Ferrucci

Cecilia

Marchisio

Giovanni

Merlo

Marta

Alfani

Mauro

Ursella

3. I servizi tra capacità inclusiva e rischi di segregazione

La prospettiva inclusiva pone domande immediate agli amministratori pubblici quanto agli operatori che determinano le politiche e l’agire dei servizi di welfare.  Qual è, ad esempio, il ruolo dei servizi nella costruzione della rappresentazione sociale della disabilità? In che modo possono orientare, con le loro scelte e indirizzi, l’uso delle risorse economiche e professionali destinate oggi alle politiche in favore delle persone con disabilità? Che posizione assumono verso il rischio di istituzionalizzazione delle persone con disabilità e verso i processi di sanitarizzazione dei servizi?

Come interroga la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità le azioni degli operatori sociali? Quali sono il limite e la competenza specifici delle politiche e dei servizi di welfare per la disabilità? Al governo della rete dei servizi? Alla presa in carico delle persone? Al funzionamento delle comunità che vivono nel territorio? E, soprattutto, quale pensiero può generare la progettazione e l’organizzazione inclusiva da parte delle istituzioni e dei diversi attori sociali?

Se volgiamo uno sguardo ai servizi e agli interventi che sono generalmente previsti in favore delle persone adulte con disabilità intellettiva, risulta ancora spesso evidente un vuoto progettuale in riferimento ai processi di crescita e inclusione.

Tutte questioni che rimandano la riflessione al cambiamento culturale del processo politico che incrocia la politicizzazione della medicina e la medicalizzazione della politica sulla base della teoria biomedica del deficit individuale; al superamento della neutralità dei contesti e della delega ai servizi e alle figure specializzate come elementi sostitutivi; al recupero della responsabilità da parte della politica e del sociale verso un reale progetto di vita per le persone.

Nel corso del simposio saranno affrontati questi interrogativi e analizzate le possibili azioni per l’avvio di concrete azioni di cambiamento delle politiche, della tipologia dei servizi e interventi per promuovere concretamente processi di inclusione, autodeterminazione e di empowerment della persona con disabilità.

 

CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITA'

Art. 19 - Vita indipendente ed inclusione nella comunità

Gli Stati Parti di questa Convenzione riconoscono l’eguale diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella comunità, con la stessa libertà di scelta delle altre persone, e prendono misure efficaci e appropriate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e della piena inclusione e partecipazione all’interno della comunità, anche assicurando che:

(a) le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, sulla base di eguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione abitativa;

(b) le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi di sostegno domiciliare, residenziale o di comunità, compresa l’assistenza personale necessaria per permettere loro di vivere all’interno della comunità e di inserirvisi e impedire che esse siano isolate o vittime di segregazione;

(c) i servizi e le strutture comunitarie destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di eguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adatti ai loro bisogni.

Relatori: Giovanni Merlo , Roberto Medeghini , Simone Zorzi

Giovanni

Merlo

Roberto

Medeghini

Simone

Zorzi