Relatore/Relatrice


Giulia Serra

Unità di Neuropsichiatria, Dipartimento Neuroscienze, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

Medico Psichiatra, lavora presso la Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù dove si occupa di Disturbi dell’Umore nell’Infanzia e nell’Adolescenza.  Si è specializzata in Psichiatria presso l’Università “Sapienza” di Roma-Ospedale Sant’Andrea. Ha trascorso il 2013-2014 presso l’Harvard Medical School-Dipartimento di Psicofarmacologia Pediatrica del Massachusetts General Hospital occupandosi di Disturbo Bipolare Pediatrico e ADHD. Dal 2013 al 2016 è stata Post-Doctoral Research Fellow presso il McLean Hospital-Harvard Medical School. E’ autrice di numerose pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e capitoli di libri sul Disturbo Bipolare. La sua attività clinica e di ricerca si focalizza sull’esordio, il decorso clinico e la prognosi dei disturbi dell’umore dall’età pediatrica all’età adulta e sullo studio di trattamenti sperimentali per i disturbi bipolari farmacoresistenti.

Attività


Cutting, burning, branding: condotte autolesive in adolescenza

Cutting, burning, branding sono forme diverse di autolesionismo, un fenomeno sempre più diffuso tra gli adolescenti e soprattutto tra le ragazze. Sebbene sia sempre il segno di un disagio psicologico, non c’è un’unica spiegazione per cui ragazzi e ragazze si feriscono. Spesso, è per controllare e interrompere un dolore mentale troppo forte, un’angoscia troppo intensa e insostenibile: il dolore fisico prende così il posto di quello mentale. Per altri adolescenti ferirsi può essere un modo per percepire di esistere ed essere vivi, e il dolore fisico diventa un modo per non sentirsi vuoti e inutili. Tagliarsi (cutting), ma anche bruciarsi con le sigarette (burning) o marchiarsi a fuoco la pelle con un laser o un ferro rovente (branding) o grattarsi sino a farsi uscire il sangue, può dare l’illusione di un sollievo, a volte addirittura di euforia, di esprimere la propria indipendenza affettiva dai genitori e dal sistema di regole che questi ultimi provano ad imporre. Sono molte le ragioni psicologiche, quindi, che si nascondono dietro un gesto di autolesionismo e una attenta valutazione degli aspetti psichiatrici associati può consentire di individuare le risposte di cura più efficaci per ogni ragazzo.

Destinatari: insegnanti di scuola secondaria di primo e secondo grado, psicologi, educatori e professionisti interessati all’età adolescenziale.

 

Relatori: Andrea Fossati , Stefano Vicari , Giulia Serra , Annarita Milone

Andrea

Fossati

Stefano

Vicari

Giulia

Serra

Annarita

Milone