Relatore/Relatrice


Stefano Vicari

Professore Ordinario di Neuropsichiatria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma e Responsabile dell'Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

BIOGRAFIA

E' Direttore della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Professore Ordinario di Neuropsichiatria presso la medesima Università. Dal 2007 è Responsabile dell'Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza presso l'IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma dove organizza e coordina l'attività clinica attraverso protocolli basati sull’evidenza e su linee guida nazionali e internazionali per la diagnosi e il trattamento dei disturbi del neurosviluppo e psichiatrici in età evolutiva. Coordina inoltre un’intensa attività di ricerca relativa alla medesima Unità Operativa e all’Università Cattolica del Sacro Cuore. I suoi maggiori contributi scientifici sono nel campo della neuropsicologia dello sviluppo, volti ad individuare le caratteristiche cognitive e cliniche e i trattamenti innovativi nel disturbo dello spettro autistico, nella disabilità intellettiva, in sindromi genetiche come la sindrome di Williams e la sindrome di Down e nei disturbi di linguaggio e di apprendimento. Il Prof. Vicari si occupa inoltre di ricerca e clinica dei disordini psichiatrici in età evolutiva, come i disturbi alimentari, gli esordi psicotici e i disturbi dell’umore, individuando precocemente i primi segnali e sviluppando i relativi protocolli di trattamento. E' Reviewer in numerose riviste scientifiche ed attività editoriali ed autore di oltre 300 articoli scientifici su riviste internazionali, di numerosi libri e capitoli di libri scientifici e di divulgazione.

 

Attività


Corpi senza peso: i disturbi del comportamento alimentare in adolescenza

Il DSM-5 definisce i Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione (DA) come un insieme di disordini mentali caratterizzati da “un persistente disturbo dell'alimentazione oppure da comportamenti inerenti l'alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo e che compromettono significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale”. Circa tre milioni di persone in Italia soffrono di DA che costituiscono uno dei problemi più comuni tra i giovani (Ministero della Salute, 2013). L’esordio dei DA avviene spesso in adolescenza e la popolazione compresa tra i 12 e i 16 anni viene considerata fortemente “a rischio”. Tuttavia, l’età di esordio negli anni è diventata sempre più precoce con manifestazioni cliniche evidenti già dall’età di 8 anni e di entità talmente grave da richiedere il ricovero ospedaliero. Ad oggi, nel nostro Paese, non esistono strutture specifiche per il trattamento di tali disturbi in età evolutiva e le risposte terapeutiche sono spesso affidate a colleghi psichiatri dell’adulto con percorsi di cura “adattati” e non specifici per bambini o adolescenti. Nel workshop si discuterà di tutto questo con alcuni dei massimi esperti italiani di DA.  

Destinatari: insegnanti di scuola secondaria di primo e secondo grado, psicologi, educatori e professionisti interessati all’età adolescenziale.

 

Relatori: Pierandrea Salvo , Stefano Vicari , Valeria Zanna , Mariachiara Castiglioni

Pierandrea

Salvo

Stefano

Vicari

Valeria

Zanna

Mariachiara

Castiglioni

Cutting, burning, branding: condotte autolesive in adolescenza

Cutting, burning, branding sono forme diverse di autolesionismo, un fenomeno sempre più diffuso tra gli adolescenti e soprattutto tra le ragazze. Sebbene sia sempre il segno di un disagio psicologico, non c’è un’unica spiegazione per cui ragazzi e ragazze si feriscono. Spesso, è per controllare e interrompere un dolore mentale troppo forte, un’angoscia troppo intensa e insostenibile: il dolore fisico prende così il posto di quello mentale. Per altri adolescenti ferirsi può essere un modo per percepire di esistere ed essere vivi, e il dolore fisico diventa un modo per non sentirsi vuoti e inutili. Tagliarsi (cutting), ma anche bruciarsi con le sigarette (burning) o marchiarsi a fuoco la pelle con un laser o un ferro rovente (branding) o grattarsi sino a farsi uscire il sangue, può dare l’illusione di un sollievo, a volte addirittura di euforia, di esprimere la propria indipendenza affettiva dai genitori e dal sistema di regole che questi ultimi provano ad imporre. Sono molte le ragioni psicologiche, quindi, che si nascondono dietro un gesto di autolesionismo e una attenta valutazione degli aspetti psichiatrici associati può consentire di individuare le risposte di cura più efficaci per ogni ragazzo.

Destinatari: insegnanti di scuola secondaria di primo e secondo grado, psicologi, educatori e professionisti interessati all’età adolescenziale.

 

Relatori: Stefano Vicari , Andrea Fossati , Giulia Serra , Annarita Milone

Stefano

Vicari

Andrea

Fossati

Giulia

Serra

Annarita

Milone