47. Fare ricerca,innovare e sperimentare a scuola

(Antonio Fini)

Pubblicato il17/12/2018

Il contributo vuole evidenziare alcuni aspetti del rapporto tra scuola e mondo della ricerca. Nel mondo della scuola è particolarmente complesso e  problematico il rapporto tra teoria e pratica, tra ricerca e prassi consolidate. Va ricordato come la complessità delle variabili, la difficoltà nell’isolarne i fattori, la mutevolezza dell’ambiente rendano la ricerca educativa una scienza «difficile da praticare». Attorno a praticamente ogni aspetto della pedagogia esiste un corpus di ricerca più o meno consistente; si potranno dunque trovare probabilmente studi disegnati con metodologie di tipo quantitativo, altri di tipo qualitativo, con risultati talvolta coerenti ma altre volte in disaccordo. In effetti, nel settore educativo, la contrapposizione tra metodi sperimentali e ricerca qualitativa (ad esempio, la ricerca-azione) è forte, con critiche fondate per entrambi gli approcci. In particolare, a sfavore dei metodi quantitativi e sperimentali gioca la difficoltà di isolare un fattore singolo rispetto a un contesto di sfondo che è normalmente multifattoriale. I metodi qualitativi soffrono invece della inevitabile limitatezza dei casi studiati e, nel caso della ricerca-azione, del coinvolgimento diretto del ricercatore nella ricerca che costituirebbe un fattore di disturbo. Un elemento critico è la dicotomia tra generalizzazione e individualizzazione. Un altro fattore individuato è la presenza di un errore comune nel processo di divulgazione della ricerca, che è l’isolamento di un fattore, ritenuto fondamentale, rispetto a tutti gli altri e, più in generale, rispetto al contesto generale e culturale nel quale si è svolta la ricerca. 

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