13. "Lascia fare a me!" Come favorire le autonomie personali
“Una persona Down ha la trisomia 21, cioè ha un cromosoma in più rispetto alle persone normali, ma la differenza secondo me non è poi così tanta. Io, dicendo questo ho capito di essere Down, ma mi considero una persona normale anche se mi ci vuole tempo a capire e a fare le cose. Io vorrei essere una farfalla per volare in alto e non fermarmi mai e andare sempre avanti per la mia strada che sarà molto scoscesa e ripida.”
Serena, 20 anni
La strada verso l’età adulta è, soprattutto per una persona disabile, una strada scoscesa: da una parte richiede l'attivazione di servizi e risposte nuove sul piano dell’inserimento lavorativo, delle soluzioni assistenziali per chi non è in grado di lavorare, delle residenzialità; dall’altra necessita di una mentalità nuova che veda il disabile intellettivo adulto non come un eterno bambino, ma come un “uomo semplice” e che a questa sua semplicità adegui linguaggio, tempi, richieste e da questa impari una diversa qualità della vita…per tutti.
Molte conquiste, soprattutto nell'ambito dell’autonomia fuori dalle mura domestiche, sono difficilmente raggiungibili all'interno dell'ambito familiare soprattutto durante l’adolescenza, momento in cui le persone con disabilità, così come gli altri adolescenti, iniziano a manifestare desiderio di distacco dei genitori e mal sopportano le loro richieste. È necessario, quindi, individuare progetti educativi che siano in grado di accompagnare il raggiungimento di una propria autonomia nella quotidianità. Diventare grandi non solo è un fatto anagrafico ineludibile anche per le persone disabili, ma è anche il frutto di un riconoscimento, “sentirsi grandi perché si viene riconosciuti grandi”.
Il Simposio propone una riflessione su questi temi e la condivisione di alcune metodologie di lavoro ed esperienze realizzate in Italia.
CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITA'
Art. 19 - Vita indipendente ed inclusione nella comunità
Gli Stati Parti di questa Convenzione riconoscono l’eguale diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella comunità, con la stessa libertà di scelta delle altre persone, e prendono misure efficaci e appropriate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e della piena inclusione e partecipazione all’interno della comunità, anche assicurando che:
(a) le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, sulla base di eguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione abitativa;
(b) le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi di sostegno domiciliare, residenziale o di comunità, compresa l’assistenza personale necessaria per permettere loro di vivere all’interno della comunità e di inserirvisi e impedire che esse siano isolate o vittime di segregazione;
(c) i servizi e le strutture comunitarie destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di eguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adatti ai loro bisogni.
Relatori:
Anna Contardi
, Francesca Gozi